Barometro industriale
In Romania, il peso dell'industria nel Pil supera la media dell'Unione Europea.
Florin Orban, 31.01.2018, 14:43
In Romania, il peso dell’industria nel Pil supera la media dell’Unione Europea. Anzi, nell’ultimo anno, l’industria ha recato un contributo notevole a sostegno della crescita economica, per cui gli specialisti stanno studiando attentamente, in tutti i modi, l’evoluzione dei principali indici della produzione industriale. Ad esempio, ogni mese, l’Istituto Romeno per i Sondaggi Demoscopici (IRSOP), insieme alla Facoltà di Management della Scuola Nazionale di Studi Politici e Amministrativi, domanda ad un campione di dirigenti se nelle proprie ditte la produzione, le ordinazioni, gli stoccaggi, le assunzioni o altri parametri rilevanti sono aumentati o diminuiti rispetto al mese precedente.
Nei giorni scorsi, è stato reso pubblico il Barometro industriale relativo a dicembre 2017. Il direttore generale dell’IRSOP, Petre Datculescu, ha presentato i dettagli. Sono tre le conclusioni principali di questo barometro. La prima riguarda un forte calo dell’attività industriale a dicembre. Nei mesi precedenti – settembre, ottobre e novembre – l’industria aveva registrato una forte crescita, ad un livello relativamente stabile nei tre mesi, però a dicembre è calata notevolmente. Praticamente, ha subito una contrazione. La fermata della crescita risulta dagli indici-chiave da noi misurati, cioè il volume della produzione, le nuove ordinazioni, gli stoccaggi, le ordinazioni per l’esportazione, le importazioni e altri indici. La seconda conclusione è che arrivano anche buoni segnali. I costi di produzione sono diminuiti rispetto ai mesi precenti, quando erano saliti abbastanza, però questo calo potrebbe essere attribuito anche alla riduzione dell’attività generale. E comunque, i costi di produzione sono diminuiti meno rispetto al volume della produzione e delle nuove ordinazioni. I costi di produzione sono meno elastici. Poi, il numero dei dipendenti è rimasto uguale. I prezzi dei prodotti realizzati dalle imprese sono leggermente aumentati, il che è un ottimo segnale per le aziende. E la terza conclusione è che i manager restano comunque ottimisti, nonostante le scarse performance di dicembre, ha spiegato Petre Datculescu.
Gli abbiamo chiesto come si spiegano le cifre più basse registrate a fine anno. Ogni anno, tra novembre e dicembre, comincia un leggero calo, che continua anche a gennaio e febbraio. La risalita comincia appena a marzo. Quindi, probabilmente, si tratta di un effetto di stagionalità. Forse non è un aspetto legato necessariamente al tempo o alle vacanze, ma penso che si tratti anche di questioni che interessano i contratti futuri. Probabilmente, la fine dell’anno è un periodo in cui vengono firmati o resi definitivi i nuovi contratti, si delineano i piani di attività, si stanno negoziando i prezzi per l’energia e altri aspetti…Simili cose, che forse si ritrovano a fine anno, recano il proprio contributo in tal senso. Comunque, da notare il fatto che un simile calo, pur stagionale, legato alle vacanze, per così dire, ha però delle implicazioni profonde a medio termine, poichè, se il numero delle ordinazioni è calato a dicembre, probabilmente l’attività sarà ripresa in ritardo, aggiunge il direttore generale dell’IRSOP.
Particolarmente interessante nel Barometro industriale del dicembre 2017 è l’ottimismo espresso dai manager sul successivo periodo, nonostante le cifre. Se paragoniamo l’evoluzione del volume della produzione lungo i tre anni da quando misuriamo noi l’attività industriale alle fluttuazioni delle aspettative dei manager nei confronti della produttività, vediamo che ogni volta che ci indicato un calo, hanno espresso anche la speranza in una crescita nei successivi sei mesi. Ogni volta che le cose andavano male, le speranze e le aspettative salivano. Ne siamo rimasti sorpresi lungo il tempo. Abbiamo tentato di spiegare un po’ il fenomeno. Eliminando più fattori, siamo arrivati a due possobili spiegazioni. La prima consiste nel fatto che, presumibilmente, verso fine anno, i manager sono in possesso di solide informazioni sul successivo periodo, quindi sanno su cosa possono contare. Forse hanno persino dei contratti firmati, promesse per contratti, o si basano su altri fattori che incutono grande fiducia che l’attività sarà ripresa ad un livello superiore. La seconda spiegazione è di tipo psicologico e riguarda la necessità della gente di cancellare dalla propria mente certe idee legate alle difficoltà, per ripristinare in un certo qual modo il comfort soggettivo. Quindi, una sorta di autocalmarsi e speranza per l’ulteriore attività, conclude il direttore generale dell’IRSOP.
Il sondaggio è stato condotto su un campione di 344 aziende industriali, rappresentativo per le 15.200 con oltre 9 dipendenti in Romania, che generano circa il 95% del fatturato nel settore.