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La pattuglia apicola urbana

Bucarest potrebbe letteralmente essere considerata un enorme alveare. Tra i muri di cemento o gli alberi curati ogni stagione, ci sono api con i favi, gli insetti di nessuno.

La pattuglia apicola urbana
La pattuglia apicola urbana

, 14.10.2024, 19:35

Bucarest potrebbe letteralmente essere considerata un enorme alveare. Tra i muri di cemento o gli alberi curati ogni stagione, ci sono api con i favi, gli insetti di nessuno. Decine di migliaia di api trovano rifugio nelle aperture di ventilazione degli edifici, nelle soffitte delle case, anche storiche, negli ospedali, nelle ambasciate, nei ministeri, nei parchi o nei cimiteri. Gli operatori del numero di emergenza 112 ricevono, ogni settimana, richieste di aiuto da parte di persone che vogliono liberarsi di questi insetti. Per questo è nata la pattuglia apicola urbana, un gruppo di apicoltori volontari che proteggono sia le persone dalle api che le api dalle persone. In sostanza, la pattuglia è un’interfaccia tra cittadini e apicoltori pronti a intervenire ed estrarre sciami di api indesiderate o che si insediano in luoghi inappropriati della città, alcuni insoliti, di cui Marian Pătraşcu, il fondatore della pattuglia, racconta: ʺOgni situazione, anche se sembra identica, ha una particolarità. Di solito, si siedono su un ramo d’albero, ma si siedono anche più in alto. Siamo stati chiamati alla Cattedrale della Salvezza del Popolo, dove ci sono tre anelli architettonici che adornano l’edificio a 50 metri di altezza, e gli operai hanno notato almeno tre ingressi, e lì abbiamo potuto solo constatare la loro presenza. Non potevamo rompere i muri e le abbiamo lasciate vivere lì perché siamo apicoltori, lavoriamo con le api e non le uccidiamo. Siamo rimasti colpiti anche noi da ciò che abbiamo visto che è stato fatto ad un’altezza di 50m. Sicuramente le api lì non possono fare del male. Inoltre, ci sono molte famiglie di api nel Palazzo del Parlamento, lavorano lì instancabilmente, gli sciami se ne vanno, vengono portati via dai nostri colleghi. In un edificio sul Viale della Vittoria, il favo centrale era alto 1,80 m, quindi era lì da almeno 5 anni. Le api non avevano dato fastidio a nessuno. In una casa abbandonata a Plumbuita, c’erano 20 favi. Da qualche parte vicino a Bucarest, in una finestra in disuso, circa 100 kg di miele in favi. È un peccato che questi valori vadano perduti, che non siano valorizzati!ʺ

Può sembrare paradossale, ma le api vivono più felici a Bucarest con il traffico soffocante, perché hanno cibo più pulito rispetto alle api delle campagne. E questo perché gli spazi verdi urbani, quanti ce ne sono, non sono avvelenati da pesticidi o erbicidi. “L’ambiente urbano è diventato straordinariamente amichevole per le famiglie di api. Qui trovano costantemente una fonte di cibo, di nettare, hanno fiori costantemente, nei parchi, nelle piazze, in tutte le composizioni floreali che vengono costantemente cambiate e annaffiate dalla primavera fino al tardo autunno “, spiega Marian Pătraşcu: “Nelle grandi città, le api se la passano molto bene, perché le autorità assicurano un ambiente permanentemente favorevole, i fiori vengono cambiati, vengono annaffiati, anche se non ci sono precipitazioni, cosa che non avviene più nelle zone rurali. Lo diciamo addirittura ogni volta che siamo chiamati ad intervenire che l’ambiente urbano è diventato un paradiso per le api, rispetto all’ambiente rurale, perché i fiori sono estremamente limitati, l’eccessivo diserbo, la siccità, il cambiamento climatico – tutto questo ha contribuito a creare pessime condizioni in la campagna e l’ambiente urbano è un’alternativa”.

La Pattuglia Apicola Urbana, attraverso il suo fondatore, esorta i cittadini di Bucarest a non cercare di cacciare via da soli le api, ma a chiedere aiuto: ʺDevono avvisare le autorità. Già da 6 anni siamo attivi a Bucarest, nella confinante provincia di Ilfov e oltre, avendo questa pagina in rete dove abbiamo cercato di mostrare alla gente che è qualcosa di normale. Le api possono essere nostre amiche e noi dobbiamo comportarci come tale. Senza di loro non c’è vita. Beh, è semplice: avvisa le autorità, un apicoltore o direttamente il servizio di emergenza 112 e noi veniamo chiamati e sappiamo cosa dobbiamo fare. Durante il periodo dello sciame vengono segnalate in media 30-40 situazioni al giorno e durante il periodo di punta riceviamo forse anche 100 chiamate solo a Bucarest e nella provincia di Ilfov. Quasi tutte sono risolte. Per noi la prima cosa è non mettere in pericolo la vita dei cittadini o degli apicoltori che intervengono… Sicuramente potranno stabilirsi altrove. Sappiamo che hanno creato problemi da qualche parte? Abbiamo messaggi secondo cui hanno creao problemi solo laddove non sono state lasciate in pace”.

Invece, perché no?, convivendo con le persone, il miele delle api della Capitale potrebbe diventare un brand della città. Marian Pătrașcu: ʺIn questa zona oltre il Danubio, anche Erodoto diceva che non si poteva penetrare per la moltitudine di sciami di api. Non dimentichiamo che, per centinaia di anni, il miele, la cera e altri prodotti sono stati offerti come tributo. Tre case su cinque avevano alveari nel giardino. Però in questo momento, almeno negli ultimi 30 anni, c’è questa paura amplificata, e diciamo, ingiustificata, e, ripeto, dobbiamo comportarci normalmente, fanno parte della nostra vita e dobbiamo imparare a convivere con loro.ʺ

Un cliente della Pattuglia Apicola Urbana ha assaggiato il miele “selvatico” di Bucarest e dice che è solo di colore più chiaro di quello che tutti conosciamo, è molto, molto buono!

(sursa foto pixabay@Vertax)
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