Madri e minorenni incinte dalle comunità rurali svantaggiate
Il 10% delle nascite in Romania proviene da madri adolescenti e il 45% delle nascite nell'Unione Europea tra ragazze di età inferiore ai 15 anni proviene dalla Romania, che è al primo posto a questo capitolo.
Roxana Vasile, 14.12.2022, 22:58
Il 10% delle nascite in Romania proviene da madri adolescenti e il 45% delle nascite nellUnione Europea tra ragazze di età inferiore ai 15 anni proviene dalla Romania, che è al primo posto a questo capitolo. Lo ha reso noto lorganizzazione “Save the Children” che, in un rapporto, mostra quale sia il legame tra il livello di istruzione e letà delle adolescenti delle comunità rurali svantaggiate che diventano madri. L85% delle madri e delle donne incinte di età inferiore ai 18 anni non va più a scuola, la maggior parte di loro abbandonando la scuola prima della gravidanza. Una su 10 ammette di non essere mai andata a scuola, e tre quarti hanno abbandonato prima della quarta media.
Molto preoccupante è che 4 su 10 donne incinte o madri adolescenti non sollecitano altri servizi medici durante la gravidanza oltre a quelli offerti dal medico di famiglia. Un terzo delle future mamme adolescenti afferma di non aver effettuato mai alcun esame medico, il motivo principale essendo la mancanza di soldi: metà delle loro famiglie ha un reddito mensile inferiore a mille lei, pari a circa soli 200 euro. Allo stesso tempo, l80% non ha mai utilizzato alcun metodo contraccettivo, perché non disponeva di informazioni. Le statistiche presentate da “Save the Children” mostrano, inoltre, che tre quarti delle madri minorenni o minorenni incinte hanno parenti o conoscenti che hanno partorito quando avevano meno di 18 anni. E un terzo di loro è nato da madri minorenni.
A Sălaj, ad esempio, decine di ragazze sono sostenute attraverso un programma avviato da un gruppo di lavoro speciale istituito a livello provinciale. Attraverso questo programma, le madri minorenni beneficiano di servizi medici, sociali ed educativi per potersi integrare nella società. Di queste madri ci ha parlato Violeta Milaş, direttrice del Dipartimento di assistenza sociale e tutela dellinfanzia di Sălaj. ʺLa maggior parte viene dalle zone rurali, dove queste giovani donne o ragazze, queste madri minorenni non hanno documenti di identità, certificati di nascita, il resto della famiglia e andato via … Quando arrivano in ospedale e partoriscono, non cè il certificato di nascita, non cè un documento didentità. La registrazione dei bambini è un problema. Leducazione e la cultura di queste famiglie è che è normale partorire a questa età. Abbiamo dovuto insegnare loro le cose basilari sulligiene affinche riuscissero ad allevare i propri figli. Nelle comunità in cui ci sono assistenti sociali e infermieri di comunità, i risultati si vedono, nel senso che vengono monitorate, vengono insegnate loro certe cose e la situazione di queste madri è più semplice».
A Bucarest, presso il Ministero della Salute, un anno fa, dopo una lunghissima assenza, è stata riattivata una struttura che si occupa di salute materno-infantile. Sono, inoltre, in corso i lavori per la realizzazione di circa 200 centri comunitari integrati a livello nazionale, ubicati in aree abitate da popolazioni vulnerabili, che offriranno sia servizi sanitari, che servizi sociali. Tuttavia, il ministro Alexandru Rafila conferma: affinché le donne incinte e le madri minorenni abbiano accesso a servizi medici e sociali, le autorità centrali devono poter contare su una partnership con quelle locali. Sempre il ministro Rafila ritiene che listruzione sia essenziale e che il numero di madri minorenni in Romania potrebbe diminuire solo se andassero a scuola, e leducazione alla salute diventerebbe una disciplina permanente, parte del curriculum. ʺCredo che il problema principale sia legato allaccesso allistruzione e, secondariamente – ma non necessariamente secondario per importanza, essi derivano luno dallaltro – laccesso alleducazione alla salute. Laccesso alleducazione alla salute è molto importante, è multidisciplinare, non riguarda esclusivamente leducazione sessuale, e dovremmo evitare di limitarci esclusivamente a questarea, delleducazione sessuale. Abbiamo un nuovo ministro dellIstruzione e sono convinto che riusciremo a trovare una soluzione, affinché leducazione alla salute diventi una disciplina permanente, adatta a tutte le età, che faccia parte del curriculum. Ma non possiamo fare educazione alla salute se questi bambini non vanno a scuola. È chiaro che il problema è legato al background culturale, spesso appartengono a minoranze, a gruppi vulnerabili che tradizionalmente si sposano in età giovanissima e, di conseguenza, fanno figli».
Nel luglio 2022 è stata promulgata in Romania la legge riguardante lintroduzione, a partire dal quarto anno della scuola secondaria di primo grado, di lezioni di educazione alla salute, a cui gli studenti possono partecipare con lapprovazione dei genitori. E secondo la consigliera presidenziale Diana Păun, questa educazione alla salute è una priorità, perché è il filtro attraverso il quale alle generazioni presenti e future viene offerta la possibilità di scelte consapevoli e responsabili. La consigliera Diana Păun promette anche altri cambiamenti. ʺNellambito delleducazione alla salute, leducazione sessuale rappresenta una componente importante che ha il potenziale di cambiare queste statistiche grigie, per non chiamarle nere. Nelle aree rurali e nelle comunità isolate cè il più grande bisogno di una rete di servizi di medicina scolastica funzionale, educazione sessuale e pianificazione familiare, e il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha dato la priorità alla creazione di questa rete. Gli investimenti nella dotazione e ristrutturazione degli studi di pianificazione familiare nelle regioni vulnerabili, con un gran numero di gravidanze adolescenziali e un gran numero di malattie sessualmente trasmissibili sono considerati un pilastro importante del PNRR sul fronte della salute e contribuirà a notevoli miglioramenti.ʺ
Le esigenze sono, di conseguenza, tante e su più livelli! Una riforma che porti a profondi cambiamenti deve puntare anche, ad esempio, sulle risorse umane nella sanità – il numero necessario di professionisti con specializzazioni adeguate e la loro ottimale distribuzione geografica. Allo stesso tempo, è necessario raccogliere informazioni e avere una situazione più completa nel campo della salute materna e infantile nelle comunità socialmente isolate e non integrate. Anche la comunicazione e la cooperazione tra i servizi pubblici di assistenza sociale, i servizi medici e le istituzioni educative sono essenziali. Tutto cio e altro ancora e essenziale, dato che è noto, da un lato, che la gravidanza in giovane età comporta maggiori rischi, e, dallaltro, la maternità prematura espone le giovani madri al rischio di abbandono scolastico e di ingresso nel circolo vizioso della povertà, con effetti di generazione in generazione.