Covid, il dramma dei malati oncologici in Romania
Il cancro è la prima causa di morte in un numero sempre maggiore di Paesi Ue. La Romania detiene un record negativo per quanto riguarda il tasso di mortalità legata a questa patologia.
Roxana Vasile, 12.03.2021, 16:37
Il cancro è la prima causa di morte in un numero sempre maggiore di Paesi Ue. La Romania detiene un record negativo per quanto riguarda il tasso di mortalità legata a questa patologia: prima della pandemia di Covid-19, ogni giorno morivano oltre 140 malati oncologici. Con la comparsa del Sars-CoV-2, i decessi tra le persone con diverse patologie oncologiche si sono quasi triplicati – come spiega il presidente della Federazione Romena delle Associazioni dei Malati di Cancro, Cezar Irimia, basandosi sulle cifre dellIstituto Nazionale di Statistica. La Federazione, che rappresenta circa 30 associazioni del Paese, ha tirato un segnale dallarme sin dallanno scorso, dallinizio della crisi sanitaria, sul rischio che, nel contesto in cui tutta lattenzione si concentra sul Covid-19, la mortalità tra i malati di cancro aumentasse in assenza di cure adeguate, che sono passate in secondo piano. Dopo un anno, le cose sono diventate più chiare, si può fare un bilancio – anche se ancora provvisorio – e si possono trarre alcune conclusioni. Lo fa per RRI Cezar Irimia. “Consideriamo che alcune delle strategie del Ministero della Salute siano state sbagliate. Innanzittutto, allorquando sono stati divisi gli ospedali in ospedali Covid e non Covid è stato fermato laccesso al monitoraggio di specialità dei pazienti cronici in generale. Poi, lordine che vietava il ricovero negli ospedale pubblici dei pazienti che non rappresentavano emergenze è stato unaltra restrizione nei confronti dei pazienti oncologici e non solo. Quellordine – secondo noi – ha generato molte vittime! Il fatto che i nostri pazienti non abbiano goduto di assistenza sanitaria di specialità, non siano stati monitorati, non abbiano ricevuto i trattamenti in tempo … tutto ciò ha significato perdite di vite. Lo rilevano le statistiche e i dati della Cassa Nazionale di Assicurazioni Sanitarie sui pazienti per cui le cure sono state dichiarate concluse in seguito al decesso. Direi che, in Romania, nel 2020, il tasso di nuove diagnosi di neoplasia maligna è calato del 30-40% e ciò si vedrà alla fine di questanno, quando le nuove diagnosi sopraffaranno il sistema sanitario e genereranno costi supplementari rispetto allattuale media quotidiana”, ha spiegato Cezar Irimia.
In condizioni normali, per la maggior parte dei tipi di cancro, ai nostri giorni, la speranza di vita è elevata. E, dun tratto, in piena pandemia, il rischio di morire si è triplicato. I pazienti che hanno bisgono di cure e di una diagnosi rapida sono condannati a morte dal sistema sanitario in Romania, campione dei decessi che potrebbero essere evitati, delle infezioni nosocomiali, della mortalità materna elevata, degli insufficienti stanziamenti dal Pil – spiega il presidente della Federazione delle Associazioni dei Malati di Cancro, Cezar Irimia. Nella sua opinione, è solo una leggenda che, a causa del nuovo coronavirus, i malati cronici hanno avuto paura di andare in ospedale. “Quale pericolo maggiore di quello di morire di cancro ci può essere? Noi abbiamo sentito, come pazienti cronici, che, durante la pandemia, abbiamo avuto solo un Ministero del Covid e che solo il Covid è contato. Con il resto ciascuno ha cercato di sopravvivere e la nostra grande fortuna è stata che i medici, in generale, e soprattutto gli oncologi si sono solidarizzati con i pazienti e, più timidamente, dopo il via libera ai tamponi gratuiti, hanno cominciato a ricevere i pazienti, senza temere il rischio di contagio con Sars-CoV-2, in quanto i tamponi gratuiti hanno ripristinato la fiducia che i medici e i pazienti si possono incontrare e questi ultimi possono essere trattati. Ma, ripeto, sempre nel contesto di certe restrizioni, dellassenza delle medicine, dellaccesso ridotto ai trattamenti chirurgici… E vi possono fare lesempio dellIstituto Oncologico di Bucarest: se prima della pandemia qui si facevano circa 40 interventi al giorno, durante la pandemia sono stati fatti al massimo 10. Quindi, un quarto. E sospettiamo che sempre solo un quarto dei pazienti oncologici abbiano avuto accesso alle cure specifiche e ciò si riflette nel numero di decessi comunicato dallIstituto di Statistica. Non contestiamo che la misure prese per combattere la pandemia siano state quelle giuste, ma noi ne siamo stati vittime collaterali. Non cè stato uno sguardo dinsieme sul sistema, i riflettori sono stati puntati tutti sulla pandemia, a nostro discapito”, ha spiegato il nostro interlocutore.
Il 3 febbraio, alla vigilia della Giornata Mondiale di Lotta al Cancro, la Commissione Europea ha presentato un Piano di lotta al cancro – priorità importante e pilastro essenziale di unUe della salute fisica dei suoi cittadini. Basato su ricerca e innovazione, il Piano stabilisce un nuovo approccio dellUnione in materia di prevenzione, diagnosi, trattamento e cure palliative. La Federazione delle Associazioni dei Malati di Cancro in Romania mette tutte le sue speranze in questo Piano europeo. Perchè, grazie a esso, almeno allultimo momento, le autorità romene elaboreranno, dal canto loro, un Piano e un Registro Nazionale dei Malati di Cancro. “Assieme agli oncologi e non solo, noi, come associazione, chiediamo dal 2001 questo Piano e il Registro. È da 20 anni che supplichiamo le autorità e ancora non ce li abbiamo. La loro mancanza ha portato a questi grandi problemi nella vita dei pazienti, con cui ci siamo confrontati anche durante la pandemia. Se avessimo avuto un Piano Nazionale di Lotta al Cancro, sicuramente le cose sarebbero andate meglio per i malati oncologici, e il Registro che chiediamo avrebbe monitorato i fondi stanziati alloncologia, avrebbe fornito una statistica sullefficacia dei trattamenti applicati e il budget annuale per loncologia sarebbe stato stabilito in base a questa statistica. La nostra unica fortuna sarebbe il Piano Europeo di Lotta la Cancro, che darà un impulso agli stati membri affinchè elaborino un Piano Nazionale. Credo che siamo lunico Paese Ue a non avere un Piano Nazionale di Lotta al Cancro e un Registro Nazionale dei Malati di Cancro”, ha precisato Cezar Irimia.
Il cancro non deve significare automaticamente la morte – afferma il presidente della Federazione Romena dei Malati di Cancro, Cezar Irimia, il quale ricorda che, per i pazienti oncologici, ciascun giorno è una lotta, ma una in cui lorganizzazione del sistema sanitario ha unimportanza decisiva.