La storia del sapone Cheia
La storia del sapone Cheia ci porta indietro nel tempo alla data del 3 marzo 1886, quando Lippa Brunstein registrava al comune la fabbrica della sua famiglia.
Ana-Maria Cononovici, 05.01.2025, 15:51
La storia del sapone Cheia ci porta indietro nel tempo alla data del 3 marzo 1886, quando Lippa Brunstein registrava al comune la fabbrica della sua famiglia. Ora come allora, Cheia è un affare di famiglia e un marchio che usa ingredienti naturali, lavora e taglia manualmente, con molta attenzione.
La storia del sapone Cheia, come anche quella di molti brand romeni che sono esistiti nel periodo comunista, come Dacia, Arctic, Borsec, Timişoreana, Dero, Braiconf, Antibiotice, il cioccolato Rom, Gerovital oppure i biscotti Eugenia viene spesso associata ai ricordi tristi di coloro che hanno vissuto nella cosiddetta “epoca d’oro”. Tuttavia molti di questi prodotti sono esistiti anche prima della nazionalizzazione, alcuni non essendo pubblicizzati durante il comunismo, altri acquisendo solo valore utilitario, come il sapone Cheia.
Nel periodo 1950-1989, il sapone Cheia esisteva sul mercato solo nella versione di sapone per il bucato. Abbiamo avuto, però, la sorpresa di scoprire che il marchio è uno di prodotti elitisti, che vanta una lunga storia.
Come si mantiene adesso il sapone Cheia, a oltre 100 anni, ce lo ha raccontato Alin Laszlo, “il saponaio dell’attuale sapone”, come si è presentato lui stesso: “Come nel 1886, è un affare di famiglia, che osserva gli stessi principi di allora, ovvero la produzione di un sapone naturale, elitista. Quindi, in pratica per il XXI secolo, alla settima generazione di produttori di sapone Cheia, considerando anche il periodo 48-90 sempre rappresentato da generazioni di romeni che hanno prodotto il sapone Cheia, il sapone è elitista, rispetta principi di oltre un secolo fa e riscrive con orgoglio una storia più lunga di un secolo nella produzione romena di sapone.”
Abbiamo chiesto al nostro interlocutore qual è, infatti, la gamma di prodotti che oggi si producono sotto il marchio “Cheia”, visto che io mi ricordo il sapone per il bucato di prima dell’89: “L’esempio di cui parla lei rappresenta al momento il 7% della nostra offerta attuale. Adesso stiamo riscrivendo una lunga storia, con ricette specifiche per ogni periodo, perché il sapone Cheia ha conosciuto anche la normalità, ha conosciuto la guerra, epidemie, ha conosciuto l’industrializzazione forzata durante il comunismo, con quel cambio di paradigma della produzione in cui veniva coperta la necessità, non il piacere. Non possiamo togliere dalla nostra storia quel periodo né dal punto di vista morale, né storico. Ci rapportiamo ad esso come ad un determinato periodo della nostra offerta, “il libro grigio del sapone Cheia”. Offriamo tutta la gamma di prodotti descritti però riscritti per la mente, le necessità e l’uso del consumatore contemporaneo. Continuiamo a produrre il sapone per il bucato, ma non necessariamente quello prodotto ai tempi di Ceauşescu. Il sapone per il bucato interbellico era diverso, non era un prodotto di massa e continuiamo a produrlo, anche se per una zona molto ristretta e non per i nostalgici. Ci sono ancora persone che usano sapone solido per lavare il bucato. Per sviluppare il nostro affare abbiamo innovato e ottenuto sapone in polvere per il bucato, l’equivalente dell’abitudine delle madri della generazione di mia madre di lavare il bucato all’inizio degli anni 90 con sapone grattugiato, sapone liquido in forma naturale, non un detersivo chimico.”
Il nostro interlocutore ci ha presentato anche altri prodotti Cheia: “Il prodotto numero uno e il Cheia per i capelli. Non torniamo necessariamente alle abitudini delle nonne di lavarsi i capelli con sapone. Tuttavia si tratta di quello shampoo primario utilizzato dall’umanità fino agli anni 50, quando venne inventato quello chimico. Abbiamo sviluppato una gamma completa, dal sapone all’equivalente dell’aceto utilizzato dalla nonna, i condizionatori. Come dicevo, per il bucato, abbiamo tutti i tipi possibili, dal sapone solido, al sapone in polvere, al sapone crema o al sapone liquido. In ugual misura, siamo tornati alla formula che abbiamo imparato alla lezione di chimica della decima classe di liceo, di sapone naturale per le mani, che si piazza al secondo posto nelle nostre vendite.”
Orgoglioso di iscriversi in una lunga tradizione, Alin Laszlo ha aggiunto: “Crediamo nel valore della tradizione! Sarei molto contento di sapere che anche noi abbiamo contribuito in piccola parte all’aumento del consumo di sapone per abitante nel nostro Paese, poiché sappiamo tutti che non ci piazziamo molto bene da questo punto di vista!”
Sotto il marchio Cheia adesso si vende una vasta gamma di saponi naturali, bio, eco, amichevoli con i cari e con la natura: il burro per il corpo Maria, che ha sull’imballaggio il volto della regina Maria, oli da doccia, saponi per bambini, burrocacao, Cheia-Dac, sapone per una bella barba. Sono solo alcuni esempi di prodotti Cheia di oggi, ma il loro numero è molto più grande.