I diritti dell’infanzia in Romania
Il 20 novembre del 1989, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottava la Convenzione sui diritti dell'infanzia, documento ratificato anche dalla Romania.
Christine Leșcu, 03.12.2019, 18:34
Il 20 novembre del 1989, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottava la Convenzione sui diritti dell’infanzia, documento ratificato anche dalla Romania. A 30 anni dall’applicazione del documento, un’ong – Salvate i Bambini – e un’istituzione pubblica – l’Avvocato del Popolo – ha fatto una rassegna delle maggiori carenze in Romania in materia di tutela dei diritti dell’infanzia. Dallo stato economico dei bambini che porta all’abbandono scolastico allo sfruttamento lavorativo dei minorenni e alla violenza sui minorenni, la rassegna dei 30 anni di applicazione della Convenzione Onu in Romania non è rallegrante, constata Gabriela Alexandrescu, presidente esecutiva dell’ong Salvate i Bambini.
La situazione dei bambini in Romania resta una critica a 30 anni dalla ratifica della Convenzione, con oltre un terzo dei bambini viventi sotto la soglia della povertà, con un divario cronico e abbstanza grande tra la zona rurale e quella urbana per quanto riguarda il rispetto dei diritti dell’infanzia: il diritto alla salute, all’istruzione e alla vita decente. Inoltre, l’abbandono scolastico è estremamente alto e lascia la sua impronta in un modo abbastanza significativo sullo sviluppo della società. Abbiamo il più alto tasso di mortalità infantile nell’Ue, e le privazioni materiali severe tra i bambini sono le più grandi nell’Ue. Per quanto riguarda le privazioni materiali, la percentuale è del 21.5% tra i bambini romeni rispetto alla media Ue del 5,9%. Sebbene abbia un trend decrescente, il tasso di di mortalità infantile è rimasto al 6,5%, rispetto alla media Ue del 3,6%, ha precisato Gabriela Alexandrescu.
Anche se dal punto di vista legislativo, la Romania ha adottato la maggioranza delle raccomandazioni della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, i progressi degli ultimi 10 anni sono stati modesti al capitolo tasso di mortalità infantile, tutela contro la violenza e contrasto della povertà. In molte zone, il tenore di vita e l’accesso ai servizi si sono deteriorati per i minorenni di etnia rrom e i minorenni con disabilità, secondo il Rapporto sul rispetto dei diritti dell’infanzia realizzato dalla Fondazione Salvate i Bambini. Inoltre, l’accesso generalizzato all’istruzione – inclusivamente a quella riguardante la salute e la riproduzione – è carente, fatto dal quale derivano molti problemi sociali. Ad esempio, la Romania è il Paese europeo con il piu’ alto numero di madri adolescenti: oltre 17 mila giovani madri ogni anno, di cui quasi 800 sotto i 14 anni. Perdiamo annualmente, tramite l’abbandono della scuola elementare e media, circa 30.000 bambini. Il tasso di partecipazione all’istruzione tra i bambini rrom è ancora basso, ha spiegato sempre Gabriela Alexandrescu.
A ciò si aggiunge il fatto che la scuola non è, in alcuni casi, un ambiente benefico, privo di violenza che domina comunque la vita di molti bambini, come racconta Gabriela Alexandrescu, presidente esecutiva dell’organizzazione Salvate i Bambini. Moltissime famiglie usano la violenza verbale, emozionale e fisica nell’allevare i figli. Circa due terzi dei bambini dichiarano di essere sottoposti a un simile modello di educazione da parte dei genitori. Nella scuola uno su tre bambini è implicato oppure è testimone di situazioni di bullismo. Quindi, i nostri figli sono circondati da moltissima violenza, ha detto Gabriela Alexandrescu.
Per ridurre i casi di mancato rispetto dei diritti dei minorenni, l’Avvocato del Popolo ha, a partire dal 2018, un dipartimento specializzato: l’Avvocato dell’Infanzia, che risolve qualsiasi segnalazione sulla violazione di uno o più diritti delle persone fino ai 18 anni. Cosa ha fatto l’Avvocato dell’Infanzia nel suo primo anno di esistenza, apprendiamo dalla consigliere Ligia Crăciunescu. « Quest’anno, si sono registrati oltre 517 petizioni e oltre 425 casi in cui si sono attivate le autorità. Si sono svolte oltre 90 indagini per possibili violazioni dei diritti dell’infanzia e l’Avvocato del Popolo ha formulato oltre 50 raccomandazioni per il rispetto di questi diritti. Sono state registrate 156 chiamate telefoniche e sono state concesse circa 200 udienze nella capitale e in altre zone della Romania. Tutti questi dati riguardano possibili violazioni dei diritti del bambino, ha spioegato Ligia Crăciunescu.
Un esempio di caso risolto in seguito all’attivazione dell’Avvocato dell’Infanzia è stato quello di un minorenne di 12 anni della provincia di Dâmboviţa, inviato a lavorare dal proprio padre. Le prime informazioni sono arrivate dai media, racconta Ligia Crăciunescu. Appena informato della situazione, l’Avvocato del Popolo si è attivato da solo, chiedendo alla Direzione di Assistenza Sociale Dâmboviţa informazioni e l’applicazione delle misure legali obbligatorie. In seguito all’iniziativa, la Direzione di Assistenza Sociale Dâmboviţa ci ha comunicato che la squadra mobile della direzione e rappresentanti delle autorità locali – la polizia e il Comune – si sono recati nella zona e hanno trovato un bambino di 12 anni il quale ha dichiarato che ogni giorno, dalla mattina alla sera, dovevas prendersi cura di una mandria. Il padre sapeva che il minorenne lavorava e prendeva i soldi guadagnati dal bambino. Il minorenne è stato portato d’urgenza in un centro di accoglienza dove ha beneficiato di assistenza di specialità, inclusivamente psicoterapia per superare il trauma, ha precisato Ligia Crăciunescu.
Secondo le statistche di un’altra ong, World Vision Romania, l’11% dei bambini poveri non vanno a scuola per andare a lavorare.