02.07.2020
Economia: calo del 2,8% nel settore servizi dei Paesi UE a causa della pandemia di COVID-19/ Auto: la fabbrica Ford di Craiova rinuncia ad una parte dei dipendenti a tempo determinato
Florin Orban, 03.07.2020, 07:00
Nel primo trimestre dell’anno, la pandemia di coronavirus ha colpito duramente il settore dei servizi nei Paesi dell’Unione Europea, il cui calo è stato del 2,8%. Dati positivi sono stati registrati solo in Romania, con una crescita del 4,7%, e in Bulgaria, con il 3,6%. Il maggiore calo, del 15,7%, si è verificato in Malta.
In Romania, i redditi di previdenza sociale sono aumentati, nel 2018, dell’11,1%, ammontando a quasi 145 miliardi di lei, pari a circa 30 miliardi di euro. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, la percentuale del PIL rappresentata dai redditi di previdenza sociale è ammontata, nel 2018, al 15,2%, valore identico a quello dell’anno precedente. La tutela sociale è stata orientata, come nei precedenti anni, verso la copertura dei rischi di vecchiaia, di malattia o la cura della salute.
La fabbrica Ford di Craiova ha reso pubblico che rinuncia ad una parte dei dipendenti a tempo determinato, i cui contratti non saranno più prorogati. La portavoce della fabbrica, Ana Maria Timiş, ha spiegato che la decisione è determinata dal fatto che la Ford adegua costantemente le necessità di assunzione alla domanda del mercato e all’efficacia del processo di produzione. La Ford ha ripreso, il 4 maggio scorso, la produzione di macchine e motori nelle principali fabbriche d’Europa, mentre in quella di Craiova ha annunciato che l’attività sarà ripresa a tappe, con un unico turno, sia per quanto riguarda la produzione di autovetture, che per quella di motori.
La situazione dei romeni che lavorano in Germania nel settore della lavorazione della carne subirà modifiche. In un discorso tenuto mercoledì davanti al parlamento tedesco, la cancelliera Angela Merkel ha confermato che in questo settore saranno eliminati i contratti di lavoro temporanei. Questi contratti, spesso utilizzati nel caso dei lavoratori est-europei assunti tramite subcontraenti per stipendi minimi, sono stati al centro della controversia determinata dal focolaio di Covid-19 in un mattatoio della Renania Settentrionale-Vestfalia, dove lavoravano anche molti romeni.