La necessità dell’educazione alla salute
Di recente, l'Istituto Nazionale Romeno di Statistica ha reso pubblici alcuni dati allarmanti: 700 delle 200.000 persone diventate mamme nel 2019 avevano meno di 15 anni e quasi 18.000 tra i 15 e i 19 anni.
Christine Leșcu, 31.03.2021, 08:00
Di recente, lIstituto Nazionale Romeno di Statistica ha reso pubblici alcuni dati allarmanti: 700 delle 200.000 persone diventate mamme nel 2019 avevano meno di 15 anni e quasi 18.000 tra 15-19 anni. In questo contesto, quasi un quarto (23%) delle mamme minorenni nellUe provengono dalla Romania. Queste statistiche non sono, però, una sorpresa. Esse confermano un fenomeno con cui la società romena si confronta da tempo. E una delle cause è la mancata educazione sessuale, anche se inclusa in un corso opzionale di educazione alla salute impartito da qualche anno proprio nella prima elementare. I corsi opzionali sono tenuti dagli insegnanti, ma in certi casi anche dagli specialisti delle organizzazioni non governative. Una di queste ong è “Giovani per i giovani”, impegnata da quasi 30 anni nella promozione delleducazione alla salute tra gli allievi in Romania, come racconta la sua presidente Adina Manea. “Se parliamo dei programmi sviluppati da Giovani per i giovani, noi lavoriamo, soprattutto, con gli studenti liceali proprio per coprire questa assenza nel sistema nazionale dinsegnamento. Le statistiche nazionali rivelano da anni che il liceo, cioè letà di 15-17 anni, coincide con il debutto sessuale degli adolescenti e allora è importante che essi sappiano queste cose prima di cominciare. Ma noi parliamo loro anche di autoconoscenza e comunicazione, di valori, decisioni, comportamenti responsabili. Poi passiamo alla parte di contraccezione e, ovviamente, alla prevenzione e alla problematica dellAIDS”, ha spiegato Adina Manea.
Anche se la legge è in vigore dal 2004, il numero di coloro che hanno frequentato questo corso opzionale è ancora molto ridotto. Ad esempio, nel 2019, solo 140.000 allievi, ossia il 4,6% del totale, vi erano iscritti. E sempre quellanno, è apparsa nel Parlamento uniniziativa di modifica della legge 272/2004sulla tutela e la promozione dei diritti dei bambini. Le modifiche prevedono, principalmente, la sostituzione della nozione di “educazione sessuale” con quella di “educazione sanitaria” e lintroduzione dellobbligo del consenso scritto dei genitori o dei rappresentanti legali dei bambini per lintroduzione dei programmi di educazione sanitaria nelle unità scolastiche. Nessuna delle modifiche è di buon auspicio, nellopinione dei rappresentanti della società civile, come spiega Adina Manea. “Lintroduzione di questo sintagma “laccordo obbligatorio dei genitori” in una legge sulla tutela dellinfanziaè una sovraregolamentazione. Il Ministero dellIstruzione, per tutto ciò che succede nelle scuole, ha metodologie specifiche tramite cui indica come deve svolgersi qualsiasi cosa. Sia il curriculum per le discipline obbligatorie, che quello per quelle opzionali, come “Leducazione alla salute”. Questo corso opzionale è impartito dagli insegnanti, anzichè da persone dallesterno. Ma, allo stesso tempo, le scuole possono firmare protocolli di collaborazione con ong che verificano, che conoscono e di cui si fidano. Tutto ciò comporta il consenso dei genitori perchè nessuno dallesterno può insegnare lì senza laccordo dei genitori.”
Inoltre, considerano Adina Manea e altri rappresentanti della società civile, “la terminologia di educazione sanitaria non viene più adoperata in Romania da tempo”. E, a livello internazionale, la terminologia adeguata è Educazione alla salute e la promozione della salute. In più, i corsi e le attività organizzati nelle scuole dallorganizzazione “Giovani per i giovani” non si fermano a nozioni di riproduzione, affrontano anche la prevenzione della gravidanza e delle infezioni, informazioni che sarebbero utili anche ai genitori, ritiene Adina Manea. “Vediamo dalle statistiche che gli adulti in Romania, ossia i genitori dei bambini o degli allievi, potrebbero beneficiare di questi corsi, perchè loro non sanno sufficienti cose da trasmettere ai figli. È stato recato largomento che questo tipo di educazione si fa in famiglia. Va bene! Che si faccia anche in famiglia! Ma laddove la famiglia non sa, non può oppure non cè, cosa cè da fare?”
Ma, nel caso in cui la famiglia cè ed è implicata nella vita dellallievo, cosa pensano i genitori di questo argomento: la modifica del sintagma “educazione sessuale” in “educazione sanitaria”? Ecco cosa risponde Iulian Cristache, il presidente della Federazione della Associazioni dei Genitori. “È vero che questa denominazione rende i genitori retticenti, e inclusivamente noi, la Federazione delle Associazione dei Genitori, abbiamo detto che sarebbe bene parlare di uneducazione alla salute che includesse veramente un modulo di educazione sessuale. Indubbiamente, leducazione sessuale ci devessere, ma, certamente, va fatta a seconda delletà degli allievi. Una cosa è fare educazione sessuale nelle elementari, unaltra cosa nella scuola secondaria di primo grado e tuttaltra cosa nella scuola secondaria di secondo grado. Ma, in generale, indubbiamente, abbiamo bisogno di educazione sessuale perchè ci sono un sacco di ragazzine che hanno dei figli. Purtroppo siamo campioni in Europa a questo capitolo e abbiamo veramente bisogno di questo tipo di educazione.”
Per quanto riguarda liniziativa di modifica legislativa, la Federazione delle Associazioni dei Genitori non è stata chiamata alle consultazioni nel Parlamento, come racconta sempre Iulian Cristache. “Non ci siamo siamo stati invitati. Io sono andato apposta dalla commissione parlamentare, cosicchè noi siamo stati presenti. Il nostro punto di vista è noto, labbiamo inviato per iscritto e abbiamo rilasciato comunicati. Anche se loro non ci hanno invitato, noi ci siamo andati. Abbiamo fatto il nostro dovere. Ma, in generale, è vero che ci sono retticenze, perchè ci sono molti genitori che ritengono leducazione sessuale un argomento tabù, e ciò non è per niente normale.”
Nellopinione della Federazione delle Associazioni dei Genitori, lattuale corso opzionale di educazione alla salute andrebbe incoraggiato di più. “Purtroppo, se non vengono comunicati al genitore e se il preside continua a trattare i corsi opzionali solo come modalità di completare il curriculum scolastico per certi insegnanti, allora non riusciremo a fare niente. Il requisito di base è, inclusivamente, nelleducazione alla salute che sia data la possibilità di scegliere questo modulo di educazione sessuale. Noi abbiamo letto il curriculum ed esso è molto ben adattato ai bisogni attuali. Quindi, non credo siano necessari grandi completamenti. Per quanto riguarda il nuovo progetto, sì, è necessario avere dei professionisti alla cattedra che insegnino queste cose. Oltre al professore di biologia può trattarsi di infermiere, dottori dagli studi di pianificazione familiare. Abbiamo bisogno di professionisti affinchè linformazione sia trasmessa correttamente, anzichè distorta”, ha precisato Iulian Cristache.
Attualmente, liniziativa di modifica della legge 272/2004 si trova di nuovo al Parlamento dopo che la sua promulgazione è stata bocciata dal capo dello stato.