Passi per rendere accessibile il patrimonio
Con l’intento di mettere in risalto il patrimonio culturale del nostro Paese, l’Associazione Designers, Thinkers, Makers ha creato il programma “Culture and Cultures”, che punta sulla rivitalizzazione culturale, con accento sulla promozione dei siti dell’UNESCO e dei valori locali, spesso sconosciuti al pubblico.
Ana-Maria Cononovici, 04.12.2024, 14:37
Con l’intento di mettere in risalto il patrimonio culturale del nostro Paese, l’Associazione Designers, Thinkers, Makers ha creato il programma “Culture and Cultures”, che punta sulla rivitalizzazione culturale, con accento sulla promozione dei siti dell’UNESCO e dei valori locali, spesso sconosciuti al pubblico. Un inizio è stato fatto tramite la realizzazione di una visita guidata audio di Biertan. Quale è stato il punto di partenza e quali le tappe del programma ce lo ha raccontato Alexandra Mihailciuc, architetta, coordinatrice dei programmi culturali dell’Associazione: “Abbiamo pensato questo programma “Culture and Cultures” come una specie di programma di guarigione culturale che abbiamo costruito per proteggere e valorizzare il patrimonio della Romania. In qualche modo, parla della cultura, delle diverse culture etniche, ma anche della cultura in senso primario, legato alla terra, cioè dei territori attorno alla casa, alla villa e al villaggio. Ciò vuol dire che si tratta in ugual misura della cura per ciò che ti sta vicino, ma anche della cura per ciò che sta lontano, perché sono connessi come con un cordone ombelicale. E il senso di questo programma, infatti, è di mettere in atto quanti più mezzi possibili per costruire un clima buono, buono per la cultura, ma in fin dei conti per la qualità della vita. E una delle componenti essenziali di questo programma è l’educazione per il patrimonio. Ci siamo resi conto che conta per tutti i ceti sociali e per tutte le età. E oserei dire che, secondo me, fa parte delle emergenze della società in Romania. Notiamo molto intorno a noi quanto si distrugge, quanto poco le comunità si assumono il patrimonio, quanto poco è amato, compreso e sfruttato. Questo programma contiene diversi progetti culturali. Il progetto che ho fatto quest’anno, “Heritage Lab. Connecting the Dots”, è solo uno dei progetti di questo programma, che ha anch’esso tre pilastri: istruzione, ricerca e progettazioni.”
Alexandra Mihailciuc, architetta, coordinatrice dei programmi culturali dell’Associazione Designers Thinkers Makers, ci ha offerto particolari: “Quest’anno ci siamo proposti di impostare il programma con accento sul patrimonio culturale delle Colline della Transilvania, soprattutto sul villaggio UNESCO di Biertan e sul villaggio di Chirpăr, per evidenziare questa eredità culturale preziosa della regione e portare al pubblico largo tutto quello che è sconosciuto, ma valoroso, dunque tutto quello che esiste in qualche modo senza essere però valorizzato. E abbiamo pensato fosse indicato cominciare con un sito UNESCO, perché i siti UNESCO sono la punta di diamante del patrimonio mondiale, i tesori più apprezzati dell’umanità. Tuttavia, nel nostro Paese, non sono ancora entrati nella mentalità collettiva.”
È seguita una scuola estiva chiamata “Heritage Lab”, con una componente teorica in cui gli studenti hanno studiato i siti UNESCO, hanno scritto su di essi, hanno disegnato, realizzato materiali di interpretazione, ma che ha avuto anche una componente pratica, di lavoro con le mani, in cui hanno imparato come si fanno gli intonaci di una volta, con calce e sabbia, come si fa un muro correttamente usando la pietra, oppure il mattone. Gli studenti di architettura hanno avuto bisogno di questi laboratori, di questi cantieri, per essere preparati per il loro futuro professionale.
Alexandra Mihailciuc ha aggiunto: “Abbiamo realizzato due visite guidate audio per il sito di Biertan e per il villaggio di Chirpăr, in romeno e inglese ed ecco che siamo riusciti addirittura a lanciare il tour digitale del sito UNESCO di Biertan nella chiesa fortificata, con un programma consistente, che ha incluso la presentazione del progetto, il percorso delle tappe con i progetti rilevanti del luogo, ma anche un concerto di organo. Lo spazio è stato inondato dalla musica transilvana di varie epoche, da musiche appartenenti al periodo romantico, in qualche modo coerenti con l’età dell’organo della chiesa fortificata. La cosa inedita è che, infatti, questo concerto di organo si è trasformato in un laboratorio musicale o in un soggiorno musicale, intorno all’organo, in cui ci è stato spiegato il suo sistema di funzionamento e sono state fatte piccole incursioni sonore nelle molteplici valenze di questo strumento. Le persone venute hanno potuto percorrere le altre tappe sparse per il villaggio, perché l’idea è stata proprio questa di invitare i turisti a scoprire non solo la chiesa fortificata, ma anche tutto quello che c’è intorno, se parliamo di “Culture and Cultures”. In tal modo possono scoprire informazioni sull’UNESCO e le chiese sorelle, sulla farmacia del villaggio, che sembra sia la prima del genere nella Transilvania rurale, sulle usanze, sulla multiculturalità del luogo, su ornamenti, perché no, sulla Via Transilvanica che attraversa il centro del villaggio.”
Seguono una mostra sulla valorosa ceramica di Chirpăr, i Laboratori Culturali Stork di Bucarest, una serie di mostre, di proiezioni di film, di architettura e mestieri e di workshop sempre sul patrimonio culturale.