18.06.2020
COVID-19: CONAF, circa un milione senza lavoro in Romania/ Eurostat: Romania e Polonia, terzo posto nell'UE per lavoratori autonomi/ Industria ospitalità: esenzione imposta specifica per 90 giorni nel 2020
Florin Orban, 18.06.2020, 08:22
Sono quasi un milione le persone rimaste senza lavoro in Romania in seguito alla pandemia di coronavirus. Lo riferisce in un comunicato la Confederazione Nazionale per l’Imprenditoria Femminile (CONAF), che ha preso in considerazione i contratti di lavoro sospesi e cessati a fine maggio. Vi si aggiungono anche i romeni rientrati dall’estero, in cerca di un posto di lavoro. Stando all’Eurostat, il 19,7% dei romeni attivi lavoravano in un altro Paese nel 2017. Visto il declino economico nell’intero mondo, è prevedibile che un numero sempre più alto di romeni rientri in Patria, indica ancora il CONAF nel comunicato.
La Romania e la Polonia si piazzano al terzo posto nella graduatoria dei Paesi comunitari con la percentuale più elevata di lavoratori autonomi con il 14% dell’occupazione totale. Al primo posto si colloca la Grecia, indicata al 21%, seguita da Italia al 15%. La media europea si attesta al 9%, vale a dire 18 milioni di persone in età compresa tra i 20 e i 64 anni, indicano i dati resi noti dall’Eurostat. Al polo opposto, le quote più basse dei lavoratori autonomi nell’Unione Europea sono registrate in Danimarca e Lussemburgo, entrambe al 4%, seguite da Germania e Svezia (entrambe il 5%).
In Romania, il settore alberghiero potrebbe cominiciare a riprendersi in autunno, se la stagione delle vacanze riparte. Lo stima uno studio specializzato, che stima per la fine del 2020 un tasso di occupazione del 50 – 60% per gli alberghi di brand riconosciuti. La condizione è che la situazione epidemiologica rimanga stabile o migliori, valutano i consulenti di Colliers International. I dati dell’Istituto Nazionale di Statistica indicano che a marzo, il primo mese ufficiale di pandemia, gli alberghi romeni hanno registrato un calo del 68% del numero di turisti. A Bucarest, il tasso di occupazione era attestato a solo il 15% a marzo e aprile, e la maggior parte degli alberghi hanno chiuso per far fronte al calo significativo del fatturato. Va detto, però, che la Romania non presenta un rischio economico molto alto in seguito al rallentamento delle attività nel settore turistico, che in questo momento rappresenta solo il 3% del PIL, rispetto alla Spagna, ad esempio, con il 12% sotto questo profilo, nota l’agenzia Agerpres.
Le compagnie attive nell’industria dell’ospitalità saranno esenti dall’imposta specifica per un periodo di 90 gioni nell’anno fiscale 2020, secondo un progetto del Ministero delle Finanze romeno. Adottata con una legge del 2016, entrata in vigore un anno dopo, l’imposta specifica si applica alle attività alberghiere e di ristorazione, bar, caffetterie o catering. La tassa viene calcolata in base a criteri riguardanti la località in cui sono attive le rispettive strutture, le loro superfici e la stagionalità.