Cosa ha imparato l’umanità dalla guerra in Ucraina?
La guerra in Ucraina, come ben sappiamo, ha suscitato una straordinaria emozione collettiva, tanta compassione ed empatia.
Luiza Moldovan, 15.04.2022, 16:26
La guerra in Ucraina, come ben sappiamo, ha suscitato una straordinaria emozione collettiva, tanta compassione ed empatia. Gli sforzi impressionanti e volontari dei romeni per aiutare i profughi ucraini, ma anche del resto dellEuropa hanno fatto emergere unabilità umana fondamentale, quella di mettersi nei panni dellaltro, di reagire prontamente per dare una mano. La guerra in Ucraina ci ha fatto riscoprire la bontà, il fatto che lempatia sia reale. Forse adesso, più che mai, abbiamo bisogno di meditare profondamente a queste qualità che ci contraddistinguono come specie.
Abbiamo parlato con Elena Maria Dumitrescu, psicoterapeuta specializzata in Terapia cognitivo-comportamentale, dellempatia manifestata dallintero mondo per il dramma degli ucraini. Le abbiamo chiesto come possiamo spiegare la bontà dal punto di vista pisicologico. “Ciascuno di noi è parte di un insieme che chiamiamo vita, universo, energia fondamentale, creazione o divinità. La bontà è accompagnata dalla compassione, dal fatto che qualcosa ci impressiona e siamo disposti ad aiutare il prossimo. Questo bisogno ha un influsso sia a livello individuale, che a livello collettivo e abbiamo esempi nella natura. Le formiche di fuoco vivono in colonie, lungo i letti dei fiumi, e quando cresce il livello dellacqua, loro sanno di non avere nessuna chance da sole. Allora si aggrappano le une alle altre e formano unimmensa zattera. Restano insieme e galleggiano fino a quando lacqua cala e così si salvano le formiche, il formicaio e soprattutto la specie. Sia la religione, che Darwin, che ha messo in dubbio la natura divina delluomo, ci hanno mostrato che ciascuna specie si adatta per sopravvivere. Noi, dal canto nostro, abbiamo tanto da regalare sia agli altri, che a noi stessi per sopravvivere, perchè sembra che alla natura non importi se una specie sopravvive o meno, essa deve dimostrare anche di meritarlo.”
Lamicizia. La più nobile e pura forma di espressione umana. I romeni hanno destato ammirazione nellintero mondo con la loro fantastica apertura verso gli ucraini in fuga dalla guerra. Che sia capace lamicizia di salvare la specie umana? “Siamo amici del popolo ucraino e lamicizia è la forma più elevata di comunicazione tra gli uomini, sia a livello energetico e psicologico, che a livello spirituale. E siccome siamo in prossimità della Pasqua, abbiamo lesempio biblico di Gesù Cristo, che chiama i suoi apostoli amici e in più occasioni ci parla dellimportanza dellamicizia e del potere di guarire dellamicizia, sia dal punto di vista emotivo, che fisico. Dalla prospettiva psicologica, è la stessa cosa, perchè le relazioni di amicizia rappresentano una delle risorse più importanti per il nostro stato di salute. Vorrei sottolineare che lempatia, questa capacità umana di capire laltro come se fossimo nei suoi panni, non presuppone conoscere la rispettiva persona o le rispettive persone. Lempatia, la compassione e la bontà rappresentano la triade che porta valore aggiunto a tutti i tipi di relazioni. Abbiamo bisogno di solidarietà perchè, come dicevo, è la solidarietà a sostenerci come individui, come specie. A tal fine è necessario andare oltre lautosufficienza, la superficialità e lozio, che, personalmente, credo siano i nostri peggiori nemici, e capire che ciascuno può fare qualcosa”, ha ricordato Elena Maria Dumitrescu.
Lempatia ha dei limiti oppure no? La psicoterapeuta Elena Maria Dumitrescu spiega i limiti e pericoli ed esorta alla giusta misura. “La vita mira allequilibrio energetico e spirituale nel caso di ciascuna persona e del sistema di cui facciamo parte. Lempatia rappresenta la posizione di equilibrio nella sfera relazionale. Succede molte volte che il nostro bisogno di aiutare sia maggiore di quello della persona che ha bisogno dellaiuto. Cosicchè il nostro aiuto è quello che noi immaginiamo, per diverse ragioni: per sovracompensare aspetti della nostra vita, per attenuare i sensi di colpa, per desiderio di perfezionismo, di immagine, standard o altro. Molte volte, quando superiamo un limite dellempatia, ci immedesiamo con la persona in difficoltà, e, così, ci assumiamo il ruolo di salvatori, rafforzando nellaltro la posizione di vittima più del necessario. Siamo più attenti ai nostri bisogni che ai bisogni reali dellaltro. Ciò comporta un consumo inutile di risorse a livello biologico, fisiologico ed energetico, e, il più delle volte, danneggia alle relazioni tra le persone, perchè non rappresenta più il contesto reale. Tutto ciò che è oltre la posizione di equilibrio e porta agli estremi non è benefico. Perchè il poco non basta e il troppo guasta.”