Sapori della Dobrugia
Sono ben 14 le minoranze etniche che vivono in Dobrugia, regione tra il Danubio e il Mar Nero.
Ștefan Baciu, 20.01.2022, 08:53
Sono ben 14 le minoranze etniche che vivono in Dobrugia, regione tra il Danubio e il Mar Nero. Qui si trova anche la più importante minoranza turco-tatara in Romania, poichè per oltre quattro secoli la provincia rimase sotto l’autorità dell’impero ottomano. Ci sono anche località con un gran numero di russi lipovani e ucraini.
Il nostro racconto inizia sulle rive del lago Goloviţa, vicino al litorale romeno del Mar Nero, dove il villaggio Vişina sta cominciando a distinguersi per gli eventi culturali che ospita. Tutto è iniziato quando una signora che viveva in città ha deciso di acquistare una casa vacanze, dopo di che la nuova proprietà ha suscitato la sua passione di promuovere le tradizioni locali. Bianca Folescu, perché di lei si tratta, ci ha raccontato tutto. In qualche modo le cose sono arrivate col tempo, non è stata una decisione immediata. Il primo passo è stato quando ho comprato la casa nel villaggio di Vişina, per trovare un posto tranquillo dove poter rifugiarmi con i bambini nei fine settimana. E, passo dopo passo, ho iniziato ad amare il luogo, le tradizioni, i costumi, a capire cosa significa vivere in campagna e che la sua semplicità è una ricchezza che solo ora ho scoperto. E, naturalmente, in quel momento, i miei pensieri hanno cominciato a muoversi nella giusta direzione. Certo, la masseria è cresciuta in tutto questo tempo, ed è entrato in gioco non solo il desiderio ma anche la necessità di essere qui ogni giorno e trasferirmi completamente dalla città in campagna. Non è stata una decisione facile, ovviamente ha comportato molte trasformazioni, ma penso sia stata una delle migliori decisioni della mia vita, spiega Bianca Folescu.
La nostra ospite è passata dalle comodità della città alla vita campagnola, ma dopo aver appreso i segreti, dall’accendere il fuoco nella stufa o chiedere un prodotto ai vicini di casa, ha cominciato a cambiare un po’ le cose. Oggi la sua casa ha un impianto di riscaldamento perché voleva il comfort che conosceva, ma il suo impatto si è esteso anche alla comunità. Non era un villaggio con visibilità, quindi sono intervenuta nella vita di un ensemble di danze bulgare, che conserva ancora le tradizioni del villaggio, e lentamente la composizione e l’attività è cambiata, diventando più visibile. Tutto ha assunto una dimensione diversa lungo il tempo. Adesso è un gruppo straordinariamente bello. Siccome questo gruppo era composto da donne del villaggio e da bambini, stavo chiaramente interagendo socialmente con una parte rappresentativa degli abitanti del villaggio, aggiunge Bianca Folescu, diventata anche promotrice della gastronomia locale.
Abbiamo partecipato ed anche creato vari eventi, in cui abbiamo voluto mettere in luce la gastronomia locale. Sappiamo che la popolazione è mista, cioè non ci si può limitare solo alla gastronomia di influenza bulgara. Ma, naturalmente, abbiamo anche la gastronomia tartara e quella locale romena, raccolta da ogni parte. La gastronomia del posto è un ricchissimo bouquet di prodotti da mettere in tavola. E, sì, la sfida è quella trovare tutti i tipi di prodotti, con nomi diversi, da preparare rapidamente da essere pronti in tavola. Non dimentichiamo che i bulgari erano molto bravi nel coltivare le verdure, quindi qui, ovviamente, la zacusca è la regina, come anche tanti altri piatti a base di verdure, come la torta di cipolle, per esempio. Non dimentichiamo la torta al formaggio salato tipica della Dobrugia, che è imperatrice a casa mia, dice ancora la nostra ospite.
Per lei, il restauro della casa acquistata e, soprattutto, dei suoi interni è stato il primo passo per organizzare un’altra casa vicina come piccolo museo vivente. Ci sono 5 stanze, ognuna con una specificità diversa, perché ho pensato di rappresentare Vişina. E’ rappresentata dalla stanza di mezzo, la stanza bulgara, e nelle vicinanze abbiamo la stanza lipovana, ovviamente la stanza della Dobrugia, perché predomina la popolazione romena, la stanza orientale, pensando sia ai turchi che ai tartari, e la stanza aromena. Ogni stanza è arredata secondo lo stile specifico, accostando vecchi oggetti che abbiamo trovato nelle località in cui le rispettive etnie erano predominanti, ma anche con nuovi oggetti che imitano quelli vecchi, conclude Bianca Folescu.
I mobili, le tende, gli asciugamani e i vari oggetti per la casa provengono da donazioni fatte da gente comune. Bianca Folescu ha fatto da sola i suoi modelli di fiori traforati, molto lieta di averlo appreso dagli artigiani locali. E’ diventata pratica anche dei ricami e dell’artigianato locale, come anche dell’architettura tradizionale, cosicchè ha iniziato a collaborare con i musei di arte popolare di Costanza e Tulcea.