Bilanciamento tra due o più posti di lavoro
Dopo il fenomeno chiamato le grandi dimissioni, dall'inglese Great Resignation, presente anche in Romania, come in altri Paesi, ora si sta verificando in Romania un altro episodio post-pandemico: sempre più romeni hanno due posti di lavoro.
Christine Leșcu, 01.01.2023, 18:55
Dopo il fenomeno chiamato “le grandi dimissioni”, dallinglese “Great Resignation”, presente anche in Romania, come in altri Paesi, ora si sta verificando in Romania un altro episodio post-pandemico: sempre più romeni hanno due posti di lavoro. Lo conferma un recente sondaggio online condotto dalla piattaforma di ricerca lavoro “eJobs”. Ana Călugăru, addetta alla comunicazione presso “eJobs” ha precisato per RRI: “Il contesto economico degli ultimi due anni – mi riferisco alle incertezze portate dalla pandemia e dalla guerra, ma anche allaumento esplosivo dellinflazione questanno – ha fatto sì che molti romeni guardassero con grande cautela allidea di carriera e di stabilità finanziaria. Sebbene il 2022 sia stato, tuttavia, un anno in cui loccupazione ha raggiunto un livello record per gli ultimi 20 anni, e sebbene abbiamo visto aumenti salariali in quasi tutti i campi di attività, il sondaggio che abbiamo condotto su questo tema ci ha mostrato che la necessità di integrazione del reddito a lungo termine è il motivo principale per cui il 70% degli intervistati ha preso un secondo lavoro. L8,2% ha fatto questo passo solo per un breve periodo di tempo, perché aveva bisogno di soldi per un acquisto costoso, che altrimenti non poteva permettersi in quel momento, e il 6,7% ha risposto che è così che ha lavorato per tutta la vita, sebbene abbia lavorato cosi permanentemente e continuera a farlo anche dora in poi. Il 10,7%, in particolare i giovani intervistati, ha dichiarato che il primo lavoro non è stato cosi impegnativo e allora il tempo rimasto ha permesso loro di prendere un altro lavoro, mentre il 5% desidera cambiare carriera. Questi ultimi, per prudenza, hanno deciso di fare due lavori contemporaneamente, per un certo periodo di tempo, fino a quando si renderanno conto quale sia quello giusto per loro.”
Un elemento alquanto sorprendente di questa indagine è lalta percentuale di persone di mezza età che sono disposte ad avere più posti di lavoro. I giovani tra i 19 ei 25 anni rappresentano solo il 7,4% degli intervistati, la maggioranza di coloro che svolgono due lavori contemporaneamente sono persone tra i 36 e i 45 anni – quasi il 29% – mentre quasi il 22% ha tra i 46 e i 55 anni. Quindi, chi ha famiglia, figli e un volume di spese mensili abbastanza elevato è anche chi sente il bisogno di unaltra fonte di reddito. Ma proprio perché si tratta di persone con famiglia, quanto tempo resta da dedicare ai cari? Ana Calugaru. “Alla domanda su cosa trovano più difficile nel fare due lavori, sei su dieci hanno indicato il bilanciamento tra lavoro e vita privata. E hanno inteso il tempo che devono dedicare al lavoro e il fatto che cè un esaurimento, sia fisico che emotivo, che pesa su di loro e li rende incapaci di funzionare al loro pieno potenziale. Per un quarto dei partecipanti allo studio è molto difficile gestire il proprio tempo dedicato al lavoro, e il 10% afferma che è molto complicato svolgere entrambi i lavori. Ciò non sorprende, poiché il 40% degli intervistati afferma che se uno dei due lavori portasse loro un reddito sufficiente per le loro esigenze finanziarie mensili, rinuncerebbero al secondo.”
Sebbene la maggior parte degli intervistati voglia che lassunzione di due lavori sia temporanea, ci sono situazioni in cui può durare anni, come il caso di Silvia, direttrice di una rivista culturale e allo stesso tempo consulente artistica presso un importante teatro di Bucarest. “Ho sempre avuto collaborazioni. Non so se possano essere considerati lavori veri e propri. Ho questo secondo lavoro, quello presso il teatro, da sei anni, quindi praticamente da sei anni ho due lavori veri e propri. Prima di cominciare il lavoro presso il teatro, ho fatto quasi sempre anche altre cose. Ho lavorato a vari festival teatrali, ho tradotto libri, mi sono occupata di redazione e correzione di bozze per case editrici. È ovvio che laspetto finanziario è quello problematico nella stampa culturale. Qui gli stipendi sono piuttosto bassi e quando si è giovani si hanno esigenze diverse. Sorgono tutti i tipi di problemi correlati e la mancanza di un reddito soddisfacente in qualche modo influisce sulla tua creatività. Non puoi chiuderti nella tua torre davorio e creare o pensare a idee poetiche, artistiche quando le bollette si accumulano sul tuo tavolo. Ma non solo laspetto finanziario è stato il motivo. Mi è sempre piaciuto imparare cose nuove. E la stampa culturale mi ha aiutato molto a scoprire campi diversi, a conoscere tante persone.”
Silvia è diventata amica di alcune di loro e, poiché hanno orari di lavoro simili, possono trascorrere il tempo libero insieme. Inoltre, avendo un orario di lavoro flessibile presso la rivista, è stata in grado di destreggiarsi tra i due lavori senza troppe difficoltà fino a poco tempo fa. Come mai? Ci ha spiegato Silvia. “Allinizio era molto più interessante e molto più bello e mi sentivo come se stessi gestendo meglio la vita. Attualmente posso dire che è abbastanza difficile. Cè pochissimo tempo per la vita personale, proprio perché questa attività teatrale si concentra nella seconda parte della giornata, anche la sera. Quando torni a casa non ti rimane molto tempo per te stesso, guardi un film, vai a letto e il giorno dopo ricominci tutto da capo. Lunico aspetto positivo, che in qualche modo bilancia questa discrepanza, è che, volente o nolente, anche i tuoi amici provengono dallo stesso campo, e quindi, avendo lo stesso ritmo di vita, lo stesso flusso, puoi passare del tempo con loro quando finisci il tuo lavoro presso il teatro, esci da qualche parte, bevi qualcosa. Se i miei amici lavorassero in altri campi, avrei praticamente zero vita sociale.”
Ma come vanno le cose attualmente, in questo periodo segnato da uninflazione galoppante? Ci ha riposto sempre Silvia. “Fino allanno scorso o forse fino alla pandemia, potevo dire molto più chiaramente che laspetto finanziario era ovviamente migliorato. Penso che le cose siano peggiorate nellultimo anno con laumento dei prezzi in tutte le aree della nostra vita. I salari sono rimasti gli stessi e fondamentalmente ora mi sento davvero al limite. Non posso permettermi il terzo lavoro. E diventa già un po frustrante quando ti accorgi che stai praticamente facendo tutto il possibile per assicurarti unesistenza dignitosa e arrivi comunque al limite, dal punto di vista finanziario. (…) Inizialmente volevo avere un secondo lavoro proprio per non vivere più di stipendio in stipendio. Cioè, se accade una situazione imprevista, per non perdere il controllo e per avere un piccolo fondo di risparmio. Ma con quello che sto guadagnando in questo momento posso vivere di mese in mese a meno che non succeda qualcosa di inaspettato.”
Secondo la piattaforma di reclutamento eJobs, la maggior parte dei partecipanti al sondaggio sul bilanciamento tra due o piu posti di lavoro sono impiegati nel settore privato.
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