30 anni di storia orale a Radio Romania
La storia degli ultimi cento anni può essere conosciuta anche attraverso la storia orale. Essa si basa sui ricordi e sulle memorie dei testimoni intervistati e registrati su nastro o su supporti digitali.
Steliu Lambru, 20.03.2023, 18:27
La storia degli ultimi cento anni può essere conosciuta anche attraverso la storia orale. Essa si basa sui ricordi e sulle memorie dei testimoni intervistati e registrati su nastro o su supporti digitali. Tra il 1945 e il 1989, la pratica della storia orale in Romania è stata profondamente compromessa dalla pressione ideologica del regime comunista, come del resto la scienza storica nel suo insieme. Dopo il 1989, Radio Romania si è prefissa come obiettivo il recupero della memoria recente, assunto dal primo direttore generale dellistituzione, Eugen Preda. Così, nel marzo 1993, venivano gettate le basi dellarchivio di storia orale di Radio Romania.
La storica e giornalista Mariana Conovici fu quella che formò il gruppo di storici che si occuparono della costituzione dellarchivio. Cerano interviste su guerre, comunismo e fascismo, sulla vita quotidiana, sulla storia della scienza. In unintervista di storia orale, lei si è ricordata degli inizi della storia orale alla radio pubblica. “Il signor Eugen Preda, lallora direttore della Radio, era uno storico di professione, aveva un dottorato in storia, era una persona molto informata e sapeva cosa stava succedendo nel mondo, nella storiografia. Aveva partecipato al Congresso internazionale degli storici del 1980 tenutosi a Bucarest, dove si era discusso di storia orale. Quindi aveva unidea, oserei dire abbastanza chiara, di cosa significasse la storia orale e del suo valore. Nel 1992 ci fu a Sinaia un convegno internazionale, al quale fu presente e ci fu una sorta di sfida in relazione agli archivi e alla patrimonializzazione della registrazione di alcune voci.”
Il volume firmato dallo storico e sociologo britannico Paul Thompson “The Voice of the Past” è stato la guida in base alla quale fu costruita la bibliografia. Mariana Conovici ci ha raccontato che dopo il 1989, anno di crollo del comunismo, una volta liberato questo modo di conoscere il passato, ha capito meglio il mondo, ha capito meglio il suo lavoro e ha capito meglio se stessa. “Per me questa libertà significava entrare in una storia diversa rispetto al discorso conservatore che avevo imparato e letto. Stavo scoprendo che la storia è molto più piena di sfumature, stavo scoprendo che avevo imparato e a volte avevo preso voti alti per cose che non erano vere. È stata unimmersione nella storia vera, camminando vicino alle persone, alle loro storie. Per me è stato bellissimo anche perché, entrando nella vita delle persone che intervistavo, capivo meglio il mio mondo, capivo me stessa nel senso che capivo più precisamente il mio posto. Più precisamente, facevo un confronto tra me e loro, non sempre a mio favore”.
Mariana Conovici e il suo team composto da Octavian Silivestru, Silvia Iliescu, Virginia Călin e Lavinia Ivașcu sono riusciti a combinare la storia orale con il giornalismo radiofonico. Loro hanno offerto al pubblico romeno la memoria restaurata in onda. “Attraverso lintervista orale sulla storia, viene intrapresa unindagine storica. Lobiettivo sarebbe uno studio, una ricerca, ma questa è una direzione che non abbiamo seguito. Non avevo tempo, forse neanche voglia. Abbiamo fatto, invece, unaltra cosa che ritengo molto importante: abbiamo condiviso con gli ascoltatori, abbiamo avuto costantemente dei programmi radiofonici settimanali dove abbiamo portato, abbiamo dato agli ascoltatori quello che abbiamo ricevuto dai nostri intervistati. Tuttavia, la storia orale, ovunque, ha un lato civico. Così lo abbiamo realizzato, in questo modo, attraverso i programmi radiofonici. Io ci ho sempre tenuto e oserei dire che ho lottato molte volte per avere questo programma radiofonico. Era molto importante. Ad un certo punto mi sono chiesta: la società romena è pronta a ricevere tutte queste cose? Non so se fosse preparata o meno, ma comunque, se 10 persone ascoltavano chi parlava con il cuore della sua vita era già una vittoria”.
“La storia vissuta” era ciò che gli ascoltatori romeni e stranieri chiedevano ai giornalisti nelle loro lettere. E loro si adoperarono a offrirla. “Le interviste di storia orale non portano necessariamente informazioni storiche estremamente ricche, portano dettagli, portano atmosfera, portano anima. Non ti rendi conto di quanto possa essere potente il messaggio di un intervistato. Ricordo unintervista di 20 minuti con una donna che, nemmeno quattordicenne, era stata presa e portata via alla fine della guerra. Un folto gruppo di giovani fu preso dai tedeschi e portato in Austria e Germania per lavorare. Era una bambina, ci ha raccontato come è arrivata a Vienna, quanto era spaventata a quelletà, come è stata colta da un bombardamento sul campo e si è nascosta dalle bombe sotto un albero. Tutta la paura, tutto il dramma di questa bambina di 14 anni davano unimmagine degli orrori della guerra. Perché portare lontano dai genitori un figlio di 14 anni è un dramma”.
La storia orale a Radio Romania ha compiuto tre decenni. E larchivio del Centro di storia orale diventa sempre più prezioso con il passare del tempo.