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Chernobyl, 35 anni dopo

Poco prima del giorno di Pasqua del 1986, il 2 maggio, i romeni ricevevano la notizia di un incidente avvenuto presso una centrale nucleare nell'Urss.

Chernobyl, 35 anni dopo
Chernobyl, 35 anni dopo

, 10.05.2021, 22:49

Poco prima del giorno di Pasqua del 1986, il 2 maggio, i romeni ricevevano la notizia di un incidente avvenuto presso una centrale nucleare nellUrss. Lincidente si era verificato quasi una settimana prima, il 26 aprile, ed era stato riconosciuto laconicamente dallUrss il 28 aprile senza informazioni supplementari. Si trattava di ciò che sarebbe passato alla storia come il più grave incidente nucleare di sempre: il disastro di Chernobyl.



Lo shock di una simile notizia nella società romena fu di molto attenutato dalla mania di segretezza delle autorità, dalla scarsa comunicazione con la popolazione, dalla confusione e dai preparativi per i giorni festivi che sarebbero seguiti. Oltre alla festa pasquale, il 7 maggio era programmata la finale della Coppa dei Campioni dEuropa, in cui la campione della Romania, Steaua di Bucarest, doveva giocare contro la campione della Spagna, FC Barcelona. I dettagli tecnici sullincidente e le tragiche conseguenze del disastro sono ai nostri giorni noti. Accanto a Ioan Stanomir, professore presso la Facoltà di Scienze Politiche dellUniversità di Bucarest, abbiamo analizzato aspetti relativi alla segreto-mania del regime comunista.



“Questa mania di segretezza era meno intensa che negli anni precedenti lavvento al potere di Mikhail Gorbachev. LUrss si trovava in quel momento in una situazione molto delicata. Come hanno notato molti, lungo la storia la riforma di un sistema vulnerabile non fa altro che accentuare le vulnerabilità del sistema. E per lUrss, avvolta in questo mantello della scienza che conquista tutto, ammettere un disastro avrebbe significato ammettere un fallimento economico, scientifico e in ugual misura politico”, ha spiegato Ioan Stanomir.



La mania di segretezza del regime Ceaușescu imitò quella del fratello ideologico maggiore, lUrss. Le autorità di Bucarest seguirono le decisioni di Mosca e non annunciarono la popolazione che tardi, a una settimana dal disastro di Chernobyl. Abbiamo chiesto a Ioan Stanomir come si spiega la decisione di Ceaușescu annunciare la popolazione della Romania così tardi visto che egli era un noto come un antisovietico. “Diciamo che Ceaușescu era antisovietico. Però Ceaușescu era innanzittutto stalinista e come stalinista capiva che svelare informazioni poteva trasformare la ditattura in un regime vulnerabile. E Nicolae Ceaușescu stesso aveva, come capo di questo regime comunista, una propensione particolare verso la mania di segretezza. Cosicchè i compagni sovietici non facevano che confermare i suoi sospetti nei confronti della trasparenza. A cosa serviva la trasparenza? Serviva mantenere il segreto affinchè il disastro potesse essere insabbiato. Ceaușescu si sentiva a volta circonfuso da un alone mitico, come se fosse stato una specie di Robin Hood del sistema comunista. Si, era una specie di Robin Hood, ma col permesso della polizia. Ma nei momenti-chiave egli era un Robin Hood molto tranquillo e che non metteva mai in dubbio lautorità dello sceriffo”, ha precisato Ioan Stanomir.



La Romania aveva il proprio programma nucleare a Cernavodă, avviato alla fine degli anni 1970, programma che prevedeva limport di tecnologia franco-canadese ai più alti standard di sicurezza.”Il programma nucleare romeno, fortunatamente per noi, potrei dire, non fu concepito, a causa della mania di grandezza di Ceaușescu, con i sovietici. Cerano probabilmente sospetti sullaffidabilità del sistema nucleare sovietico. La fortuna dei romeni fu che Nicolae Ceaușescu, in seguito a questo desiderio di affermazione nel lager socialista, preferì una filiera occidentale. Non dimentichiamo che, nella confinante Bulgaria, la centrale di Kozlodui era stata costruita secondo il modello del sistema nucleare sovietico”, ci ha detto Ioan Stanomir.



Quale fu il cambiamento politico prodotto dal disastro di Chernobyl? “Per quanto riguarda la percezione romena, nella Repubblica Socialista di Romania degli anni 80 era molto difficile che succedesse qualcosa che accentuasse lo stato di depressione collettiva. Lo stato comunista ha preso una serie di misure chiamiamole minimali. Al di là di queste misure minimali cera la resilienza di una nazione già sottoposta a un terribile assalto della fame e dellimpoverimento. A livello dellEuropa centro-orientale nellimpero sovietico esterno è chiaro che il disastro di Chernobyl non fece altro che rafforzare la sensazione che limpero sovietico fosse costruito sul ritardo economico e sulla forza bruta. Nessuno di questi tratti lo raccomandava come una forza capace di mantenere la sua autorità in assenza della coercizione”, ha spiegato Ioan Stanomir.



In qulsiasi evento storico cè una lezione che va imparata. Ioan Stanomir lha riassunta cosi: “È chiaro che nella tragedia di Chernobyl cè stata, così come sappiamo adesso, anche una dose di coraggio terribile. Chi si è adoperato a estinguere quellincendio terrificante ha sacrificato la propria vita. È al coraggio di quelle persone, anzichè alle autorità soivetiche che dobbiamo ciò che si è potuto salvare. Allo stesso tempo, vediamo in questi giorni immagini assolutamente sorprendenti con la vita nella riserva di Chernobyl. Dopo lesplosione, la gente è stata evacuata dal quel posto. Nel frattempo, in modo sorprendente, gli animali hanno cominciato a ripopolare la zona. È una sensazione come quella nel film “Stalker”, di Tarkovskij. È un paesaggio popolato da lupi, volpi e cavalli selvatici, del tutto privo della presenza umana. Praticamente, è la fine strada dellutopia. Luomo scompare e resta una natura che ha dimenticato della sua esistenza.”



Lesempio di Chernobyl di 35 anni fa è sia uno delle azioni insensate delluomo, che uno di rinascita.




Foto: pixabay.com
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