La semi-dipendenza economico-abitativa dei giovani dai genitori
Le statistiche europee segnalano, da diversi anni, l'esistenza di un fenomeno che non sembra rallentare: il gran numero di giovani adulti - tra i 19 e i 34 anni - che vivono con i genitori.
Christine Leșcu, 12.09.2022, 18:09
Le statistiche europee segnalano, da diversi anni, lesistenza di un fenomeno che non sembra rallentare: il gran numero di giovani adulti – tra i 19 e i 34 anni – che vivono con i genitori. Il sogno di una precoce indipendenza sembra aver smesso di segnare da molti anni la vita dei giovani europei e la Romania non vi fa eccezione. Ad esempio, nel 2018 circa il 42% dei giovani romeni tra i 25 e i 34 anni viveva con i genitori, mentre dati più recenti mostrano che il loro numero sarebbe superiore a 2,2 milioni. La pandemia non ha affatto cambiato la situazione, la Romania annoverandosi tra i primi 10 Paesi europei con il più alto tasso di coabitazione con i genitori dei giovani adulti sopra i 25 anni. Ai primi posti Croazia, Grecia e Slovacchia, e agli ultimi Paesi nordici come Svezia, Finlandia e Danimarca. Il sociologo Dumitru Sandu, docente allUniversità di Bucarest, ha studiato il fenomeno e analizzato i più recenti dati.
“Per il 2020, nella gerarchia europea, la Croazia aveva il 65% di giovani in co-abitazione, la Grecia il 60%, la Slovacchia il 53%. La Romania è al 10° posto con il 43%. Infatti, il cambiamento più importante avvenuto nel biennio 2018-2020 è legato alle differenze di genere tra uomini e donne. La quota di giovani maschi adulti di età superiore ai 25 anni e fino ai 34 anni che vivevano con i genitori era del 55%, ovvero più della metà. Per le giovani donne della stessa età, la percentuale è del 29%. Quindi, si tratta praticamente di una differenza di circa 27 punti percentuali. Come ci troviamo dal punto di vista dei divari di genere? Siamo al 2° posto subito dopo la Bulgaria. La Bulgaria ha una percentuale più alta della Romania, la differenza tra uomini e donne essendo del 28% rispetto al 27% in Romania. Quindi, in Europa, cè un divario non tra la vecchia UE e la nuova UE, ma tra gli estremi geografici. Ci sono Paesi del sud come Croazia, Grecia, Slovacchia e Romania, e vicini a essi per comportamento demografico Portogallo, Spagna, Italia e Malta, e quelli del nord. Quindi è un divario importante tra il sud Europa e il nord Europa.”
La prima causa a cui pensiamo quando analizziamo questa situazione è quella economica. Laumento della disoccupazione giovanile, gli affitti alti o lalto costo delle abitazioni sono altrettanti motivi che trattengono a lungo i giovani nella casa dei genitori. Ma è possibile che anche la persistenza di modelli culturali o sociali più antichi sia una causa, soprattutto date le discrepanze di genere. Il sociologo Dumitru Sandu spiega. “Resta la motivazione economica, ma esiste anche una motivazione culturale o sociale, nel senso che nel modello culturale tradizionale luomo è il principale percettore di reddito. Luomo conta di più nel mercato del lavoro. Questa motivazione sociale è molto importante nelle analisi sociologiche. Abbiamo misurato lo stato sociale dei 27 Paesi attraverso laspettativa di vita alla nascita, un indicatore utilizzato nella ricerca specializzata per misurare lo sviluppo sociale. In breve, le società con servizi sociali e sanitari meno sviluppati tendono a costringere i giovani a vivere più a lungo con i genitori. Soprattutto i maschi. Da qui il divario molto ampio tra uomini e donne nellEuropa meridionale rispetto allEuropa settentrionale”.
Tuttavia, ciò non spiega completamente il fenomeno, perché il sud dellEuropa è in evoluzione da molto tempo e la Romania è un caso esemplare in questo senso, ritiene Dumitru Sandu. “Soprattutto nei Paesi poveri, del sud Europa, negli ultimi 10-20 anni cè stato un processo di crescita accelerata del livello di aspirazioni dei giovani. In breve, i giovani in Romania, indipendentemente dalla loro condizione economica e dalla condizione economica del Paese, vogliono vivere come in Occidente. In queste condizioni, alcuni di loro, se vogliono vivere come in Occidente, vanno in Occidente, ma altri restano nel Paese. Affinché le condizioni di vita nelle future giovani famiglie siano il più vicino possibile a quelle in Occidente, esse accettano un periodo-cuscinetto in cui spendono meno per la propria persona e si preparano alla creazione di un contesto più connesso famiglia. Ad esempio, la società romena inizia a investire sempre di più nella qualità del bambino. Lidea è: “non vogliamo molti figli, ma vogliamo avere condizioni nella famiglia, in casa e nella società in modo tale che i pochi bambini che abbiamo abbiano accesso a una buona istruzione e a una buona vita. Quindi, questi rinvii che a prima vista sembrano strani sono assolutamente razionali. Derivano da un improvviso aumento di livello delle aspirazioni dei giovani relativamente poveri dellEuropa meridionale che continuano a rimandare metter su famiglia e il proprio nucleo familiare fino a quando saranno più vicini alle condizioni ideali.”
Sfortunatamente, nessuno dei dati attuali indica che il grado di co-abitazione dei giovani con i genitori diminuirà nel prossimo futuro, almeno non fino a quando le condizioni economiche non cambieranno.