Emigranti dalla Romania e immigrati in Romania
Stando ad una serie di statistiche ufficiali, menzionate di recente sulla stampa, dal 2007 al 2017, sono 3,4 milioni i romeni che hanno lasciato la Romania, pari al 17% della popolazione.
Christine Leșcu, 26.03.2018, 18:41
Stando ad una serie di statistiche ufficiali, menzionate di recente sulla stampa, dal 2007 al 2017, sono 3,4 milioni i romeni che hanno lasciato la Romania, pari al 17% della popolazione. La maggioranza sono andati via per più di un anno in Paesi che, per loro, hanno di più da offrire dal punto di vista economico. LOsservatore Sociale, progetto sociologico della Fondazione Friedrich Ebert in Romania, ha dettagliato la loro situazione, rilevando che nel 2017 erano poco più di 2,5 milioni di persone, come precisa Victoria Stoiciu, coordonatrice di programmi della fondazione.
“È una statistica relativa al periodo 2003 – 2017. Daltra parte, indica il numero di romeni stabilitisi allestero per più di un anno, nel 2017, e daltra parte, anche la tendenza di lasciare il Paese, che è in crescita. Questa cifra non copre la migrazione stagionale, ossia non prende in calcolo quei romeni che vanno via per lavorare per 3, 6 o 8 mesi allanno. Questi vanno sia a raccogliere fragole, sia partono nella stagione di intensa attività edilizia. Se agiungiamo anche loro, sicuramente la cifra cresce. Cosi il numero totale di quelli andati via supera 3 milioni, se vi includiamo anche quelli che vanno via per meno di un anno,” ha precisato Victoria Stoiciu.
Questa situazione rende la Romania paragonabile ad uno dei Paesi che si confrontano con una dura e prolungata guerra civile, il nostro Paese collocandosi subito dopo la Siria nella classifica sulla migrazione.
“Si piazza seconda dopo la Siria, nel mondo, per quanto riguarda il ritmo di crescita del numero di emigranti. Non si riferisce al numero totale dei migranti, nè alla percentuale della popolazione, bensi al ritmo di crescita. La velocità con cui i romeni hanno lasciato il proprio Paese ci colloca al secondo posto dopo la Siria. Ciò è comunque molto preoccupante, perchè a partire dal 2000, la Romania ha registrato periodi di crescita economica. Dobbiamo, quindi, farci delle domande molto serie sul modello di crescita. Comè risentita e distribuita questa crescita tra la popolazione visto che il ritmo in cui la popolazione lascia la Romania ci piazza al secondo posto dopo un Paese in piena guerra civile?” ha spiegato Victoria Stoiciu.
Va via, soprattutto, una categoria molto importante per leconomia attuale e futura della Romania: le persone tra i 25 e i 38 anni, che sono pari al 20% del numero totale dei migranti romeni. Vanno via, inoltre, moltissimi lavoratori qualificati, sia mediamente qualificati in settori quali ledilizia, che altamente qualificati, come i medici o gli informatici. In questo contesto, il vuoto lasciato da queste partenze sul mercato del lavoro resta, per ora, scoperto.
Se cosi stanno le cose con chi lascia la Romania, come stanno con chi viene in Romania? Alla fine del 2017, ad esempio, i dati raccolti dallIspettorato Generale per le Immigrazioni rilevavano che in Romania, cerano intorno a 67.000 stranieri provenienti da stati terzi, ivi incluse le persone che godono di protezione internazionale, ossia i profughi. Tra questi anche circa 800 persone arrivate tramite il meccanismo Ue di relocalizzazione dei rifugiati. Sempre lanno scorso si sono registrate 4.820 domande di asilo politico, una crescita significativa rispetto alla media degli anni scorsi, di circa 1500 domande. Ma chi sono le persone da stati terzi stabilitesi in Romania oppure richiedenti di asilo e perchè scelgono la Romania? In generale, si tratta di uomini che, una volta ottenuto lo status di rifugiato o la protezione internazionale, avviano le procedure di ricongiungimento familiare. Del resto, il ricongiungimento famliare è il motivo per cui molte persone provenienti da Paesi terzi vengono in Romania. Ma cè un altro motivo molto spesso incontrato ultimamente: la paura della persecuzione o della violenza generalizzata nei Paesi di origine. Ci sono però anche stranieri arrivati in Romania per lavoro.
“Gli stranieri che si trovano in Romania con permesso di lavoro ammontano, attualmente, a circa 5900. Si tratta di cittadini da Paesi terzi. La maggioranza dei permessi di lavoro rilasciati nel 2017 sono stati concessi a cittadini dal Vietnam per lindustria navale. Inoltre, sono stati rilasciati anche a cittadini dalla Turchia, Cina e Serbia. I mestieri più ricercati sul mercato del lavoro in Romnaia e per cui sono stati concessi simili permessi sono quelli di saldatore, fabbro specializzato in costruzioni metalliche e navali e carpentiere restauratore. Principalmente, mestieri che richiedono qualifiche in settori dellindustria navale”, ha raccontato Luciana Lăzărescu, ricercatrice presso il Centro di Ricerca e Documentazione nel campo dellintegrazione degli immigrati.
Ammettendo che, per molti rifugiati, “la Romania non è ancora un Paese di destinazione, non è altrettanto attraente come altri Paesi dellovest dellEuropa”, Luciana Lăzărescu ci ha parlato anche di un programma governativo di inserimento delle persone con permesso di soggiorno in Romania.
“Esiste un programma governativo di inserimento sociale e lavorativo rivolto alle persone con protezione internazionale: un set di misure volte a facilitare linclusione degli stranieri nella società, ma anche la loro integrazione sul mercato del lavoro e ladattamento alle nostre usanze e al sistema istituzionale romeno. Il programma include un corso di lingua romena e di orientamento culturale, ed altri servizi offerti da varie ong. Il programma governativo viene applicato. La questione più delicata è il modo in cui le istituzioni implicate in varie parti del programma collaborano e capiscono di assumersi questa responsabilità”, ha spiegato Luciana Lăzărescu.
Il numero di stranieri con permesso di soggiorno in Romania essendo basso, e le politiche per attrarre di nuovo in patria i romeni mancando, cosa si può fare per sopperire alla manodopera assente?
“È più facile a dirsi che a farsi quando si tratta di attrarre migranti, perchè la Romania non è attraente per loro. Dal momento che un migrante o un rifugiato ottiene il visto per lUe, sorge la domanda semplice: perchè resterebbe in Romania e non andrebbe a lavorare in Germania o Francia o Belgio, dove i salari sono molto più alti? Al contempo, non è facile determinare i romeni andati via a tornare nel Paese. In fin dei conti, si tratta di una questione molto semplice: il salario. Lo stato detiene questo strumento del salario minimo, che, comunque, è cresciuto 2,5 volte dal 2011, ma deve adattarsi anche il settore privato e aumentare i salari. Ma ciò significherebbe, a volte, il calo del profitto e persino la chiusura delle aziende. Quindi, non è per niente semplice, ha concluso Victoria Stoiciu. (traduzione di Adina Vasile)