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L’attivismo civico nel 2017

Lo sviluppo dello spirito civico e di quello di solidarietà è, sicuramente, una delle caratteristiche della società romena degli ultimi anni.

L’attivismo civico nel 2017
L’attivismo civico nel 2017

, 16.01.2018, 18:10

Lo sviluppo dello spirito civico e di quello di solidarietà è, sicuramente, una delle caratteristiche della società romena degli ultimi anni. Confrontati con i vari problemi quotidiani della vita nella comunità, i cittadini di varie città romene e dei rioni di Bucarest si sono uniti in gruppi informali e hanno cercato, facendo appello alle autorità pubbliche, di trovare delle soluzioni. Ad esempio, nei quartieri periferici della capitale, come Drumul Taberei o Tei, i gruppi di iniziativa civica sono riusciti a convincere i comuni ad implicarsi in un progetto di rivitalizzazione di un complesso culturale e, rispettivamente, di rinunciare alla profanazione di uno spazio verde. Altre ong o cittadini sono implicati in diverse azioni caritatevoli e riescono a mobilitare le persone affinchè donino ai loro prossimi a disagio vestiti, cibo o soldi. Inclusivamente le ampie manifestazioni di protesta contro le proposte di modifica delle leggi sulla giustizia che hanno segnato linizio, ma anche la fine del 2017, possono essere spiegate tramite questa rinascita dello spirito civico. I cittadini si sono resi conto non solo che sta a loro cambiare qualcosa in bene, ma anche dialogare con le autorità che, a volte, prendono decisioni senza consultarli. Il loro attivismo civico è stato incoraggiato, logisticamente e finanziariamente, anche dal CERE (il Centro di risorse per la partecipazione pubblica). Per vedere quali sono stati i progressi nella partecipazione pubblica dei cittadini anche nel 2017 e quali sono le prospettive nel 2018, abbiamo chiesto lopinione di Oana Preda, la direttrice esecutiva del CERE.



“Anche nel 2017 abbiamo visto unaumento dellinteresse pubblico per limplicazione nella decisione pubblica e nellattivismo, ma è stato anche un anno un po triste da questo punto di vista, ma non solo perchè i cittadini sarebbero meno attivi. Due-tre anni fa, noi immaginavamo che man mano che le persone diventeranno più attive, più implicate, più esigenti e più disposte a chiedere spiegazioni ai governanti, anche le istituzioni statali cominceranno a comunicare meglio con i cittadini e con le loro organizzazioni. Purtroppo, il 2017 ci ha dimostrato che non è proprio cosi. Al contrario. Noi, quelli dal mondo delle ong sentiamo che siamo tornati negli anni 90 dal punto di vista del dialogo con le istituzioni dello stato. Mi riferisco a quel periodo in cui nè la società civile, nè le istituzioni dello stato capivano molto bene il ruolo delle ong e sembrava strano allora che unistituzione pubblica organizzasse una consultazione con i cittadini. Per anni abbiamo combattuto per essere riconosciuti e siamo riusciti ad aprire un po il dialogo tra il settore non governativo e le istituzioni pubbliche. Ma adesso questo dialogo sembra chiudersi di nuovo”, spiega Oana Preda.



La buona notizia, ritiene Oana Preda assieme agli altri rappresentanti della società civile, è che lo spirito civico, una volta risvegliato e nutrito, resiste. Perciò, il 2018 si preannuncia un anno in cui i cittadini e il settore non governativo dovranno analizzare il modo di intervento e cercare metodi innovativi per convincere le autorità che non devono governare da sole. Del resto, ci sono leggi stando alle quali ai cittadini vengono garantite la consultazione e la partecipazione alle decisioni che li riguardano direttamente.



“Ci sono degli obblighi chiari che le autorità pubbliche devono rispettare. Ad esempio, sottoporre al dibattito pubblico le leggi 30 giorni prima che vadano allesame delle autorità che le devono adottare alla fine. Parti dei provvedimenti legislativi sono completamente ignorate in certi posti in Romania. Al di là della legislazione, parliamo anche di certe buone pratiche che abbiamo costruito lungo il tempo, le quali, anche se non sono incluse nella legislazione, non vanno ignorate. I gruppi di iniziativa civica appoggiati dal CERE hanno acquisito, nei due-tre anni di funzionamento, lesperienza necessaria per limplicazione in questo processo decisionale”, rassicura Oana Preda.



“Hanno molta legittimità nei loro quartieri, hanno iniziato ad avere un impatto aumentato anche a livello delle autorità pubbliche locali. Parlo soprattutto del Gruppo di Iniziativa nella zona del Lago Tiglio che, nellestate del 2017, è riuscito abbastanza rapidamente a fermare la costruzione di un gruppo di statue nella zona verde. Il successo si deve anche al fatto che per anni sono stati perseveranti nelle loro iniziative, hanno comunicato con gli abitanti del quartiere e hanno conquistato la loro fiducia, sono stati perseveranti nella comunicazione con il Comune. Motivo per cui, in estate non è stato difficile per loro mobilitare un gran numero di persone per convincere insieme il Comune del secondo rione della capitale che non mettesse più quelle statue nel parco, bensi allentrata nel parco, in uno spazio già asfaltato per non occupare lo spazio verde. Altri gruppi hanno deciso di trasformarsi in ong e ciò è una prova di maturità del rispettivo gruppo che desidera superare lo status di gruppo informale e diventare unassociazione costituita secondo la legge”, spiega sempre Oana Preda.



Di conseguenza, adesso aspettano solo che le autorità pubbliche manifestino una maggiore apertura verso il dialogo con i cittadini, ma anchesi implichino nei grandi progetti sullagenda pubblica.



“Man mano che il governo dimostra i suoi limiti in certi settori, ci sono organizzazioni che si rimboccano le maniche e si mettono a fare le cose al posto del governo, come la costruzione di ospedali o di una casa per i genitori dei bambini malati di cancro che li accompagnano in ospedale e hanno bisogno di pernottare da qualche parte. Ma fra metà anno cosa faremo? Che costruiamo noi autostrade perchè le autorità non lo fanno? Ma fino a che punto si dovranno implicare le autorità civiche per fare ciò che lo stato non fa?”, si chiede Oana Preda, la direttirce esecutiva del Centro di risorse per la partecipazione pubblica. (traduzione di Adina Vasile)


Foto: Vitolda Klein / unsplash.com
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