Matrimoni e divorzi in Romania
Un'analisi sociologica realizzata di recente dall'agenzia Frames rileva che i romeni non solo si sposano tardi, ma anche più raramente.
Christine Leșcu, 16.03.2020, 16:42
I 30 anni passati dal crollo del
comunismo in Romania hanno portato, ovviamente, molti cambiamenti economici e
politici, ma anche sociali. Persino la sfera privata dei rapporti famigliari e
affettivi ha attraversato varie trasformazioni. Si tratta tra l’altro
dell’istituzione del matrimonio che, durante il comunismo, ha mantenuto la sua
forma tradizionale, nonostante il fatto che l’ideologia di allora prometteva
anche una rivoluzione delle consuetudini. La concezione tradizionalista del
matrimonio, assieme ad altre consuetudini sociali conservatrici, non solo non
si modificarono nel comunismo, ma per certi versi persino si accentuarono, cosicch
è all’epoca i giovani solevano sposarsi molto presto. Il matrimonio segnava il
pieno ingresso nella maturità, una soglia che andava attraversata al più
presto. La tradizione imponeva che subito dopo l’ultimazione degli studi – medi
o superiori – i giovani iniziassero la
vita vera, cominciando a lavorare e sposandosi, per poter metter su famiglia.
Lo stato comunista, dal canto suo, incoraggiava questa concezione della vita, ai
giovani non sposati risultando più difficile che a quelli sposati ottenere
un’abitazione dallo stato. Ovviamente, questa mentalità non è scomparsa subito dopo il crollo del
comunismo, e nel 1990, gli uomini si sposavano in media a 25 anni, mentre le
donne a 22. Un’analisi sociologica realizzata di recente dall’agenzia Frames rileva, però, che da allora, i cambiamenti
non tardarono: i romeni non solo si sposano tardi, ma anche più
raramente.
Se, nel 1990, gli
Uffici dello stato civile hanno registrato 192.652 matrimoni, nel 2018 il loro
numero è calato di quasi 50.000, a 143.292. I romeni non ritengono più il
matrimonio una priorità, come durante il comunismo, considera l’analista
Frames, Adrian Negrescu. Nel 2018, questa
situazione era scomparsa. Attualmente i romeni si sposano, in generale, solo
quando hanno la sicurezza finanziaria che consente loro di acquistare una casa
e metter su famiglia e avere figli. Adesso le persone sono interessate anche
alla carriera. Le donne sono, inoltre, influenzate da queste tendenze.
Desiderano, innanzittutto, un lavoro stabile, un reddito sicuro e sono molto
interessate a tutto ciò che significa
emancipazione e ad altri aspetti che riguardano
la società dinamica in cui
viviamo. All’inizio degli anni 1990, gli uomini si sposavano in media a 25
anni, mentre le donne a circa 22. Nelle zone rurali, l’età delle donne nel momento del matrimonio era
ancora più bassa, circa 21 anni. Nel 2018, siamo giunti alla situazione in cui
gli uomini si sposano in media a intorno 31 anni, e le donne a 28. È una crescita significativa dell’età che rileva i cambiamenti nella società che ci hanno resi più attenti alla nostra
evoluzione individuale, la famiglia passando in secondo piano, ha precisato
Adrian Negrescu.
Ciononostante, a livello europeo,
la Romania si colloca tra i Paesi con un alto tasso di nuzialità, del 7,3%,
accanto alla Lituania (7,5%), al Cipro e alla Lettonia (6,8%) e a Malta (6,3%).
Inoltre, sebbene il matrimonio tradizionale non sembri più di moda, i rapporti
durevoli non sono scomparsi, bensi’ hanno assunto forme meno ufficiali. Non è cambiato niente, però, nella zona
sentimentale delle relazioni. Ci sono molte coppie che adottano il
concubinaggio e hanno persino acquistato un’abitazione insieme e condividono i
soldi, ma rinviano il matrimonio ufficiale. Considerano di non avere
sufficienti soldi per il matrimonio oppure sono pressate da altri aspetti
economici. Metter su famiglia e la nascita dei figli comportano molte spese.
Molti desiderano figli, ma, purtroppo, non tutti hanno i redditi atti a dare
loro la sicurezza desiderata. Questo livello di sicurezza o di vita decente era
diverso all’inizio degli anni 90. Adesso, negli anni 2000, le esigenze
economiche sono altre. A un figlio si deve assicurare una vita quanto migliore,
per allevare un figlio occorrono spese maggiori per l’istruzione e la salute. Tutto
questo pacchetto di ragioni economiche influenza in modo evidente la percezione
sul matrimonio, ha spiegato Adrian Negrescu.
Non sono solo le ragioni
economiche a cambiare la percezione sul matrimonio, ma anche la visione sulla
felicità personale. Le persone sono
diventate più esigenti con loro stesse, ma anche con quelli intorno. Siamo più
esigenti per quanto riguarda il comportamento del partner, in quanto abbiamo
altri standard per la propria felicità e soddisfazione. Rinviamo il momento in
cui legarci a vita a un’altra persona finoaquando troviamo la persona adatta
che soddisfi sia i bisogni personali, che quelli relativi allo status
economico-sociale. Ma, una volta trovata quella persona e resa ufficiale la
relazione, la separazione sembra una scelta abbastanza rara, perchè le
statistiche sui divorzi rilevano che, sebbene attualmente si sposino più
raramente, i romeni divorziano ancora più raramente. Se nel 1990, si
registravano 32.000 divorzi, nel 2018, erano ancora meno, intorno a 30 mila.
Non è un calo signficativo, ma indica un livello in più di maturità. Siamo più
attenti alla relazione che già abbiamo e
alle modalità di gestione dei problemi che possono apparire. Abbiamo appreso
oppure apprendiamo come sostenere una relazione durevole. Ciò significa più che
condividere l’abitazione. Significa più attenzione concessa al partner e alle
sue aspettative e significa imparare come costruire qualcosa insieme.
Interessante anche l’età alla quale
divorziano i romeni. Nel 2018, l’età media degli uomini in processo di divorzio
era di 43 anni, e delle donne di 39 anni. Quindi, in piena maturità. E nel caso
degli uomini questa età coincide in un
certo senso con la cosiddetta crisi tra i 40 e i 50 anni. Le donne hanno altre
ragioni, secondo me. Per loro è importante quanto sia soddisfacente la
relazione in sè. In generale, le donne sono più mature degli uomini in giovane
età e sono molto piu attente ad aspetti
che gli uomini non notano. Vogliono di più da una relazione e guando finiscono
col stagnare nel ruolo di accuditrici tradizionali della famiglia, le donne con
una carriera cercano di uscire dalla rispettiva relazione perch è vogliono di
più. Non è casuale l’età di 39 anni. È un’età alla quale molte donne hanno
raggiunto l’indipendenza economica e le loro aspettative dalla vita giungono a
essere diverse da quelle dell’uomo che hanno sposato da giovani, ha detto
Adrian Negrescu.
A livello dell’Ue, la Romania, con un tasso di divorzi dell’1,5%, si trova
alla metà della classifica che ha in
testa la Lettonia e la Lituania (col 3,1%) e la Danimarca (col 3,0%). I più bassi
tassi di divorzi in Europa si sono registrati a Malta (0,8%) e in Grecia (1,0%).