Ong in lotta contro l’inquinamento
La bassa qualità dell'aria nella capitale Bucarest è risentita, pienamente, da qualche anno, da tutti i cittadini.
Christine Leșcu, 03.11.2020, 22:07
La bassa qualità dellaria nella capitale Bucarest è risentita, pienamente, da qualche anno, da tutti i cittadini. Il problema è stato riconosciuto anche dalla Corte Europea di Giustizia, che, questa primavera, ha condannato la Romania per il fallimento sistematico nel ridurre linquinamento a Bucarest, condanna pronunciata al termine di una lunga procedura di infrazione avviata qualche anno fa. Inoltre, le statistiche sulla salute rilevano che, a causa dellinquinamento dellaria, in Romania si perdono più anni di vita sana che in India. E i dati del 2018 indicavano che latmosfera tossica ammazza ogni anno oltre 23.000 romeni, provocando malattie come il cancro polmonare, lischemia cardiaca, licter, infezioni del tratto respiratorio inferiore e la malattia polmonare ostruttiva cronica. E queste malattie hanno anche effetti economici.
Secondo il recente studio “Limpatto dellinquinamento dellaria sui costi sanitari”, pubblicato dallAlleanza Europea per la Salute Pubblica, Bucarest registra annualmente perdite di 6,35 miliardi di euro, che rappresentano il costo dellimpatto dellinquinamento dellaria sulla salute pubblica. Ciascun bucarestino perde annualmente 3004 euro come efetto dellinquinamento sulla sua salute, mentre i costi sociali generati dallinquinamento ammontano in media a 1810 euro per ciascun romeno. È chiaro che misure di riduzione dellinquinamento andavano prese da tempo. Ma, a tal fine, si deve sapere esattamente quali sono le sostanze più dannose che respiriamo senza saperlo e in quali quantità e zone si concentrano.
Diverse ong hanno messo a punto la piattaforma Aerlive, lanciata circa un anno fa, il 12 dicembre del 2019. Il progetto ha comportato linstallazione di sensori che misurano la qualità dellaria a Bucarest e la presentazione dei valori rilevati su una mappa online accessibile a qualsiasi abitante della capitale e non solo. I sensori Aerlive rilevano il livello delle particelle in sospensione PM10 e PM5, ma anche 5 tipi di gas tossici. Perchè è stato necessario lintervento della società civile per rilevare il livello di inquinamento, apprendiamo dalla coordinatrice della piattaforma Aerlive, Oana Neneciu. “La necessità di questa piattaforma era una abbastanza urgente nella capitale Bucarest e continua a esserlo anche in altre città che hanno problemi seri di inquinamento. Perchè abbiamo considerato necessaria questa piattaforma? Le stazioni di monitoraggio a livello della rete nazionale e ufficiale di proprietà del Ministero dellAmbiente non funzionavano adeguatamente e non funzionano neanche adesso. Il loro problema è che sono obsolete, andavano ammodernate ogni 5 anni e ciò non è mai successo nei 15 anni da quando sono state installate. Inoltre, non funzionano costantemente e, quando non sono forniti costantemente dati, non si possono fare neanche valutazioni e monitoraggi molto precisi. Un altro problema è il numero molto basso di queste stazioni: a Bucarest funzionano 8, tra cui 2 installate, in realtà, nella provincia di Ilfov. Queste stazioni di monitoraggio dellaria funzionano in circa il 60%-70% del tempo. Ma anche in questo contesto, anchesse registrano molto spesso valori molto elevati”, ha spiegato Oana Neneciu.
A Bucarest, le principali cause dellinquinamento sono il traffico auto, più precisamente le emissioni di gas di scarico, e il riscaldamento centralizzato delle abitazioni. Cosa succede con laria che respiriamo in queste condizioni ci spiega sempre Oana Neneciu, coordinatrice Aerlive. “A Bucarest abbiamo il fenomeno dello smog nei mesi invernali e primaverili. Lanno scorso, a partire da dicembre, dal lancio della nostra piattaforma, i valori delle concentrazioni delle particelle in sospensione sono stati altissimi fino a marzo del corrente anno quando, con lintroduzione della misura del confinamento nel contesto della pandemia di Covid-19, sono calati. La cosa più grave è che ci sono episodi di inquinamento massiccio nei finesettimana, quando il livello accettabile per la salute umana delle particelle PM 10 e PM5 viene superato 5-6 volte. È successo qualche volta a marzo. È stato un primo segnale di allarme su questo fenomeno di cui neanche noi sapevamo, ci concentravamo sullidea che il traffico è la principale fonte di inquinamento di giorno, ma ecco che di notte o nei finesettimana linquinamento ha altre fonti. È così che siamo venuti a sapere che vengono bruciati illegalmente rifiuti intorno a Bucarest e persino in città, verso le periferie, in zone dove anche i nostri sensori registravano valori altissimi”, ha precisato Oana Neneciu.
Nonostante tutto ciò, misure di riduzione dellinquinamento a Bucarest non sono state prese. Ma, a partire da marzo, quando è stata introdotta la quarantena, non si sono più registrati che raramente valori pericolosi per la salute delluomo, una prova in più – se era necessaria – che il traffico auto è responsabile di buona parte dellinquinamento. Ma questo è un effetto collaterale dellattuale pandemia, perchè le autorità abilitate non hanno agito affatto efficientemente, ritiene Oana Neneciu. “Il rapporto inviato alla Commissione Europea dal Ministero dellAmbiente per il 2019 rileva che continuiamo a essere nella situazione di infrazione. Per due stazioni di Bucarest abbiamo oltre 35 superamenti annuali dei livelli di PM10, il che significa che rischiamo nuovamente la procedura di infrazione. Nel contesto in cui si è appena conclusa una procedura di infrazione e la Romania è stata condannata dalla Corte Europea di Giustizia per il fatto che non è riuscita a prendere le misure necessarie per fermare linquinamento, il nostro Paese si trova attualmente nella stessa situazione”, ha raccontato a RRI Oana Neneciu.
La parte buona è che il progetto Aerlive ha destato linteresse dei cittadini per il rilevamento del livello di inquinamento, visibile in seguito alla campagna “Adotta un sensore”. Nellambito di questa campagna, i bucarestini si sono iscritti per ottenere il montaggio di un sensore nel loro quartiere, il numero totale di simili sensori della rete Aerlive ammontando attualmente a 20. Inoltre, il successo della piattaforma ha portato anche allavvio di un simile progetto anche a Cluj-Napoca, unaltra città inquinata della Romania.