L’integrazione dei giovani assistiti
Nel mese di marzo a Bucarest si sono svolti una serie di avvenimenti che hanno avuto al centro dell'attenzione la situazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni, che non sono attivi sul mercato del lavoro
România Internațional, 06.04.2017, 18:16
Nel mese di marzo a Bucarest si sono svolti una
serie di avvenimenti che hanno avuto al centro dell’attenzione la situazione
dei giovani NEET – vale a dire di giovani con eta’ comprese tra i 15 e i 24
anni, che non sono attivi sul mercato del lavoro, non seguono nessuna forma di
educazione e non partecipano a nessun corso di formazione professionale. I
partecipanti hanno tentato di individuare soluzioni per l’integrazione dei
giovani senza attivita’, che rappresentano una percentuale preoccupante della
popolazione della Romania.
In un periodo in cui il tasso dei Giovani NEET
diminuisce a livello dell’UE, attualmente a una media del 12%, in Romania
questo tasso sale al 18%. Questo significa circa 4 – 500.000 giovani, molti di
loro restando nonidentificati a causa del fatto che non figurano sulla lista di
nessuna istituzione. E questo il contesto in cui il think-tank Social Doers ha
organizzato una conferenza nazionale in cui e’ stata lanciata la piattaforma
La Coalizione Europea per i Diritti della Gioventu’ NEET. Si tratta di un
iniziativa finanziata tramite il programma Erasmus e lanciata nel mese di gennaio
a Bruxelles. L’iniziativa e’ partita dall’idea che il problema di questi
giovani non e’ solo uno nazionale bensi uno che si ritrova anche a livello
europeo.
Veronica Ştefan, presidente della Social Doers afferma che Tramite questa iniziativa abbiamo tentato di osservare le situazioni
particolari che si ritrovano in 6 Paesi. La Romania e’ stato uno di questi, pero’
abbiamo guardato anche verso Paesi come la Gran Bretagna o l’Austria, che hanno
un tasso molto basso per quello che riguarda questa categoria di giovani.
Abbiamo guardato anche verso il Portogallo, l’Italia o il Belgio. Da qui, siamo
arrivati alla conclusione della necessita’ di
uno sforzo comune. Da una parte, abbiamo bisogno di una piattaforma in
cui le ONG che offrono effettivamente servizi a questi giovani si ritrovino
allo stesso tavolo con altri partner : partners sociali- sindacati e padronati,
assieme ai politici, che prendono le decisioni. Dunque la piattaforma si
rivolge alle tre categorie : ONG, strutture del Padronato e sindacati e
parlamentari europei, perche loro sono il contatto diretto tra le decisioni prese a livello
europeo e i cittadini di tutti i Paesi.
Victor Negrescu (S&D) e’ uno dei deputati
europei che hanno manifestato preoccupazione nei confronti dei problemi dei
giovani, e specialmente nei cofronti dei giovani NEET. Secondo lui, ci sono
diversi programmi a livello dell’UE ideati per sostenere i giovani, pero… Deve essere menzionato il fatto
che molti di questi programmi vedono i
problemi dei giovani come un tema globale, generale e non esiste un modo di
affrontarli in modo personalizzato, mirando proprio i giovani NEET di modo di
far’si che questi , ben 21 milioni a
livello europeo, sentano veramente i benefici di questi programmi europei. Nei
dibattiti di Bucarest, il mio punto di vista e’ stato quello di lavorare per
realizaare programmi basati sulle necessita’ personali di questi giovani e di
identificazione a livello locale.
Quasi mezzo milione di persone della popolazione
del Paese – giovani inattivi potrebbe potrebbe essere una ciffra che non fa’
paura. In realta invece, le cose stanno diversamente. Perche , assieme al loro
invecchiamento, il loro numero cresce. Se sono solo il 18% entro i 25 anni,
diventano il 25% fino ai 30 anni e restano poco piu’ del 20% entro i 35 anni. In questo modo si crea una
generazione di giovani inattivi, che non producono.Questo significa anche un
problema di costi a livello economico,
sottolinea Veronica Stan Un agenzia europea, valutava che nel 2011, la
Romania spendeva, o, in altre parole, in realta’, perdeva, oltre alle spese,
circa l’1,54% del PIL. Circa 2 miliardi di euro. Cosa significa perdevano
questi soldi? Significa che quasi mezzo milione di giovani beneficiavano di
sostegno sociale senza il pagamento di alcuna contribuzione. Dunque, ogni anno,
i giovani con eta’ inferiore ai 25 anni provocavano una perdita economica di 2
miliardi di euro.
E se aggiungiamo a questa situazione anche il
fenomeno di invecchiamento della popolazione in Romania ma anche a livello
europeo, dunque la necessita di un numero maggiore di persone attive, si puo’
capire l’importanza di individuare al piu’ presto una soluzione a questo
problema.. E quanto si propone tramite la piattaforma anche La Coalizione
Europea per i Diritti della Gioventu’ NEET.
Veronica
Stefan Quello che possiamo fare noi e dove spero di arrivare tramite
questo dialogo tra tutti gli attori e che, da una parte, le ONG , che hanno
l’accesso piu’ facile, che offrono i servizi piu vicini a questi giovani
diventino traduttori, mediatori tra istituzioni e questi giovani, che, risulta
chiaro, se sono arrivati in questa situazione non sono in grado di superarla
senza difficolta’. D’altra parte, collaborare con le istituzioni,per creare una
politica piu’ flessibile. Fin’ora abbiamo messo l’accento sui fondi europei,
con progetti che iniziano nell’anno 1 e finiscono l’anno 3 per dimenticare alla
fine quello che e’ accaduto con questi giovani. Sarebbe importante avere dei
programmi continui, con un aproccio piu’ amichevole, orientiati verso i
giovani, personalizzati.
La conclusione che si impone e la necessita’ di
identificare i giovani che non sono attivi sul mercato del lavoro, non seguono
corsi di formazione e in generale nessuna forma di educazione, per monitorare
la loro situazione e offire delle soluzioni personalizzate. Allo stesso tempo, si
sente la necessita di programmi
nazionali che siano sostenuti anche dalle politiche pubbliche.