Chiesa e comunismo
Nella Romania comunista, la religione e la Chiesa non erano guardate, generalmente, di buon occhio.
Steliu Lambru, 15.02.2019, 19:24
Nella Romania comunista, la religione e la Chiesa non erano guardate, generalmente, di buon occhio. Le pratiche religiose erano scoraggiate dopo che agli inizi del comunismo, negli anni 1950, molti chierici furono buttati in carcere. Tuttavia, dopo il suo consolidamento, il regime permise le pratiche religiose perchè non rappresentavano più alcun pericolo e per assicurarsi la lealtà della popolazione.
Teoricamente, lidea comunista separava la religione dalla Chiesa e condannava ambedue. Però, mentre la religione era considerata una manifestazione delluomo primitivo di vedere il mondo circostante, guardata a volte come una superstizione, la Chiesa era unistituzione che sfruttava luomo. La religione godeva di circostanze attenuanti, però la Chiesa no. Una volta insediato, il partito comunista riconsiderò il suo atteggiamento sia nei confronti della religione, che nei confronti della Chiesa, che ha incluso nella sua politica culturale, come elementi dellidentità nazionale. In generale, lo stesso meccanismo entrò in funzione in tutti i Paesi dellEuropa Centrale e dellEst dopo il 1945 occupati dallURSS, con variazioni locali, e la Romania non vi fece eccezione.
Lingegner Ștefan Bârlea è stato un alto dignitario della gerarchia di partito e di stato, attivismo che iniziò sin dalla metà degli anni 1940. In unintervista rilasciata nel 2002 al Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena, egli riconobbe che sebbene non fosse un cristiano praticante, non aveva niente contro la religione e la Chiesa. Amise persino che non si oppose al battesimo dei suoi due figli, sebbene lui e la moglie non si fossero sposati con rito religioso.
“Non mi sono implicato personalmente, sono state mia suocera, mia madre e mia nonna a prendere questa iniziativa. Mi sono reso conto che fossero andate in chiesa perchè sapevano di basilico. “Evviva!” abbiamo detto tutti. Uno è stato battezzato a Caşin e un altro non mi ricordo esattamente dove. Io ho detto loro di non coinvolgersi in questa faccenda, ma non ho avuto niente contro il battesimo dei figli. Io e mia moglie non siamo stati sposati col rito religioso, ma siamo andati un giorno a Cheia e abbiamo pensato che fosse un problema, se lo facevamo cosi, di nascosto. Era meglio, se uno voleva farlo, che lo facesse pubblicamente. Non ho mai avuto retticenza nei confronti della chiesa. E con mia moglie ho visitato chiese, con i figli anche. Una certa educazione religiosa lho ricevuta durante linfanzia, mio nonno mi portava in chiesa nel paesino in provincia di Prahova. Ho ancora in tasca unicona che ho ricevuto da unungherse, uniconina, lho ricevuta quando avevo 10-12 anni. Dopo che è morto mio padre e sono andato nel posto dove sono avvenuti dei combattimenti, a Oarba de Mureş, unamica di mia madre, ungherese, me lha regalata con una piccola dedica. Non sono stato, come dire, un libero pensatore, un pagano”, ha spiegato Ștefan Bârlea.
Di formazione scientifica, Bârlea ha ammesso che ancora prima del 1989, assieme a due suoi amici, ha concepito una teoria in cui abbinava la scienza alle rappresentazioni religiose.
“Ad un certo punto, quando svolgevo ricerche scientifiche, ho fatto una ricerca su unidea un pò strana. Vi dico anche con quale gente ho discusso. La maggioranza delle discussioni sono avvenute con lingegner Edmond Nicolau. Io mi occupavo piuttosto di cibernetica, ho anche formulato un concetto di cibernetica nellambito della teoria dei sistemi nelleconomia che è stato pubblicato a Londra. Un altro mio amico era il dottor Bălăceanu-Stolnici. Ho avuto alcuni incontri con Bălăceanu, abbiamo fatto anche un lavoro scientifico insieme, lha presentato lui a non so quale convegno. Sono giunto alla conclusione che, dal punto di vista cibernetico, gli esserei intelligenti di altri pianeti sono molto simili agli uomini, perchè devono avere una posizione retta, devono avere la capacità di analizzare un campo quanto maggiore di informazioni visive. Perchè si trovano tutti i sensi nella parte superiore ? Perchè la natura tende a semplificare. Ciò significa che in ciò che dice la religione, che Dio ha creato luomo a sua immagine, cè qualcosa di vero, in questa forza sovrannaturale. Lavoravo presso il Consiglio Nazionale per la Scienza e la Tecnologia e non ho avuto alcuna retticenza nel fare simili affermazioni”, ha precisato Ștefan Bârlea.
Molti evitavano di frequentare la chiesa a causa di una specie di persecuzione soft di coloro che cercavano di lasciare troppo posto al sovrannaturale nelle loro vite.
“Non ho mai assistito ad una scena del genere, che qualcuno fosse criticato durante una seduta di partito, alla riunione dellUnione dei Giovani Operai, ad esempio, o in altra sede, perchè si era sposato con rito religioso oppure aveva far battezzato i figli. Non escludo, può darsi che ci sia stata alcuna esagerazione da qualche parte, ma di un tale accaduto non ho sentito parlare. Ceauşescu accettava queste cose, sua moglie, Elena, vi era però contraria. E, tra laltro, ci sono stati dei litigi tra di loro perchè Zoe (la figlia dei coniugi Ceauşescu – n.r.) e persino Nicu (uno dei figli dei coniugi Ceauşescu – n.r.) avevano frequentato i monasteri, come Agapia e altri”, ha detto Ștefan Bârlea a RRI.
La relazione tra il regime comunista, da una parte, e la Chiesa e la religione, allaltra, fu una problematica in cui ambo le parti cercarono di convivere. Limpasse sociale, economico e politico in cui si trovava il regime faceva che il rifugiarsi nella religione fosse un compromesso accettabile.