In bicicletta al Capo Horn
Oggi parliamo non solo di una prima mondiale, ma anche di una missione di promozione della lettura e dello sport tra i giovani, una missione che Gabriel Bota e Rudolf Nyari, due degli organizzatori del Festival del Libro Transilvania che si svolge a Cluj ogni autunno, hanno eseguito verso la fine dello scorso anno.

Ana-Maria Cononovici, 13.03.2025, 17:11
Oggi parliamo non solo di una prima mondiale, ma anche di una missione di promozione della lettura e dello sport tra i giovani, una missione che Gabriel Bota e Rudolf Nyari, due degli organizzatori del Festival del Libro Transilvania che si svolge a Cluj ogni autunno, hanno eseguito verso la fine dello scorso anno. Ispirati al romanzo di Radu Tudoran “Toate pânzele sus / Con tutte le vele alzate”, i due sono partiti in un viaggio in bicicletta nella Terra del Fuoco, sull’isola del Capo Horn. Cosa dovremmo sapere quando sentiamo parlare di un’avventura come questa?
Rudolf Nyari: “Credo che in primo luogo dovremmo sapere che quest’avventura è un progetto avviato qualche anno fa, che ha avuto come punto di partenza l’idea di promuovere la lettura e lo sport. “Read and ride fino alla fine del mondo” è un progetto giunto alla terza edizione, in cui l’anno scorso siamo stati i primi nella storia dell’umanità ad arrivare con le biciclette fino alla più meridionale zona della terra, ovvero l’isola del Capo Horn. Nella prima edizione Gabi (n.r. Gabriel Bota, il mio collega) ha attraversato l’Europa e gli chiederei di raccontare lui come si è svolta la sua avventura in bicicletta di 6 anni fa.”
Gabriel Bota ha aggiunto: “Dobbiamo dire che tutte le edizioni “Read and Ride” fanno parte dei progetti del Festival Internazionale del Libro Transilvania. Come ha detto anche Rudi (n.r. Rudolf Nyari, il mio collega), lo scopo è di promuovere la lettura e lo sport tra i giovani, ma non solo tra i giovani. La prima edizione si è svolta nel 2017. Allora sono andato da solo, sono partito dalla Romania, ho visitato 10 Paesi, ho letto 10 libri strada facendo e ho visitato 10 scrittori a casa loro. Alcuni ci hanno ricambiato la visita a Cluj, dopo, al festival. Ho percorso 4884 chilometri in 40 giorni, convincendo decine di migliaia di persone di occuparsi di più della musica e dello sport. In linea di massima questo è sempre stato il nostro messaggio semplice: con il nostro esempio, promuovere la lettura e lo sport. Dopo abbiamo fatto squadra. Con Rudi ho fatto un’ottima squadra, avviando la seconda edizione nel 2022, quando siamo andati oltre il Circolo Polare Artico, nel più settentrionale luogo del mondo, a North Cape. Lo scopo è stato di arrivare fino vicino al Polo Nord, ma in quel momento non è stato possibile. Sempre grazie all’esempio che abbiamo dato siamo riusciti a promuovere la lettura e lo sport.”
Come è stato percepito questo messaggio al Capo Horn? Rudolf Nyari: “È stata la più grande sorpresa per noi, abbiamo parlato del progetto con tutte le persone che abbiamo incontrato e tutti hanno apprezzato l’idea e hanno aderito all’iniziativa, ci hanno offerto sostegno, ognuno nella misura in cui gli è stato possibile. Hanno capito il messaggio per i giovani, ma allo stesso tempo hanno anche capito la storia che sta dietro il messaggio, quella di portare un libro dall’altra parte del mondo. Si tratta del libro di Radu Tudoran, “Toate pânzele sus / Con tutte le vele alzate”, un romanzo famoso che ha segnato la nostra gioventù sia per quanto riguarda la lettura, che per quanto riguarda il cinema. E praticamente la nostra avventura è stata costruita in base a questo libro in cui due amici hanno voluto arrivare nella Tierra Del Fuego. In quell’avventura si sono separati, si sono reincontrati e hanno scoperto quelle terre. In pratica, abbiamo percorso la stesa strada, ma stavolta con l’aereo, più di 40.000 km, dopo di che abbiamo percorso in bicicletta la strada da Punta Arenas fino a Ushuaia (n.r. città portuale nella Terra del Fuoco, in Argentina). Abbiamo fatto 1.700 km in bici in un periodo record, di 8 giorni e da lì abbiamo preso una nave che ci ha portato fino al Capo Horn. È stato un viaggio di 5 giorni, in cui siamo passati accanto ai più importanti ghiacciai, siamo arrivati nella zona più meridionale del mondo e alla fine al Capo Horn, dove con l’aiuto dell’equipaggio, che ha capito il messaggio, siamo riusciti a sbarcare con le biciclette e portare il secondo libro al faro che c’è sull’isola. Là c’è un ufficiale della marina cilena che vive con la famiglia, dislocato per 5 anni. E ho lasciato questo libro al faro come un tributo della letteratura romena, affinché tutti coloro che arrivano sull’isola vedano un seme di letteratura romena.”
Gabriel Bota ha aggiunto: “La storia dietro il libro è ancora più impressionate: per chi non lo sa, Radu Tudoran è il fratello di Geo Bogza, Tudoran non è il suo vero nome, ma il suo nome d’arte. In realtà si chiamava Nicolae Bogza. Dobbiamo dire anche perché abbiamo portato questo libro: il suo sogno è stato di viaggiare intorno al mondo. Ma non ha mai lasciato il Paese. Anzi, aveva cominciato a costruire nel porto di Galați una goletta, che però non ha mai lasciato il porto. Abbiamo scelto di portare con noi questo libro, perché i protagonisti del libro sono arrivati in quella parte del mondo.”
Perciò, una copia di lusso, con copertine in cuoio, ricevuta come regalo dalla Biblioteca Centrale Universitaria Lucian Blaga di Cluj-Napoca, è stata lasciata alla Biblioteca di Ushuaia, mentre un’edizione del 1967 del libro, è stata lasciata sull’isola del Capo Horn. Ci sarebbero tante cose da raccontare ancora! I due non hanno concluso prima di lanciare in coro la loro solita esortazione: “Non dimenticate di leggere e di fare sport!”