Difficoltà e prospettive per le scuole rurali
L'insegnamento romeno è stato in una situazione difficile negli ultimi anni, e l'attuale pandemia ha acutizzato i problemi con cui si confronta.
Roxana Vasile, 09.02.2021, 22:24
“Comè oggi la scuola, così sarà domani il Paese”, ammoniva il pedagogo Spiru Haret, che, nellOttocento, gettava le basi dellinsegnamento moderno in Romania. Linsegnamento romeno è stato in una situazione difficile negli ultimi anni, e lattuale pandemia non ha fatto che acutizzare i problemi con cui si confronta. La situazione è difficile soprattutto nelle zone rurali. Oltre allorganizzazione di una fiera itinerante, di campeggi culturali e conferenze motivazionali per i giovani, long BookLand contribuisce alla ristrutturazione e alla dotazione delle scuole rurali, per dare anche ai bambini che le frequentano la chance a uneducazione di qualità.
Mihaela Petrovan, fondatrice di BookLand, ha raccontato a RRI le difficoltà, i successi e i progetti dellorganizzazione. ʺIo credo che listruzione possa salvare la salute dei romeni. E non esagero. Noi, lequipe di BookLand, siamo un piccolo gruppo di persone semplici, industriose e – lo dico categoricamente – oneste in tutto ciò che ci siamo proposte. Ciò che abbiamo promesso abbiamo fatto, e anche qualcosa in più. Lanno scorso, ad esempio, ci siamo proposte di ristrutturare decine di scuole e ne abbiamo ristrutturate 14. Perchè scuole e perchè nelle zone rurali? La mia passione per listruzione è chiara. Io provengo da una zona rurale e ne sono fiera, perchè mi ha formato come persona, mi ha dato forza. E, allora, è successo naturalmente. Non vi possono celare il fatto che lidea la dobbiamo proprio a una scuola che ci ha chiamato per chiederci se avremmo potuto aiutarla con qualcosa. Non è difficile scrivere in una tabella Excel che una scuola ha bisogno di porte, finestre, tetto, pavimento, panche. È stato, però, difficile trovare le ditte disposte a fornirci materiali e, oltre a ciò, quando ci mettiamo a imbiancare le aule o fare altre cose di cui ha bisogno una scuola, esse non si possono fare nè con i droni, nè con i robot. Si tratta di equipe lavoratori che sono chiamate dalle città a fare questi lavori nelle zone rurali. È stata questa la maggiore sfida, trovare la prima ditta disposta ad aiutarci, a donarci i soldi per questo”, ha spiegato Mihaela Petrovan.
Però Mihaela Petrovan e i colleghi di BookLand non si sono fatti scoraggiare. Con pochi fondi allinizio, hanno ristrutturato e dotato una scuola, poi due, poi tre. In solo un anno e tre mesi, sono giunti a 14. Perchè, man mano, con perseveranza, bussando alle porte e presentando a varie ditte la loro causa nobile, le sponsorizzazioni sono partite e hanno potuto stanziare a ciascuna scuola in media 31 mila euro. Quali sono stati i maggiori successi? Una scuola ha un tetto completamente nuovo, e unaltra – una centrale termica di grandi dimensioni, grazie alla costruzione di una stanza tecnica. ʺCi siamo concentrati sulle zone povere del Paese e siamo andati, ovviamente, nella regione più disagiata della Romania – la Moldavia (est). È piena di persone sensazionali, intelligenti, sveglie, comunicative, ma che non hanno avuto la chance della posizione geografica favorevole, come la Transilvania, ad esempio, che si trova nel centro. Io sono della Transilvania e sono andata a ristrutturare scuole in Moldavia, perchè è lì che ne hanno maggiore bisogno. Anche nel sud del Paese. Scegliamo le scuole più a rischio, le più antiche, risalenti a oltre 100 anni fa, che hanno bisogno anche di consolidamento, non solo di imbiancatura, di molto di più… Non si può chiedere ai bambini ottimi risultati scolastici se studiano in una scuola in pessime condizioni. È un piacere studiare in unaula in cui tutto è nuovo, che sa di fresco, in cui non ci sono più infiltrazioni nel soffitto. È diverso. Se noi mostriamo rispetto per i nostri bambini, per i bambini del Paese, anche essi mostreranno rispetto per il Paese”, ha precisato Mihaela Petrovan.
Secondo alcune statistiche sulle bachecha di Facebook dellong BookLand, l82% delle scuole romene sono state costruite prima del 1970, il 16% prima della Rivoluzione anticomunista del 1989 e solo il 2% dopo. Molte scuole delle zone rurali hanno ancora la toilette nel cortile, senza acqua corrente e fognatura. Il più spesso a causa della povertà, solo 77 su 100 bambini delle zone rurali frequentano le elementari o le medie. Il 21% della popolazione rurale ha ultimato solo le elementari e solo il 4,74% si è laureato. Oltre il 42% degli allievi delle zone rurali non hanno superato lesame di maturità. Quasi 40 su 100 famiglie delle zone rurali non hanno accesso a internet in una Romania in cui, da quasi un anno, a causa della pandemia, la didattica si è svolta on line. Mihaela Petrovan completa questo triste quadro. “Con pochissimo, gli insegnanti delle zone rurali hanno fatto miracoli in aula. Poi, non si può fare scuola online in un paesino, in un comune in cui non cè connessione a internet. Ci sono state scuole in cui non abbiamo trovato lavagne. Al loro posto erano costretti a usare tavole in legno verniciate. I bambini delle zone rurali non hanno i vantaggi di quelli delle città e non è corretto. Noi ci siamo proposti di aiutare perchè crediamo di poter fare qualcosa di buono. E ciò che facciamo noi può fare qualsiasi altra persona”, ha precisato Mihaela Petrovan.
Questanno, BookLand si propone di ristrutturare venti scuole delle zone rurali. Un altro obiettivo ci viene svelato sempre dalla fondatrice dellong, Mihaela Petrovan. ʺIl nostro sogno è di riuscire, entro il 2023, e a partire da questanno ci adopereremo ad allacciare i partenariati necessari, a costruire da zero la prima scuola-modello in Romania. Una scuola come dovrebbero essere tutte nel Paese, secondo il modello finlandese, ma adattato alla nostra zona, dei Balcani, con insegnanti portati da noi, con un curriculum proposto da noi… tutto gratuito”, ha detto Mihaela Petrovan a RRI.
Chi desidera aiutare long BookLand a raggiungere i suoi obiettivi può donare 2 euro al mese, inviando la parola CONSTRUIM tramite SMS al numero 00408845. Ciò vuole dire, in 12 mesi, una panca oppure una sedia per un bambino di una zona rurale.