La Scuola degli Anziani
Mariana Mereu è cresciuta nel villaggio di Geoagiu de Sus, in provincia di Alba, all'interno di una comunità attaccata alle tradizioni, in cui l'arte del cucire e del tessere, i balli e i canti tradizionali ricoprivano un posto speciale.
Ana-Maria Cononovici, 03.03.2022, 14:34
Mariana Mereu è cresciuta nel villaggio di Geoagiu de Sus, in provincia di Alba, nella Romania centrale, all’interno di una comunità attaccata alle tradizioni, in cui l’arte del cucire e del tessere, i balli e i canti tradizionali ricoprivano un posto speciale. Oggi continua a promuovere queste tradizioni. Ha partecipato a fiere turistiche, mostre e convegni tematici e ha messo sù un’importante collezione etnografica. Mariana Mereu ha anche organizzato la Scuola degli Anziani, dove chi desidera può imparare l’arte del tessere e del cucire o del coltivare e lavorare la canapa per fare artigianato. Mariana Mereu ha trasformato la sua casa in Scuola per Anziani, per poter portare avanti le tradizioni.
Ho sempre conservato e curato i miei costumi tradizionali, non ho mai buttato via nulla tra i vecchi oggetti di casa. Il telaio ha sempre fatto parte dell’arredamento. Lo usavano mia madre e mia nonna. Io adoro tessere, cucire e filare la lana e vorrei che tutti potessero imparare – bambini, persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali. Ho anche organizzato dei laboratori, spiega Mariana osservando, con rammarico, che sono soprattutto gli stranieri ad interessarsi a queste tradizioni.
L’anno scorso abbiamo accolto una famiglia di francesi a cui abbiamo insegnato a cucire e tessere. Sono andati anche nella regione del Maramureş, nel nord della Romania, per imparare a falciare l’erba. Hanno pagato per imparare tutto questo. Ecco dove siamo oggi! Pochissimi giovani sanno ancora falciare, perché tutto è automatizzato. Possono farlo se sono pagati, perché hanno bisogno di guadagnarsi da vivere come tutti, ha detto ancora Mariana Mereu, raccontando con passione come coltiva la canapa, la fila e la tesse. Il suo desiderio è quello di condividere con gli altri queste tradizioni ancestrali. Produce anche asciugamani e costumi tradizionali in fibra di canapa.
Coltivo canapa da sette anni ormai. Ho iniziato al telaio con una signora che oggi non c’è più, e che aveva la canapa nel suo soffitto. Questo non è un compito facile. Devi ottenere il permesso, è molto difficile. E quando pensi che tutto sia risolto, sorge un nuovo problema. Anche la preparazione della canapa è un lavoro difficilissimo. Deve essere asciugato, quindi trasformato in piccoli pacchetti che vengono lasciati nuovamente asciugare, prima di macerare. Copriamo il tutto con dei sassi per tenerli sott’acqua, e dopo una settimana, quando la fibra inizia a staccarsi dal gambo, allora è pronta. La fibra viene raccolta, pulita e fatta asciugare nuovamente. Quando inizia a imbiancare bene, può essere dissodata, pettinata, filata e lavorata. È un processo lungo e noioso, ma ne vale la pena. Fai qualcosa con le tue mani, da una pianta: una camicetta romena, è magia! Onestamente, non lo sto facendo per i soldi. Nessuno sembra apprezzare questo lavoro al suo giusto valore. Se non ottengo il giusto prezzo mi arrendo e faccio solo regali, aggiunge la nostra ospite.
Mariana Mereu si rammarica che il lavoro svolto da donne e ragazze che desiderano condividere queste tradizioni non sia riconosciuto nel suo vero valore. Ad esempio, quando chiediamo 50 lei (10 euro) per un paio di calze di lana o di fibra di canapa, i clienti lo trovano troppo costoso. Ma un paio di calze non si fanno in un giorno! In estate le calze di lana impediscono la traspirazione, perché la lana è vuota all’interno, come i maccheroni, lo stesso per la canapa. Ti tiene caldo d’inverno e ti rinfresca d’estate, dice Mariana. Dal momento che lavora con la canapa, Mariana Mereu ha deciso di creare una festa in suo onore. Così si è celebrata la scorsa estate la 4° edizione della Giornata della Canapa, alla quale hanno potuto partecipare anche i turisti. I più curiosi hanno avuto modo di scoprire l’intero processo, dalla semina alla raccolta della fibra utilizzata per la fabbricazione di abiti, tessuti e costumi tradizionali, all’epoca in cui ogni famiglia coltivava e lavorava la propria canapa.
La nostra interlocutrice si augura un maggiore sostegno per promuovere queste tradizioni. Mi piacerebbe molto vedere le autorità decidano che gli artigiani che fanno questo lavoro siano pagati, così come quelli che vogliono impararlo. Capisco che questo è il caso in altri paesi. È una buona motivazione per chi lavora, lo incoraggia a continuare. Non devono vergognarsi di essere contadini, né di essere romeni. Non devono dimenticare la loro lingua, il loro vestito, perché si dice che la cultura di un popolo va indossata come un abito festivo! Di quali abiti da festa stiamo parlando qui? Costume tradizionale! Incoraggio tutti a provare, almeno una volta, a tenere un fuso tra le dita, per vedere come si lavora. Se non sai come fare tutto questo lavoro, non hai modo di goderti il risultato, conclude la nostra ospite.
Mariana Mereu e i membri della sua associazione sono convinti del potenziale turistico della regione e del talento dei suoi artigiani. Per questo vogliono che Geoagiu de Sus sia il più visibile possibile sulla mappa culturale e turistica della provincia.