I russi sul territorio della Romania durante la Grande Guerra
Nella Grande Guerra, la Romania è stata alleata della Francia, Gran Bretagna e Russia.
Steliu Lambru, 24.11.2020, 16:08
Nella Grande Guerra, la Romania è stata alleata della Francia, Gran Bretagna e Russia. Sconfitto nella campagna del 1916 nel sud, lesercito romeno si ritirò nellest, in Moldavia, dove un milione di militari russi erano mobilitati per far fronte agli attacchi tedesco-austro-ungarici. Ma entro un anno e qualche mese, i militari russi di stanza in Romania passavano dallordine allanarchia.
Lo storico Șerban Pavelescu dellIstituto di Studi Politici, Difesa e Storia Militare ha pubblicato il volume “Lalleato nemico”. È un libro in romeno che contiene le testimonianze inedite di due generali russi, Nikolai A. Monkevitz e Aleksandr N. Vinogradski, che erano sul fronte romeno negli anni 1917-1918. I due generali russi descrivono come stavano le cose durante la guerra, le relazioni umane e offrono scorci di realtà quotidiana. Șerban Pavelescu ha spiegato le scelte fatte dalla Romania negli anni della Grande Guerra, quando si trovava tra la Germania e la Russia, entrata in guerra accanto alla Triplice Intesa, anche se parte della Triplice Alleanza. “La Romania non voleva allearsi con la Russia, la Romania aveva una storia di sfiducia nei confronti della Russia. La Romania aveva persino aderito alla Triplice Alleanza per controbilanciare la minaccia e il rischio di sicurezza militare rappresentati dalla Russia. Daltra parte, però, la Romania voleva allearsi con la Francia, così come la Romania aveva voluto allearsi con la Germania nel 1883 e aveva dovuto ingoiare la pillola amara austro-ungarica. Ma la Romania voleva allearsi con la Francia e la Gran Bretagna e così dovette ingoiare la pillola russa”, ha raccontato Șerban Pavelescu.
Così cominciò unavventura romeno-russa sul fil di lama, unalleanza tenuta in vita dai francesi. “Le relazioni di comando furono in certe situazioni corrette, ma non sempre, e queste situazioni furono sinuose, con molti alti e bassi. Ciò che fece tuttavia funzionare lalleanza senza inciampi notevoli fino alla rivoluzione del febbraio del 1917 furono la presenza e gli sforzi costanti della missione militare francese diretta dal generale Henri Mathias Berthelot. A essa si devono, oltre allopera di dotazione e addestramento dellesercito romeno, di recupero e ricostruzione dellesercito romeno negli anni 1916-1917, anche lopera di buoni uffici con il grande alleato russo. Questi buoni offici furono la sorveglianza dei trasporti di equippagiamenti, munizioni e altre forniture belliche che arrivavano per vie traverse a Murmask e attraversavano lintero territorio russo fino in Romania. Cerano membri della missione militare francese in ciascuno nodo ferroviario che rendevano possibili questi trasporti nel contesto in cui prioritari erano i bisogni del fronte russo”, ha precisato Șerban Pavelescu.
Ma dietro lalleanza romeno-russa cerano i sospetti dei romeni e larroganza dei russi. “I russi, allorquando entrarono in guerra, comunicarono ai francesi che per loro il fronte romeno era un nonsenso e che era impossibile da difendere. Nella loro opinione, ciò che avevano chiesto i romeni e per cui si erano impegnati gli alleati, ossia il mantenimento del fronte meridionale, era impossibile da realizzare. I russi fissarono la linea del fronte ideale per loro sul fiume Siret. Poi si trattò della lentezza con cui le truppe russe intervennero nel combattimento nel contesto in cui lesercito romeno faceva fatica a far fronte e a mantenere i valichi nei Carpazi e, poi, le posizioni sui fiumi Jiu și Olt. I russi arrivarono troppo tardi per la battaglia per Bucarest. E sul fronte sud in Dobrugia inviarono alcune truppe di sacrificio, tra cui spiccò leroica divisione serba che perse quasi la metà degli effettivi in combattimenti che non cambiarono lesito della guerra”, ha raccontato Șerban Pavelescu.
Lalleanza romeno-russa funzionava a singhiozzo, ma i due generali russi mostrano che i loro militari in Romania erano ben preparati, ben nutriti e ben mantenuti, avevano costantemente sufficienti armamenti e munizioni e non erano caduti vittime delle epidemie di febbre tifoide e di febbre ricorrente. Ma la rivoluzione del febbraio del 1917 avrebbe cambiato tutto. Essa portava la disintegrazione dellesercito russo a causa della propaganda bolscevica e dellabolizione da parte del governo provvisorio russo della disciplina e della gerarchia militare. Loffensiva tedesco-austro-ungarica dellestate del 1917 fu fermata grazie agli sforzi sovrumani dellesercito romeno, mentre nel nord, in Ucraina, intere unità russe disertavano davanti agli eserciti degli Imperi Centrali. Șerban Pavelescu mostra che, in breve tempo, la fragile alleanza romeno-russa si sarebbe trasformata in uninimicizia feroce. “Lesercito russo, da alleato diventò qualcosa di incerto, e nellautunno del 1917 diventò addirittura un nemico. Gran parte di queste truppe russe si trovavano dietro il fronte, una grande concentrazione di truppe russe si trovava nella zona Nicolina, sovrastante la città di Iași. Lagitazione bolscevica nata lì, i comitati rivoluzionari creati dopo lottobre del 1917, minacciavano le strutture politiche e amministrative dello stato romeno. Mancava poco allo scoppio di un conflitto, che avenne nellinverno del 1917-1918, quando le truppe romene furono costrette in fin dei conti a intervenire contro lex alleato per evacuarlo dal territorio della Romania. Nel 1918 si giunse a delle vere e proprie battaglie tra le truppe romene e russe, le truppe romene cercando di impedire alle truppe russe di lasciare il fronte con lequipaggiamento. larmamento e le munizioni. Dietro il fronte, la mancanza di disciplina, la disorganizzazione, lagitazione rivoluzionaria trasformavano le truppe russe in gang di saccheggiatori che distruggevano tutto nelle zone per cui passavano”, ha raccontato Șerban Pavelescu a RRI.
Alla fine della Grande Guerra, esauste, la Romania e la Russia andarono in direzioni opposte e restarono nemiche: la Russia scelse il regime comunista e la Romania la democrazia liberale.