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Centro pilota di crisi per i casi di violenza sessuale

Uno dei problemi con cui si confrontano le famiglie in Romania è la violenza domestica e lo stupro e una delle più devastanti forme di violenza.

Centro pilota di crisi per i casi di violenza sessuale
Centro pilota di crisi per i casi di violenza sessuale

, 22.01.2019, 19:01

Uno dei problemi con cui si confrontano le famiglie in Romania è la violenza domestica e lo stupro e una delle più devastanti forme di violenza. È un trauma difficilmente superabile dalle vittime. Alcune non lo superano mai. I dati statistici forniti dalla Polizia non riflettono che parzialmente il fenomeno, il più delle volte le vittime scegliendo di non dichiarare l’aggressione. Per venire incontro a queste persone, l’Agenzia Nazionale per la Parità di Chance tra Uomini e Donne ha inaugurato, di recente, all’Ospedale di Emergenza Universitario, il primo Centro Pilota di Crisi per i Casi di Stupro. Presso questo centro, le vittime degli abusi sessuali ricevono il sostegno e l’aiuto di cui hanno bisogno, come spiega Graţiela Drăghici, segretaria dell’Agenzia Nazionale per la Parità di Chance.



Vogliamo che questa iniziativa sia un forte segnale per tutte le donne in Romania, un segnale di sostegno, di fiducia tramite la creazione di un nuovo modello di buone pratiche per il management integrato dei casi di stupro, partendo da una realtà triste. Ossia dal fatto che la maggioranza delle donne, a causa degli stereotipi e delle mentalità, sia non sporgono querela alla Polizia, sia riunciano ai passi necessari affinchè lo stupratore, alla fine, risponda davanti alla legge. E il primo passo importante in questa iniziativa è stato quello di chiedere all’Istituto Nazionale di Medicina Legale di individuare una soluzione che dia la possibilità ai medici dell’Unità di Pronto Soccorso di prelevare prove biologiche, in base ad un kit standard di prelievo di campioni biologici assolutamente necessari nei casi di violenza sessuale. Quindi, tutta l’attività e il management spettano ai medici di guardia, cosicchè la donna non debba più andare in tanti posti e affinchè un’alta percentuale di vittime non rinuncino più a sporgere denuncia e vadano fino in fondo affinchè gli stupratori siano puniti, racconta Graţiela Drăghici.



Graţiela Drăghici ci racconta come funzionerà questo centro. La prima condizione è che la donna dichiari lo stupro, poi il medico di guardia attiva il Gruppo operativo di prossimità dell’Ospedale Universitario – gruppo specializzato in azioni criminali. Questi si recano presso il medico di guardia e chiedono il consenso della vittima per sporgere la querela e con questa querela possiamo dire di avere, dal punto di vista giuridico, un caso di stupro. Poi vengono prelevate le prove biologiche in base al kit standard fornito dall’Istituto Nazionale di Medicina Legale, poi la vittima sarà accompagnata in una casa rifugio per le vittime della violenza domestica, dove sarà ospitata, riceverà consulenza psicologica, giuridica, cosicchè il caso abbia un’esito, ossia la punizione dell’aggressore, racconta sempre Graţiela Drăghici.



Il progetto sarà esteso a livello nazionale, cosicchè il numero delle aggressioni sessuali sia ridotto. Per ora la situazione è preoccupante: l’anno scorso hanno perso la vita 46 donne e 12 bambini, in seguito alle violenze commesse da ex o attuali partner o altri membri della famiglia. Ogni due giorni si registra un caso di aggressione sessuale su una minorenne, ma molti casi restano non denunciati. Più grave è che il 55% dei romeni ritiengono che lo stupro sia giustificato in certe situazioni.



Dai dati forniti dalla Polizia Romena, nel 2017, sono stati segnalati, indagati e accertati oltre 500 casi di stupro e, ovviamente, puniti. Fino a questa data, le cifre finali non sono state comunicate ufficialmente, ma siamo intorno a 450 casi. Solo che si deve considerare un aspetto. Una percentuale significativa, se guardiamo nel suo insieme il fenomeno della violenza, che secondo certe statistiche si attesta al 70%, che parliamo di violenza domestica o di violenza sessuale, non dichiarano lo status di vittima. Di seguito, queste cifre riguardano solo i casi denunciati, che giungono all’attenzione della polizia e i casi risolti con la punizione degli aggressori, spiega Graţiela Drăghici.



Le organizzazioni femministe in Romania salutano l’iniziativa dell’Agenzia Nazionale per la Partità di Chance di creazione del Centro Pilota di Crisi per i Casi di Stupro. Ecco cosa ci ha dichiarato Andreea Bragă, la direttrice esecutiva del Centro Filia, organizzazione femminista che lotta contro le disuguaglianze di genere tramite l’attivismo, l’advocacy e la ricerca.



È un passo in più rispetto a ciò che avevamo finora, perchè non esiste nessun centro di crisi per le vittime della violenza sessuale. Purtroppo, non è sufficiente. Siamo molto lontani da una società in cui mettiamo l’accento sui diritti delle vittime e concediamo loro la dovuta protezione, nel senso in cui c’è un grande bisogno di professionisti che sappiano lavorare con il trauma sessuale. Ci sono molte situazioni in cui, purtroppo, si manifestano pregiudizi stando ai quali la colpa è della vittima, e, allora, il più delle volte, le vittime si trovano nella situazione di essere ritraumatizzate. Inclusivamente il fatto che la vittima deve recarsi presso tante istituzioni per raccontare tante volte il trauma vissuto la espone ad un nuovo rischio di ritraumatizzazione. Ossia non è un sistema pensato come in altri Paesi europei, che punti sulla protezione dellla vittima e la riduzione dei rischi cui è sottoposta. Allo stesso tempo, abbiamo bisogno di educazione, di politiche per l’educazione che ci insegnino cosa vuol dire il consenso. Molti dei casi di violenza sessuale, di stupro, di atto sessuale con un minorenne, di aggressione sessuale non vengono denunciati e sono taciuti, ha spiegato Andreea Bragă.




Foto: Jeswin Thomas / unsplash.com
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