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Pronti per il futuro?

Il Politecnico di Bucarest ha ospitato SpaceFest, un evento dedicato allesplorazione dello spazio cosmico, unesperienza unica per i giovani partecipanti.

Pronti per il futuro?
Pronti per il futuro?

, 04.07.2023, 19:13

Il Politecnico di Bucarest ha ospitato SpaceFest, un evento dedicato all’esplorazione dello spazio cosmico. È stata un’esperienza unica per qualche migliaio di giovani partecipanti. Dumitru Prunariu, l’unico astronauta romeno che ha volato nello spazio, la statunitense Nicole Stott, la decima donna a volare nello spazio e Sara Sabry dall’Egitto, la prima donna africana, araba ed egiziana ad arrivare nello spazio, hanno raccontato ai partecipanti storie incitanti.



Google Maps e il Tempo probabile sono sempre risultati della ricerca sullo spazio, come anche altri contributi alle attività terrestri, gli approcci tradizionali non essendo più utilizzati ormai, data la loro inefficacia. E questi sono campi in cui i romeni svolgono un ruolo importante, anche se non c’è stata più alcuna nostra presenza ufficiale nello spazio dopo quella di Dumitru Prunariu. Presente all’evento, Prunariu ha dichiarato a Radio Romania Internazionale: “Qui, al Politecnico di Bucarest, in una sala con 1200 persone, abbiamo avuto un incontro molto interessante con giovani, ragazzi e studenti, che non solo hanno ascoltato attentamente quello che hanno raccontato i tre astronauti presenti, ma hanno anche fatto delle domande molto interessanti. Noi astronauti ci incontriamo spesso nell’ambito dell’Associazione degli Esploratori dello Spazio Cosmico, che è l’associazione professionale degli astronauti e dei cosmonauti. È vero che l’astronauta egiziana non è ancora membro di quest’associazione, lei ha effettuato un volo balistico, breve, ha passato dieci minuti nell’imponderabilità, mentre noialtri, come Nicole Stott, abbiamo viaggiato più lontano e abbiamo volato di più, abbiamo maggiore esperienza. Ma ogni volo cosmico, per quanto fosse breve, apre nuove prospettive e chiunque ha delle cose inedite da raccontare, dalla propria esperienza che forse gli altri colleghi non conoscono, dall’esperienza personale, da quello che ha sentito, dall’interazione con le persone, le impressioni dopo il volo cosmico. Al momento, oltre alle intese governative tra certi stati, compagnie, organizzazioni che formano astronauti, e queste sono solo tre al mondo, ci sono gli americani, i russi e i cinesi, adesso esistono anche intese private. Esistono compagnie di broker di astronauti, che hanno cominciato a mandare, è vero, per milioni di dollari, persone nello spazio cosmico e il turismo spaziale si sta sviluppando sempre di più. Quindi potremmo avere la sorpresa che un secondo romeno faccia parte di questa categoria.”



Sempre da Dumitru Prunariu abbiamo saputo che si sono piani che potremmo chiamare interstellari: “La Luna è un avamposto per il volo verso Marte. Il programma Artemis, già avviato dagli americani, che hanno mandato una nave test intorno al mondo, e l’anno prossimo manderanno un primo equipaggio umano intorno alla luna per testare gli equipaggiamenti, la nave, l’ambiente in cui le persone dovranno svolgere la loro attività, rappresenta solo un inizio. Nel 2025 è previsto il primo sbarco sulla Luna nell’ambito del nuovo programma Artemis. E quello sarà solo un inizio. Perché stavolta non andiamo sulla Luna per tornare sulla Terra, ma per restarci. È un messaggio molto importante, che le persone ci resteranno. Ovviamente, gli equipaggi si succederanno presso alcune basi permanenti che saranno costruite nella zona del Polo Sud della Luna. In un futuro prevedibile, ci sarà una stazione orbitale circumlunare, che fungerà da Hub per gli astronauti che arrivano sulla Terra e scendono sulla Luna e ritornano poi sulla Terra. Ci sarà inoltre una base di ricerca scientifica per l’ambiente lunare e tutto ciò preparerà in futuro i voli pilotati verso Marte.”



Nicole Stott, la decima donna ad arrivare nello spazio cosmico, ci ha detto che sebbene sia rimasta poco più di cento giorni nello spazio, vorrebbe tornare almeno per un altro giorno per rivivere la gioia, la curiosità e l’incanto, emozioni sperimentate continuamente: “Centoquattro giorni nello spazio non sono bastati! Voglio dire, mi è sembrato che il tempo volasse, non ci potevo credere quando è arrivato il momento di tornare a casa, e vorrei poter tornare indietro e trascorrere almeno un altro giorno nello spazio! Sarebbe bello! Ero la decima donna ad andare nello spazio, non ci avevo nemmeno pensato in quel momento, anche se sapevo a che numero si era arrivati. Penso che al razzo non importi davvero se sei maschio o femmina, quindi dobbiamo tutti fare del nostro meglio. E abbiamo dimostrato che le donne sono brave quanto gli uomini, se non addirittura migliori, in queste missioni. Quindi penso che dobbiamo solo incoraggiare sempre più giovani donne a seguire una carriera del genere. Anche se le cose non andavano bene (n.r. nello spazio), ad esempio suonava un allarme o qualcosa del genere, credo che fosse più agitazione che paura, perché siamo così ben allenati che sappiamo come agire in tutte le situazioni. Ripeterei sicuramente il volo spaziale e, in un certo senso, spero che sia esattamente comè stato, con lequipaggio con cui sono stata e con tutte le esperienze che ho avuto. Ma sarebbe una gioia anche poter volare di nuovo e sperimentare qualcosa di diverso in una missione”.



Sara Sabry dallEgitto, è la prima donna africana, araba ed egiziana a raggiungere lo spazio. Ha partecipato a SpaceFest e ha condiviso con noi la gioia di aver fatto un cambiamento: “È un incredibile onore rappresentare il mio Paese, essere nello spazio per la prima volta ed essere la prima donna araba a farlo. Questo dimostra quanto cambiano le cose. Finalmente siamo rappresentate. Sono cresciuta circondata da persone che non hanno avuto la possibilità di fare una cosa del genere, nel mondo da cui provengo. Quindi sono stata la prima, il che mi onora e mi riempie di gratitudine. Sono felice di vedere che persone come me possono fare qualcosa del genere! Che le donne di questa parte del mondo possono farlo. Vedere la Terra dallo spazio cambia la tua prospettiva sul mondo intero. Perché non ci siamo evoluti biologicamente per guardare la Terra dallo spazio o dallesterno, quindi quando succede capovolge il tuo mondo e quando torni devi ricomporlo, vedere cosa pensavi prima della Terra, della vita, dellUniverso, delle tue relazioni con tutto ciò che esiste. E quando torni devi capire tutto questo, fare tutto il possibile con la nuova responsabilità acquisita in seguito a questa nuova prospettiva. Ero così entusiasta, non avevo per niente paura, ero piena di adrenalina e tranquilla! Perché devi essere in pace con qualunque cosa accada! Qualunque sia lesito! Devi avere completa fiducia nel veicolo, in te stesso, nellequipaggio, essere certo che andrà tutto bene, che qualunque cosa accada saprai come reagire, cosa dovrai fare e che anche se non torni più, hai già accettato anche questo. Ed è qualcosa che ti cambia! Quando è successo, non riuscivo nemmeno a credere che stesse accadendo, perché sogni così tanto che accada! E quando succede, è come se tutto riprende a vivere dentro di te!”

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