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La salute mentale, una priorità per la società odierna

Le attuali statistiche mondiali sulla salute mentale sono allarmanti. I sistemi sanitari dell'intero mondo si confrontano con una sfida senza precedenti.

La salute mentale, una priorità per la società odierna
La salute mentale, una priorità per la società odierna

, 27.02.2020, 19:26

Global Shapers Bucharest Hub è un gruppo di giovani entusiasti che, sotto legida del World Economic Forum, lavorano insieme per trovare soluzioni alle sfide locali, regionali e globali della nostra società. In partenariato con la Società degli Studenti di Medicina di Bucarest, quelli del Global Shapers hanno avviato una serie di conversazioni sul tema controverso della salute mentale. Un primo simile incontro si è svolto allUniversità di Medicina e Farmacia “Carol Davila” di Bucarest. Diana Loreta Păun, consigliere presidenziale presso il Dipartimento di Salute Pubblica, sui principali problemi con cui si confronta la medicina psichiatrica in Romania.



“Abbiamo dei problemi con le risorse disponibili. Infatti, questi sono, in fin dei conti, problemi del sistema sanitario in Romania. E parlo, innanzittutto, delle risorse umane, dei giovani che lasciano il Paese a studi ultimati. Cè un grande deficit anche per quanto riguarda le risorse finanziarie e linfrastruttura. Lapproccio al paziente psichiatrico è uno limitato. In generale, dopo la diagnosi, ci concentriamo sul trattamento con farmaci. Ma un approccio corretto implica anche la zona di assistenza sociale, di reintegrazione sociale, di terapia comportamentale e di psichiatria sociale, elementi che in Romania, purtroppo, non sono per niente ben sviluppati”, ha spiegato Diana Loreta Păun.



Dopo una storia di qualche decennio in un regime totalitario, la psichiatria romena si è confrontata con problemi di approccio e visione che continuano a colpire, annualmente, le vite di un importante numero di pazienti. Molti restano, per gli stessi motivi, senza una diagnosi.



“Restiamo con i problemi che gli anni di comunismo ci hanno lasciato in eredita. Credo che la discriminazione e la stigmatizzazione con cui si confrontano i pazienti con malattie psichiche si debbano a quellepoca. Inoltre, viviamo in una società in cui siamo sottoposti sempre di più allo stress. Ciò comporta un adattamento e, molte volte, non riusciamo ad adattarci. Sviluppiamo disturbi pischici, sviluppiamo depressione che può andare fino al suicidio. Per trovare il migliore approccio si deve tener conto di tutto ciò. Nella vita quotidiana, partendo da questo mancato riconoscimento da noi stessi di questi disturbi, le conseguenze sono evidenti. I pazienti evitano di ricorrere ai servizi sanitari, evitano di andare dallo psicologo e, di conseguenza, non hanno una diagnosi e non beneficiano di trattamento”, ci ha detto Diana Loreta Păun.



Ci sono stati, però, anche tempi migliori per la medicina psichiatrica romena. Se, prima della Seconda Guerra Mondiale, i nostri specialisti erano sul punto di allinearsi alle tendenze occidentali, la fine degli anni 70 del secolo scorso hanno messo la scienza della psicologia in un cono dombra imposto dal regime comunista. Julien-Ferencz Kiss, psicologo, autore del lavoro “La storia della psicoanalisi in Romania”.



“Fino allinizio degli anni 1940, cera una tradizione psicologica molto forte in Romania. La prova è il fatto che Bucarest doveva ospitare il Convegno Internazionale di Psicologia. Non si è più tenuto a causa della guerra. Ma era per la prima volta che un Paese non membro del blocco occidentale era proposto per ospitare il convegno. Certo, parliamo di psicologia in generale, non di psicanalisi. Quindi, la psicanalisi non ha attecchito in Romania. E ciò che è successo dopo il 1948 ha significato persino una negazione della psicologia. È stato un periodo in cui la psicologia è stata persino sospesa. Nel 1977, le facoltà di piscologia sono state sciolte, inclusivamente la professione di psicologo è stata rimossa dalla lista di professioni e mestieri”, ci ha detto Julien-Ferencz Kiss.



Leyla Safta-Zecheria, sociologa allUniversità Ovest di Timişoara, ha indagato sulla problematica delle istituzioni di specialità romene di diverse epoche. Purtroppo, la situazione precaria e la percezione sul sistema psichiatrico romeno sembrano non essere migliorate di molto fino ai nostri giorni.



“Nonostante lidea progressista di migliorare la situazione tramite le nuove infrastrutture psichiatriche proposte da Obreja e Parhon, nei primi dieci anni dopo la Prima Guerra Mondiale apprendiamo proprio da Parhon che a Socola (ospedale psichiatrico nei pressi di Iasi) non cerano le condizioni igieniche adatte, cerano problemi nellassicurare un minimo di cibo per i pazienti. Si tratta di problemi con cui abbiamo continuato a confrontarci lungo la storia. Ciascun sistema politico, inclusivamente quello comunista, si è proposto di cambiare questa situazione. Nel momento in cui il regime comunista si è proposto il cambiamento, ha esteso il sistema dasilo. Sono comparsi asili di cura sanitaria negli anni 40-50, poi segue lestensione degli ospedali generali con sezioni di psichiatria, ma anche il primo tentativo di offrire servizi comunitari, con laboratori di salute mentale negli anni 70. Nel 1990, ci furono più rapporti che dimostravano che cerano posti in cui le persone ricoverate erano private di libertà, ma anche delle condizioni di base. Molte di queste cose sono state tramandate fino ad oggi”, ha precisato Leyla Safta-Zecheria.



Le attuali statistiche mondiali sulla salute mentale sono allarmanti. I sistemi sanitari dellintero mondo si confrontano con una sfida senza precedenti e la Romania ha bisogno di recuperare una tradizione medica troppo spesso messa alla prova, in varie epoche storiche. Ştefan Bandol è il presidente dellAssociazione “ALI” per i pazienti con problemi di natura psichiatrica e spiega limportanza di questo settore.



“È un problema importante, con cui si confrontano tutti, dapperttutto nel mondo. Si tratta di discriminazione e stigmatizzazione. La statistica dellOrganizzazione Mondiale della Sanità indicava, nel 1990, che il 25% della popolazione del Globo avrà almeno una volta nella vita bisogno di una visita specialistica. Negli anni 2000, questa percentuale è salita al 33%, e, dopo gli anni 2010, le ultime statistiche indicano che, nel futuro, il 50% della popolazione del Globo avrà almeno una volta nella vita bisogno di una visita specialistica. Se prendiamo in calcolo che ciascuno ha in famiglia un parente oppure ha un amico o un collega di lavoro con problemi di natura piscologica o psichiatrica, praticamente lintera popolazione del mondo è colpita direttamente o indirettamente da questo fenomeno”, ci ha raccontato Ştefan Bandol.



“Romanias Troubled History with Mental Health” fa parte del progetto “Shaping Conversations: Mental Health”, in cui Global Shapers Bucharest Hub porta in primo piano temi importanti dal mondo della salute mentale. Levento sarà seguito dal “The Reality of Mental Health” e dal “Digital Revolution Meets Mental Health”, del 5 marzo e del 9 aprile.




(foto: pixabay.com)
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