17.09.2020
Economia: Romania, produzione industriale e investimenti stranieri diretti, in calo nei primi sette mesi del 2020/ Eurostat: Romania, sesto produttore di lignite dell'UE nel 2018
Florin Orban, 17.09.2020, 10:17
Nei primi sette mesi del 2020, la produzione industriale in Romania è diminuita del 14,9% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Lo rilevano i dati resi noti dall’Istituto Nazionale di Statistica, i quali indicano che le quote più basse si osservano nell’industria manifatturiera (16,5%) ed estrattiva (11%). Successivamente, però, la produzione industriale si è ripresa, con una crescita dell’8% a luglio 2020 rispetto al mese precedente.
Anche gli investimenti stranieri diretti sono diminuiti nei primi sette mesi dell’anno del 60,23% rispetto al periodo gennaio – luglio 2019, secondo i dati pubblicati dalla Banca Centrale di Romania. Gli investimenti diretti dei non residenti nel Paese hanno raggiunto 1,326 miliardi di euro, rispetto ai 3,335 miliardi di euro nei primi sette mesi dello scorso anno. Il numero delle nuove imprese a capitale straniero è calato del 37% nei primi sette mesi del corrente anno rispetto allo stesso periodo del 2019. Il maggior numero di aziende registrate si osserva nel commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazioni auto e moto, che rappresentano il 31,42% del totale. A fine luglio 2020, in Romania erano registrate 229.000 imprese a capitale straniero.
Nel 2018, la Romania era il sesto produttore di lignite nell’Unione Europea. I dati pubblicati dall’Eurostat indicano la Germania come il principale produttore, con il 45% dell’estrazione totale di lignite nello spazio comunitario nel 2018. Seguono Polonia (16%), R.Ceca (11%), Grecia (10%), Bulgaria (8%) e Romania (6%). Nel 2018, il 9% dell’energia lorda totale generata nell’UE si basava sulla lignite. Invece, la produzione di elettricità nell’Unione continua a puntare sul nucleare e sul gas naturale. Eppure, in alcuni stati membri dell’UE, l’elettricità ricavata dalla lignite era indicata ad una quota elevata nel 2018, con il 43% in R.Ceca, il 38% in Bulgaria, il 32% in Grecia e il 29% in Polonia.
Intanto, Ziarul Financiar titola che il sistema bancario si è adattato alla nuova realtà imposta dalla pandemia. Il giornale nota che i dipendenti della Banca Transilvania e della Banca Commerciale Romena, le più grandi del Paese, continuano a lavorare sempre a distanza.