La lettura come urgenza nazionale
I romeni sono gli ultimi nelle statistiche europee sui lettori in Europa. Un'indagine della Banca Mondiale realizzata lo scorso marzo rileva che un romeno legge, in media, meno di 5 minuti al giorno.
Luiza Moldovan, 18.05.2021, 23:10
I romeni sono gli ultimi nelle statistiche europee sui lettori in Europa. Unindagine della Banca Mondiale realizzata lo scorso marzo rileva che un romeno legge, in media, meno di 5 minuti al giorno e fatica a portare a termine un unico libro allanno. Il 35% dei romeni dichiara di non avere mai letto un libro, anche se tutti gli studi di specialità indicano benefici chiari della lettura sullo sviluppo armonioso e la riduzione dello stress, a livello individuale, e per il progresso economico e sociale, a livello collettivo. La Banca Mondiale rileva che i tassi alti di alfabetizzazione sono associati con popolazioni più sane, con meno reati, con una maggiore crescita economica.
La relazione dei romeni con la lettura è iniziata a deteriorarsi a circa 10 anni dopo la Rivoluzione anticomunista del dicembre 1989 e non è strettamente legata allera di internet. La voglia di leggere delle nuove generazioni è calata vertiginosamente. Qual è il motivo e qual è la soluzione, nel contesto in cui si è dimostrato che la lettura aiuta allo sviluppo delle capacità cognitive dei giovani? Abbiamo chiesto a Marina Constantinoiu, giornalista e collaboratrice della Facoltà di Giornalismo e Scienze della Comunicazione dellUniversità di Bucarest, come possiamo spiegare la mancanza di interesse dei giovani per la lettura.
“Purtroppo, la relazione dei giovani con la lettura in generale, con o senza legame con lera di internet, non è una tanto buona, e non è un problema recente – bensì uno che interessa gli ultimi 25 anni, perchè, forse, i primi anni dopo la rivoluzione del 1989 sono stati più generosi con romeni per quanto riguarda la lettura. Da una parte, si dà la colpa a Internet, daltra parte esso non è nè testa di serie, nè lunico da condannare. Credo che il problema sia inanzittutto in famiglia, perchè è la famiglia a non incoraggiare il bambino a leggere oppure a tollerare la sua riluttanza a leggere. Non so se siamo nati in troppi con questa riluttanza, ma essa è stata incoraggiata in famiglia. Nel caso di alcuni di noi. E allora credo che è questo che debba succedere. Credo sia unurgenza nazionale, perchè stiamo molto male al capitolo lettura. E ciò si vede nella povertà massima del vocabolario che adoperiamo per comunicare”, ha spiegato Marina Constantinoiu.
La lettura, come esercizio quotidiano, costruisce e consolida i legami neuronali a qualsiasi età, non solo da giovani. Valori come leducazione, il culto per la lettura, il rispetto per listituzione dellinsegnante vanno perdendosi. E se non vogliamo comprometterci come popolo, come identità nazionale, dobbiamo dichiarare la lettura urgenza nazionale, come diceva la nostra interlocutrice, Marina Constantinoiu. “Sono stata anchio studentessa e adesso ho loccasione di vedere anchio gli studenti dalla cattedra e avere, a volte, conversazioni con loro. E cerco di apprendere molte volte cosa li appassiona, quanto leggono e se leggono. Ma negli ultimi anni non ho sentito più questo bisogno così tanto perchè le cose si sono chiarite da un anno allaltro. La mancanza di lettura è risultata dal modo in cui si esprimevano e redigevano i progetti che avevano da fare e soprattutto dallo spavento che vedevo a volte nei loro occhi davanti a un testo più lungo, perchè ciò significava per loro una grande noia. Stare fermi per qualche minuto, leggere qualcosa, concentrarsi su un testo e cercare di capirlo. A molti provoca paura”, ci ha detto sempre Marina Constantinoiu.
È di unimportanza vitale che la famiglia, a prescindere dal livello di educazione, coltivi nel bambino il rispetto e linteresse per la lettura. Senza congnizioni, senza esperienze accumulate dalle letture è come si partisse in viaggio con la bisaccia vuota. E ciò non può andare bene, spiega Marina Constantinoiu.”Lusanza di leggere, sì, ce lhanno le persone di età più avanzata, gli over 40, categoria in cui rientro anchio. Mi sento un dinosauro adesso, ma non è normale che sia così, ci dovrebbe essere una cultura della lettura, uneducazione dalla famiglia, e se non funziona con la gentilezza, io credo la lettura vada imposta. Perchè essa è quella che forma come persone. Lo dico a molti bambini che si mostrano riluttanti durante gli anni liceali, gli anni più ribelli e lo spiego loro. Non si può partire con la bisaccia vuota, a prescindere dalla direzione in cui si va nella vita, la bisaccia rappresenta questo corredo di informazioni, di parole che uno acquista attaverso la lettura. Informazioni, parole, idee, metafore, come vogliamo chiamarle, non importa. Limporante è averle e avvalercene di esse lungo la vita.”
La conclusione tratta dopo tutto ciò che ci ha detto la nostra interlocutrice è che dobbiamo incoraggiare nei bambini la gioia della lettura. Convincerli di riscoprire la gioia di stare fermi per qualche minuto al giorno. È un esercizio necessario se vogliamo che abbiano una vita serena.