Ebrei salvati negli anni dell’orrore
Le tragedie vissute dagli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale toccarono profondamente i contemporanei.
Steliu Lambru, 01.10.2023, 19:36
Le tragedie vissute dagli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale toccarono profondamente i contemporanei. Nonostante la sua apparente onnipotenza, al male nazista si opposero brave persone che fecero tutto il possibile affinché le persone perseguitate per motivi razziali irrazionali non soffrissero più. Alcuni di questi erano romeni, che aiutarono gli ebrei nonostante le conseguenze. Uno di loro fu Emil Tomescu, colonnello della riserva e veterano della Seconda Guerra Mondiale, con il grado di capitano nel 1942. Intervistato dal Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena nel 1997, Tomescu ha raccontato ciò che aveva trovato oltre Odessa, nel palazzo di un proprietario francese fuggito.”Ho trovato le porte e le finestre inchiodate. Chiedendo quale fosse il motivo, i soldati mi dissero che dentro cerano degli ebrei e che ogni settimana veniva un pretore e ne prendeva uno che spariva. Più tardi ho scoperto che sparava loro alla nuca e li gettava in un pozzo abbandonato. Ho staccato le tavole di legno, quello che ho trovato dentro è stato qualcosa di indescrivibile! Erano scheletri viventi, scheletri umani! Affamati, sporchi, era qualcosa di terribile! Usavano una stanza come toillet. Ho subito dato lordine di scaldare lacqua nelle caldaie, li ho portati fuori, li ho fatti lavare, ho dato loro da mangiare e ho preso alcune delle donne più resistenti per aiutarci in cucina. Ma non potevo restare a lungo, mi fu ordinato di tornare al fronte. Probabilmente il pretore o qualcuno lì aveva riferito quello che stavo facendo e allora mi hanno preso e mandato al fronte.”
Aristina Săileanu era di Târgu Lăpuș, località della Transilvania settentrionale annessa allUngheria dopo larbitrato di Vienna del 30 agosto 1940. Ricordava nel 1997 come suo padre aveva salvato una famiglia di ebrei che aveva nascosto in una capanna, nella foresta. “Avevamo una fattoria a Râoaia, a 14 chilometri dal comune di Lăpusul Românesc. Avevamo tutto ciò di cui avevamo bisogno li. Essendo un posto così isolato, ovviamente mio padre pensò di fare una buona azione perché lo faceva per amore del prossimo. Mio padre allora mi mandò nella notte tra il 15 e il 16 aprile assieme a un ex domestico. Ho portato i bambini fuori di casa e siamo andati a Râoaia a casa nostra dove papà ci aspettava. Lui li prese, li portò nella foresta, fece loro una capanna, li sistemò. Era molto pericoloso perché se i tedeschi ci avessero preso ci avrebbero semplicemente giustiziati.”
Gheorghe Moldovan di Blaj ha raccontato che nel 1997 insieme ad altri giovani della sua età aveva portato del cibo agli ebrei del campo di concentramento sulla strada Perşani-Lădeni-Braşov. Cosa si proponeva nei confronti degli ebrei lassociazione di cui faceva parte? “Prima di tutto salvarli dalla deportazione. In altre parti del paese furono presi e portati dietro il fronte. Da qui, da Blaj, venivano mandati nei campi di lavoro, non nei campi di sterminio. Ma per tutti gli ebrei della Transilvania settentrionale si poneva già la questione di salvarli dallinvio nei campi di sterminio di Auschwitz e altrove. Si stavano organizzando passaggi di frontiera clandestini, ho incontrato quel cittadino che è stato qui molte volte e che mi ha ringraziato personalmente. Sono orgoglioso che dalle descrizioni che ho letto fosse proprio Raoul Wallenberg. Era un uomo alto, un uomo straordinario e molto coraggioso.”
Sonia Palty, nel 2001, si è ricordata dellagronomo Vasilescu, un uomo che pagò con la vita dopo essere stato denunciato per aver aiutato gli ebrei. “Questo Vasilescu era, posso dire, lunico uomo. Doveva ricevere il cibo solo chi andava a lavorare e in quelle giornate invernali pochissimi uscivano a lavorare perché la maggior parte di loro era malata: influenza, diarrea, reumatismi. Allora Vasilescu, essendo il mese di dicembre, cioè in prossimità di Natale, decise di dare da mangiare a tutti nel campo, cioè ai bambini, alle donne e agli anziani che non erano andati al lavoro. Il giorno dopo eravamo tutti radunati e ci hanno detto che entro unora avremmo dovuto essere tutti pronti con i bagagli, ci avrebbero portati alla stazione del treno e da lì saremmo partiti sul Bug, verso Bogdanovka. Il tenente Capeleanu è venuto e ha cominciato a colpirci con la frusta a destra e a sinistra. Quando ha alzato la frusta per andare avanti, il direttore della fattoria Vasilescu gli afferrò la mano e gli disse: “Li hai colpiti abbastanza, lasciali allinferno, non ne saprai più nulla!” Capeleanu scrisse una nota informativa in cui disse che Vasilescu era stato favorevole al gruppo di ebrei, che li aveva aiutati e che aveva dato loro del cibo, e lagronomo Vasilescu fu mandato a Cotul Donului da dove non sarebbe mai tornato.”
Alcuni romeni hanno compiuto atti di vera umanità in tempi estremi per gli ebrei, come la Seconda Guerra Mondiale. E il conferimento del titolo “Giusti fra le nazioni” rappresenta per alcuni di loro latto di gratitudine del popolo ebraico.