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Il divorzio tra la Securitate e il KGB

Struttura dal duplice ruolo, informativo e repressivo, la Securitate è stata fino alla fine degli anni '50 sotto il controllo totale del KBG, come tutta la Romania. Ma dall'inizio degli anni '60, la cosiddetta "politica di indipendenza della Romania dall'URSS" significò il divorzio della Polizia politica romena dal KGB, la sua emancipazione.

Il divorzio tra la Securitate e il KGB
Il divorzio tra la Securitate e il KGB

, 10.11.2024, 19:10

Struttura dal duplice ruolo, informativo e repressivo, la Securitate è stata fino alla fine degli anni ’50 sotto il controllo totale del KBG, come tutta la Romania. Ma dall’inizio degli anni ’60, la cosiddetta “politica di indipendenza della Romania dall’URSS” significò il divorzio della Polizia politica romena dal KGB, la sua emancipazione. Il leader di Bucarest Gheorghe Gheorghiu-Dej fu colui che avviò la procedura di divorzio con grande tatto.

Il generale Neagu Cosma fu un ufficiale della Direzione del controspionaggio del Dipartimento di Sicurezza dello Stato, di cui era anche il capo. Nel 2002, intervistato dal Centro di Storia Orale della Radio Romena, raccontò la storia dell’allontanamento della Securitate dal KGB: “Finché c’erano i sovietici ed erano potenti, avevano consiglieri e avevano la loro gente alle leve di comando, sia in politica che sulla linea dei servizi speciali, le cose si risolvevano facilmente. Si risolvevano come al Cremlino, con la mazza. Si facevano arresti massicci per motivi fondati e meno fondati, per cose di poco conto. Il ruolo del consigliere, che era un ufficiale del KGB, era quello di consigliare il comandante dell’unità. C’era un consigliere a livello ministeriale, il capo di tutti i consiglieri, e i consiglieri delle unità. Dovevano consigliare rispettivamente su richiesta del ministro e del comandante. Se c’era un problema di orientamento, di tecnica, di metodologia di lavoro, veniva dato l’incarico al consigliere, , così dicevano, doveva darti una soluzione. E tu l’applicavi oppure no. Questo era il suo ruolo teorico. Praticamente, lui interferiva in tutto. In effetti, i consiglieri sovietici erano anche conduttori di reti di spionaggio, delle proprie reti, che esistevano nelle strutture della Securitate.”

Soffocati dall’onnipresenza dei sovietici, i romeni cercarono di trovare una soluzione. Neagu Cosma: “Ad un certo punto, il ministro Drăghici, disperato perché questi si intrommettevano ovunque, ci ha chiamato e detto: E poiché i sovietici erano molto aggressivi dopo gli avvenimenti in Ungheria, ci siamo ritrovati improvvisamente con 6 consiglieri nella Direzione. Non ho chiesto niente a nessuno, ma poi ci stavano davvero dando dei grattacapi. Non sapevo davvero cosa fare con loro. Stavano raccogliendo informazioni, non avevano alcuna spiegazione per la loro presenza. Secondo la convenzione governativa, ci sarebbe dovuto essere un consigliere del comandante. Ma questi non avevano più spiegazioni, erano venuti per aiutare il consigliere. La spiegazione era che dovevano tastare il polso del posto, avevano paura che stesse succedendo qualcosa qui e furono mandati ad essere presenti.”

All’inizio degli anni ’60 Dej decise che nelle relazioni romeno-sovietiche era stato superato un limite. Il Centro informazioni e documentazione sulla sicurezza è stato utilizzato per eliminare la presenza del KGB. Una squadra di 5-6 ufficiali seri e discreti coordinati da Neagu Cosma ha iniziato a stilare una tabella. “Penso che fino al ’62 avessimo ricostituito gran parte, forse l’80%, della loro rete sul territorio del nostro Paese. Non avevamo una missione vera e propria se non quella di ricostruirla, di conoscerla. Alcune tabelle sono state realizzate dall’alto verso il basso, cioè quella era la rete, con brevi rinvii, con brevi commenti e note. Nelle tabelle figurava la vecchia rete che era attiva qui, la rete che era arrivata con la divisione Tudor Vladimirescu, con le divisioni Horia Cloşca e Crişan, quelli che durante la guerra erano stati paracadutati nel nostro paese, uomini dei russi. E queste tabelle furono presentate a Gheorghiu-Dej.”

La strategia dei romeni era semplice. Alle spie sovietiche fu detto che tutta la loro attività era nota, che erano graziate e veniva chiesto loro di smettere di collaborare con il KGB. In caso contrario, erano soggette alla legge penale. La maggior parte ha accettato l’offerta della Securitate. Neagu Cosma ha mostrato quale fosse il primo criterio alla base dell’inclusione nella tabella. “Nella prima fase, penso che avessimo nella tabella circa 180 spie, provenienti da tutto il Paese. A questi si aggiungevano quelli con situazioni meno certe, ma con solidi indizi che potessero essere spie sovietiche. Ad esempio, erano tornati dall’Unione Sovietica, dove avevano studiato, sposati con donne russe. Apparentemente non era niente, era normale in un regime normale. Ma con i russi non funzionava così, conoscevo la regola. Quelli che tornavano in Romania con le ragazze russe erano sospettati. E poi, le donne russe, innanzitutto, le ho verificate tutte e non erano poche. Erano sposate con militari che ricoprivano alte cariche nell’esercito e al Ministero dell’Interno, per non parlare poi del Ministero dell’Economia. Nell’apparato politico c’erano molti sposati con donne russe. Naturalmente c’erano persone eccezionali e molti entrarono nel mirino, ma la misura generale fu che alla fine furono evacuati tutti dalle principali istituzioni.”

La Securitate e il KGB divorziarono all’inizio degli anni ’60, ma entrambe le istituzioni mantennero, fino al 1989, lo stesso carattere di istituzioni repressive di un regime politico repressivo.

Foto: pixabay.com
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