Implicazione civica nella creazione di Geoparchi UNESCO
Paese con molti paesaggi naturali stupendi, svariatissimi dal punto di vista del rilievo, della flora e fauna, dove vivono comunità tradizionali, soprattutto nelle zone montane e collinari, la Romania ha tanto da offrire.
Christine Leșcu, 30.12.2021, 18:11
Paese con molti paesaggi naturali stupendi, svariatissimi dal punto di vista del rilievo, della flora e fauna, dove vivono comunità tradizionali, soprattutto nelle zone montane e collinari, la Romania ha tanto da offrire anche dal punto di vista dell’armonia tra uomo e natura. È ciò che contraddistingue un Geoparco UNESCO, una struttura che abbina lo sviluppo sostenibile all’ecologia e per cui si candidano anche due progetti romeni: l’Oltenia alle falde delle montagne e la Contrada di Buzău. Le candidature a Geoparchi UNESCO sono iniziative della società civile, che puntano sull’importanza delle comunità locali nella tutela dell’ambiente e nella valorizzazione sostenibile della natura. Florin Stoican, rappresentante dell’Associazione Kogayon, è stato uno di quelli che hanno militato per la creazione, diversi anni fa, del Parco Nazionale Buila Vânturarița nella Provincia di Vâlcea (centro-ovest della Romania). E a giugno 2020 ha inviato all’UNESCO la lettera d’intenti per la candidatura della regione l’Oltenia alle falde delle montagne, candidatura sostenuta dalla Commissione Nazionale della Romania per l’UNESCO e dai 60 partner del progetto. Quali i pregi della regione l’Oltenia alle falde delle montagne e dove ricade il Parco Buila Vânturarița ci ha spiegato Florin Stoican.
Il Parco Nazionale Buila Vânturarița è il gioiello della corona intorno al quale è nato il geoparco. Il parco ha 4.500 ettari e il geoparco è 15 volte maggiore e include sei località della Provincia di Vâlcea, da Vaideeni alle Terme Olănești. Include due piccole stazioni turistiche – Horezu e le Terme Olănești — e 4 località rurali. Ma l’Oltenia alle falde delle montagne è, praticamente, molto maggiore. Si stende dal fiume Olt fino al Danubio, ma il nostro progetto si concentra su Vâlcea perchè l’ong che dirigo è una piccola, con risorse limitate, e non ha la forza di occuparsi dell’intera regione. Abbiamo scelto questo nome proprio per lasciare la porta aperta all’ulteriore estensione del progetto. È una zona piccola dove, su un territorio ristretto, c’è una grandissima concentrazione e una grande diversità di attrattive naturali e culturali. Il geoparco significa geo-diversità e biodiversità, quindi patrimonio naturale: grotte, paesaggi, gole, siti fossiliferi, l’argilla di Horezu con cui si fa la ceramica e poi diversità culturale. È una zona con una grande concentrazione di monumenti storici, di musei, di tradizioni, di artigianato e il geoparco cerca di metterli tutte insieme in un’offerta destinata a promuovere la zona come destinazione turistica.
Dopo l’inoltro della lettera d’intenti, il secondo passo per ottenere lo status di geoparco UNESCO è di inoltrare un dossier con i progetti per la zona, seguito da una valutazione degli esperti internazionali UNESCO che passeranno una settimana nella zona. L’intero processo affinchè l’Oltenia alle falde delle montagne diventi geoparco UNESCO durerà fino al 2024, stima Florin Stoican, e considera che merita l’attesa. I vantaggi sono tanti. Innanzittutto, a differenza delle aree protette, dove lo stato impone restrizioni e viene con risorse per poter imporre queste restrizioni, il geoparco è un territorio dove si promuove moltissimo lo sviluppo sostenibile basato sul patrimonio naturale. Si lavora moltissimo a livello locale con i partner della zona con cui vengono sviluppati servizi e prodotti che, messi sul mercato, hanno un ritorno di valore grazie al turismo. Ma non solo, perchè nel tempo le comunità capiscono il vero valore del patrimonio che hanno e automaticamente appare anche la protezione organica da parte delle comunità locali che giungono ad apprezzare il patrimonio naturale e culturale.”
Un altro progetto che aspira allo status di geoparco UNESCO è la Contrada di Buzău, promosso dall’omonima ong. In quali zone nell’est della Romania ricade la Contrada di Buzău ci racconta Răzvan Popa, il suo presidente. La Contrada include 18 comuni, a nord e a est del fiume Buzău. È un territorio che inizia proprio dal fiume Buzău e include siti celebri come i Vulcanetti di fango. Là ci sono, infatti, 4 siti. Di solito, la gente visita Puțurile Mari, i più famosi, ma non i più belli. Ci sono anche Pâclele Mici, Fierbăturile de la Berca e Fierbăturile de la Beciu. La Contrada di Buzău include anche Focurile Vii e gli insediamenti rupestri di Colți e Bozioru, e anche la zona con giacimenti di sale e le grotte di sale di Mânzălești.”
Quali sono state le tappe percorse finora dalla Contrada di Buzău? È un progetto iniziato nel 2007, quindi più di 14 anni fa. È durato molto, in quanto un progetto di costruzione, dall’infrastruttura turistica fino alla ricerca, promozione e creazione di partenariati. Abbiamo dovuto creare una massa di sostegno locale e non parlo solo del fattore politico, che è molto importante, ma anche degli imprenditori e della gente della zona. Quando siamo riusciti a riunire i criteri UNESCO — vanno riuniti 99 su 101 — e abbiamo messo a punto il dossier di candidatura nel 2020. Poi è iniziata la valutazione effettiva del dossier da una commissione UNESCO, poi da una commissione dell’Unione Internazionale delle Scienze Biologiche. Essi hanno fatto una valutazione della parte geologica per vedere se abbiamo un territorio con valori naturali geologici d’interesse internazionale. L’UNESCO ha valutato il progetto soprattutto in base a criteri di sostenibilità. Poi abbiamo ricevuto due valutazioni positive e l’UNESCO ha inviato due esperti nella zona che sono venuti lo scorso settembre. Essi hanno fatto un rapporto che hanno inviato all’UNESCO, e il 10 dicembre il Segretariato UNESCO ha votato la raccomandazione anche per la Contrada di Buzău, approvata all’unanimità”, ci ha raccontato Răzvan Popa.
Quindi, la Contrada di Buzău si prepara a diventare Geoparco UNESCO, e la nomina ufficiale avverrà probabilmente a marzo 2022, in occasione della riunione del Consiglio UNESCO.