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Centenario Monica Lovinescu

Non c'è dubbio che Radio Europa Libera sia stata la più importante fonte di informazione gratuita, analisi e sintesi sulla situazione politica, economica e culturale della Romania nella seconda metà del XXesimo secolo.

Centenario Monica Lovinescu
Centenario Monica Lovinescu

, 30.11.2023, 19:54

Non cè dubbio che Radio Europa Libera sia stata la più importante fonte di informazione gratuita, analisi e sintesi sulla situazione politica, economica e culturale della Romania nella seconda metà del XXesimo secolo. Nella sua equipe, il servizio romeno di Radio Europa Libera aveva nomi pesanti del giornalismo radiofonico romeno: Noel Bernard, Mircea Carp, Vlad Georgescu, Neculai Constantin Munteanu e altri. Non ultima, forse anche tra le prime menzioni, anche Monica Lovinescu, di cui sono ricorsi, il 19 novembre, i 100 anni dalla nascita.



Monica Lovinescu fu una delle voci più forti della Romania libera anticomunista e antifascista in esilio tra il 1945 e il 1989. È nata a Bucarest come figlia del critico letterario Eugen Lovinescu e dellinsegnante di francese Ecaterina Bălăciou, uccisa in detenzione dal regime comunista. Giornalista e critica letteraria a sua volta, Monica Lovinescu è diventata unautorità nel settore come suo padre. Nel 1947, alletà di 24 anni, con una carriera già molto promettente, emigrò in Francia dove, insieme al marito Virgil Ierunca, realizzò i più attraenti programmi politico-culturali della Radio Europa libera. La sua voce inconfondibile, i principi morali e letica professionale impeccabile, nonché le sue osservazioni e critiche molto pertinenti, lhanno resa una delle voci più apprezzate di Radio Europa Libera.



Il Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena ha avuto lopportunità di intervistare Monica Lovinescu nel 1998. A quel tempo, lei ricordava lufficio parigino di Radio Europa Libera, fondato allinizio degli anni 60, il luogo dove venivano prodotti i famosi programmi che catturarono lattenzione dei romeni. “Da qui facevamo quello che in generale gli altri paesi non facevano, eravamo unici, il caso romeno era unico. Perché mandavamo in onda ogni settimana un programma di unora, il mio dal titolo “Tesi e antitesi a Parigi”, circa 40 minuti il programma di Virgil Ierunca “Storia delle parole” e due programmi di 20 minuti ciascuno dal titolo “Attualità Romena”, dedicati alla cultura romena. Quindi abbiamo occupato lo studio per unintera giornata e abbiamo avuto un numero di ore di trasmissione che nessunaltra nazione aveva.”



Monica Lovinescu ha fatto giornalismo radiofonico con dedizione alla sua professione. Non solo lo studio beneficiava di adeguate attrezzature tecniche, ma nella loro casa i coniugi Lovinescu e Ierunca avevano anche un registratore su cui registravano i testi e si recavano in studio solo per mixarli con la musica. Monica Lovinescu ha parlato anche delle fonti dinformazione sulla Romania, considerando le difficoltà che la stampa libera ha avuto con il regime comunista di Bucarest. “Riguardo alla situazione in Romania ci siamo documentati in due modi. Attraverso i giornali, da un lato ci abbonavamo ai principali giornali, erano intestati a Virgil Ierunca, ma avevamo una casella postale per non dare il nostro indirizzo di casa… E ci incontravamo con almeno quattro o cinque scrittori al mese. Li chiamavamo – e così furono chiamati fino alla fine – “i clandestini”, cioè nessuno scrittore romeno sapeva che ci vedevamo con un altro; sapevano che ci vedevamo, ma non sapevano con chi. Abbiamo mantenuto questo segreto per non far loro del male. Quindi conoscevamo la vita letteraria e le grandi questioni politiche dallinterno.”



Spirito universale, nei suoi programmi Monica Lovinescu non ha potuto parlare ai romeni solo della Romania. “Tesi e antitesi a Parigi non riguardava solo la letteratura romena, ma anche ciò che accadeva a Parigi. Non tanto dal punto di vista francese, era un negozio culturale settimanale. A Parigi era una specie di crocevia doves uccedeva tutto quello che riguardava lavanguardia, ogni discussione di idee più interessante. Oppure si trattava dei successi di alcuni romeni allestero, Lucian Pintilie, Mircea Eliade, Eugen Ionescu. Furono tutti presenti a questo microfono e le trasmissioni erano con loro e su di loro.”



Una giornalista così scomoda non poteva lasciare indifferente il regime di Bucarest, che ha deciso di metterla a tacere. In primo luogo, il regime ha avviato una campagna diffamatoria nei media. Poi ha ricorso allaggressione fisica. “Nel novembre del 1977, il giorno prima dellarrivo di Paul Goma a Parigi, il 18 novembre per lesattezza, due palestinesi mi aspettavano. E mi chiesero di entrare in casa perché avevano un messaggio per me. Mi sembrò sospetto perché mi chiamarono “signora Monica” e quel “signora” accanto al nome è un modo di rivolgersi molto familiare, non si usa qui. Me ne sono subito accorta e non li ho fatti entrare. Allora hanno cominciato a picchiarmi in testa. Sono caduta, ho urlato, sono svenuta, qualcuno è venuto dalla strada, sono scappati via. Quello che era corso per aiutarmi li ha rincorsi, ma non li ha trovati. Mi sono salvata solo con il naso un po rotto e senza grossi danni, il viso e il braccio gonfi .”



Monica Lovinescu ha continuato dopo il 1989 a parlare ai romeni di libertà, democrazia, principi, storia fino alla sua morte nel 2008. Il suo lavoro è uneredità estremamente importante per comprendere la condizione dellintellettuale in esilio, che dovette combattere contro il Male e che vinse. Non cè dubbio che Radio Europa Libera sia stata la più importante fonte di informazione gratuita, analisi e sintesi sulla situazione politica, economica e culturale della Romania nella seconda metà del XXesimo secolo.




Foto: pixabay.com
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