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I sotterranei di Bucarest

Una delle storie più misteriose di Bucarest, come di tutte le grandi città, è quella dei suoi sotterranei.

I sotterranei di Bucarest
I sotterranei di Bucarest

, 27.01.2014, 16:45

Una delle storie più misteriose di Bucarest, come di tutte le grandi città, è quella dei suoi sotterranei. Strade, tunnel, fiumi sotterranei, bunker, catacombe, edifici immensi che nascondo misteri, labirinti e altre facilità di una città sono l’arsenale della storia segreta di Bucarest. Al di là della ricca immaginazione delle teorie paranormali e della fantasia di coloro che credono in una città parallela ignota, esiste una vera Bucarest sotterranea, che non è meno spettacolare.



Mentre a Bucarest sono stati davvero costruiti sotterranei con destinazioni chiare, nel medioevo, le cantine dei produttori di vini e dei mercanti custodivano i recipienti in cui si conservava il liquore. Le cantine e le enoteche erano talmente alte e larghe che si poteva persino andare in carrozza. Nel 19-esimo secolo apparvero costruzioni con dei tunnel di evacuazione, come quello del palazzo Ghica Tei, nel nord-est di Bucarest, verso il monastero Plumbuita, lungo un chilometro.



Nell’angolo nord-occidentale del parco Cişmigiu, nel centro di Bucarest, si trova la chiesa Schitu Magureanu collegata tramite tunnel sotterranei al palazzo Kretzulescu sito a circa 100 metri est. Tra i sotterranei più noti di Bucarest ci sono quelli che collegano la Piazza della Rivoluzione al centro di Bucarest.



Augustin Ioan è docente di storia dell’architettura presso l’Università di Architettura e Urbanistica “Ion Mincu” di Bucarest ed ha accenato ai motivi che rendono i sotterranei di Bucarest più attraenti come storia segreta che come posti abituali, ammirati per la loro destinazione.



“Il tema dei sotterranei non è così priva di interesse come potrebbe sembrare a prima vista, per due motivi. Da una parte, è un tema ricorrente nella storia di Bucarest. L’ossessione dei sotterranei, delle vie d’accesso nel caso di un’invasione turca, è legata al fatto che, come tutte le città extra-carpatiche, Bucarest non era stata fortificata perché non aveva ricevuto il permesso dall’amministrazione ottomana. Alla fine del 18esimo secolo, Alexandru Ipsilanti, avrebbe fatto costruire un tunnel dall’attuale corte regia su Calea Victoriei fino al suo palazzo, nella zona della Casa della Repubblica. L’attuale sindaco ha detto che, se essi esistono, dovremmo valorizzarli. Però alcuni sono esistiti. Si parlava di un accesso al parco Cişmigiu tramite tunnel sotterranei. Nel palazzo Ghica ce ne sono, li ho visti, ci si poteva uscire in carrozza. L’idea era di guadagnare un po’ di tempo per scappare, nel caso arrivasse dal sultano un ordine per la destituzione del principe”, spiega il docente.



Il secondo motivo dell’interesse per i sotterranei di Bucarest ha come punto di partenza l’anno 1989. Allora c’è stata una vera e propria psicosi perché i cambiamenti radicali subiti dalla società romena erano difficili da sopportare. Vi si aggiunse la paura nei confronti del terrorista, l’anonimo che portava la morte e che camminava ovunque senza problemi. Augustin Ioan ha accennato anche a storie che, per una maggiore autenticità, sono stati assunti dai testimoni come loro personali.



“Il tunnel sotterraneo è riapparso come tema durante la rivoluzione. Tutti i terroristi camminavano nei sotterranei e uscivano dove nessuno si aspettava. E si facevano vedere persino i posti dove erano usciti, nell’attuale Piazza della Rivoluzione. Questa storia non è stata mai chiarita, resta un mistero di quell periodo. Lo stesso mistero avvolge, nella psicologia pubblica, anche la Casa della Repubblica. Questa tendenza a tracciare una carta della Casa, dei suoi sotterranei compare spesso nel subconscio e ce ne sono riferimenti in testi e libri. Un tenente che ha lavorato alla Casa de Popolo dice di aver visto una persona essere buttata giù laddove si versava il calcestruzzo. Pare il caso sia stato segnalato da una famiglia dopo il 1989. Fatto sta che simili testimonianze determinano i miti fondatori degli edifici”, aggiunge Augustin Ioan.



Il più grande edificio di Bucarest è il Palazzo del Parlamento che all’inizio si chiamava la Casa della Repubblica Socialista Romania, a cui è legata una storia delle vie segrete di comunicazione. All’inizio degli anni 1990, Augustin Ioan è arrivato assieme ad un gruppo di giornalisti al più basso livello del Palazzo. L’architetta Anda Ştefan vi ha scattato delle foto sorprendenti esposte poi in una mostra.



“Sono stati trovati degli operai che al sottosuolo allestivano una spa. Alla domanda chi gliel’aveva fatto fare, nessuno ha risposto. Per discolparsi, il gestore della Casa ha portato i giornalisti e la televisione al più basso livello dell’edificio che era completamente privo di luce, le uniche luci erano quelle delle telecamere. Sono state scattate immagini straordinarie, una collega, usando il flash, senza neanche sapere cosa fotografava, ha scattato più foto nel buio. Dopo aver stampato le foto, ha scoperto delle cose incredibili: scritte anarchiche, segni massonici in un posto in cui la gente non poteva arrivare o se fosse arivata, non avrebbe avuto nulla da fare. Fatto sta che il posto era pieno di rifiuti e andava pulito”, conclude Augustin Ioan.

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