Effetti psicologici della pandemia sugli allievi
Se la pandemia ha lasciato un'impronta, in generale, negativa dal punto di vista psicologico sugli adulti, l'impronta sui bambini è stata ancora più forte.
Christine Leșcu, 21.04.2022, 17:59
Se la pandemia ha lasciato unimpronta, in generale, negativa dal punto di vista psicologico sugli adulti, limpronta sui bambini è stata ancora più forte. Sin da due anni fa, gli esperti di educazione, gli psicologi e i genitori hanno ammonito sui cambiamenti che gli allievi avrebbero attraversato, soprattutto, a causa dellisolamento. E, gradualmente, sono apparsi anche studi che hanno confermato i loro timori. Il più recente è un sondaggio realizzato dallorganizzazione “Salvate i Bambini”. Quali le conclusioni, in breve, ci spiega il sociologo Ciprian Grădinaru. “La situazione va guardata in un certo senso in un contesto più ampio. È vero che questi due anni hanno messo fuori ritmo i bambini e, infatti, non solo i bambini. Vediamo che buona parte di loro, quasi la metà, si sentono tristi, isolati, stressati. Ma si sentono così perchè, in questo periodo, sono stati isolati dai gruppi di amici. Sono stati costretti a entrare in un sistema educativo totalmente nuovo, che non avevano mai provato. Hanno ricevuto meno informazioni e cognizioni e laccesso al sistema educativo si è ridotto. Perchè, non dimentichiamo, buona parte dei bambini non hanno avuto probabilmente nessun accesso o hanno avuto accesso limitato alleducazione in questo periodo. E tutto ciò ha portato alla situazione in cui quasi la metà dei bambini affermano che non si sentono preparati per gli esami. Gli allievi dellottava e della dodicesima classe, quindi quelli degli anni terminali della scuola secondaria di primo e secondo grado, hanno confessato di essere molto stressati, di non sentirsi sicuri di se stessi per quanto riguarda gli esami che si stanno avvicinando e, infatti, i risultati confermano la situazione anticipata dagli esperti di educazione e dei settori connessi.”
Dal canto loro, i bambini sembrano valutarsi oggettivamente. Solo un terzo degli allievi dellottava classe affermano di sentirsi preparati per gli esami nazionali a seguire. Il 31% degli allievi dellinsegnamento secondario di primo e secondo grado affermano di essere rimasti indietro con il programma scolastico, mentre quasi uno su due bambini afferma che i compiti sono più difficili rispetto agli anni precedenti. Perciò anche il bisogno di aiuto risentito dai piccoli è maggiore rispetto al passato. Il 51% dei bambini ritengono di aver avuto più bisogno di aiuto, in questanno scolastico, da parte dei propri insegnanti, il 13% tramite lezioni private, e il 9% dellaiuto della famiglia.
Gli allievi dellottava classe affermano in un numero significativamente maggiore di aver sentito il bisogno di lezioni private, rispetto ai colleghi delle altre classi. Perchè sono consapevoli di essere restati indietro, gli allievi si sentono, a buona ragione, frustrati. E non è lunico sentimento negativo che provano. Secondo lo studio dellong “Salvate i Bambini”, gli studenti liceali si descrivono come “furiosi, tristi o stanchi”. Tuttavia, sono sempre gli allevi dellottava classe a descriversi maggiormente come “stressati, spaventati e stanchi”. E questa percezione di sè può essere estesa anche alla famiglia allargata, ritiene il sociologo Ciprian Grădinaru. “Anche i genitori, non solo i bambini sono stati messi fuori ritmo nella vita quotidiana. Anche per loro è stato un periodo stressante, con tante tensioni. Anche il loro lavoro è cambiato, anche la loro interazione è cambiata, anche il loro contatto con gli altri si e ridotto. Ciò è una ricetta perfetta per tensioni e problemi in famiglia che, sicuramente, non possono non colpire anche i bambini.”
Quali le cause di questi sentimenti negativi? “La mancata interazione e lisolamento sono i principali motivi per cui i bambini si sentono così. Immaginate che non solo per quanto riguarda leducazione sia cambiata la vita dei bambini in questi due anni, ma anche per quanto riguarda anche altri aspetti della loro infanzia. Pensate al fatto che siano scomparse le vacanze così come le sapevano loro. Sono scomparse le interazioni quotidiane con gli amici, sono cambiate e si sono spostate on line. È vero che i bambini passavano anche prima molto tempo on line e altri studi che abbiamo realizzato hanno rilevato cifre preoccupanti. Adesso il tempo passato on line è cresciuto notevolmente, con i vantaggi, ma soprattutto con i suoi svantaggi. Cosicchè tutti questi elementi – assenza dellinterazione, isolamento, il troppo tempo passato in casa, lassenza delle vacanze, lassenza della maggioranza delle attività che rendevano linfanzia normale – portano a tensione, tristezza e via dicendo. E, in più, si constata che certi bambini ne risentono più degli altri. Ad esempio, gli adolescenti affermano in maggiore misura di essere tristi rispetto ai bambini di età inferiore, le ragazze rispetto ai ragazzi e via dicendo”, ha spiegato Ciprian Grădinaru.
Lindagine è stata realizzata nel mese di marzo, su un campione rappresentativo di circa 1900 bambini di età comprese tra i 9 e i 18 anni.