Consumi, impatto della pandemia sul comportamento dei romeni
Uno studio condotto da EY Future Consumer Index rileva che la crisi sanitaria generata dalla pandemia di coronavirus mette in luce quattro distinte categorie di comportamento tra i consumatori.
Ana-Maria Cononovici, 09.11.2021, 17:16
Uno studio condotto da EY Future Consumer Index rileva che la crisi sanitaria generata dalla pandemia di coronavirus mette in luce quattro distinte categorie di comportamento tra i consumatori: chi taglia, chi sta calmo e continua a pagare, chi risparmia e rifornisce le proprie scorte e chi resta chiuso in casa, pur continuando a spendere. Il 27,3% dei soggetti intervistati appartiene al primo gruppo di consumatori e l’indagine indica che la diminuzione della loro spesa è avvenuta in generale, come conseguenza dell’impatto della pandemia sulla loro situazione professionale. La seconda categoria comprende il 26,2% dei consumatori le cui pratiche non sono state influenzate dalla pandemia. Invece, la maggior parte, vale a dire il 35,1%, è tra coloro che risparmiano e fanno scorte, guardando con pessimismo al futuro. Infine, l’ultima categoria è la meno rappresentativa, poiché comprende solo l’11,4% degli intervistati, che continua a spendere senza uscire di casa.
Abbiamo chiesto a Bogdan Voicu, sociologo presso l’Istituto di ricerca sulla qualità della vita, come sono cambiati i gusti dei romeni in tempi di pandemia. Non lo sappiamo. Gli ultimi due anni sono stati del tutto particolari, segnati dalla pandemia, che ha visto un susseguirsi di diversi tipi di consumo, il che rende impossibile avere un modello chiaro. Per averne uno, dovremmo prendere in considerazione un periodo di tempo più lungo, e soprattutto più stabile, che non sia segnato da cambiamenti come lockdown, restrizioni ecc. A quanto pare, abbiamo assistito ad un aumento dei consumi online, in particolare per numero di coloro che acquistano su Internet e che prima non lo facevano. Questo è un cambiamento importante. Ma io non lo metterei necessariamente in relazione alla pandemia, che ha solamente accelerato questo processo anche in Romania, perché prima il nostro Paese era piuttosto fanalino di coda in materia di e-commerce. Per questo non mi affretterei a mettere in relazione il commercio su Internet solo con la pandemia, spiega il sociologo.
Un famoso cioccolataio romeno ha lanciato l’idea che la pandemia abbia aumentato il consumo di questo dolce tra i romeni. La pandemia ha dato una spinta a certe cose. D’altronde, vicende negative di questo tipo hanno spesso il ruolo di spingere in avanti l’umanità. Ciò non significa che siano desiderabili, ma che i loro effetti non siano necessariamente tutti negativi. Ho visto anche lo studio sul consumo di cioccolato in Romania. Tuttavia, non si può dire se ciò sia vero o meno, poiché le cifre presentate mostrano il volume finanziario. Se i prezzi sono aumentati – e, per la verità, lo sono – – le differenze tra l’importo del passato e quello riportato ora dovrebbero tenerne conto. Le cose diventerebbero davvero interessanti se vedessimo un aumento quantitativo, ma nessun rapporto menziona un aspetto del genere. Penso che sia semplicemente prematuro commentare questo aspetto. Forse il consumo di cioccolato è leggermente aumentato, ma per essere sicuri bisogna fare un confronto con le cifre precedenti. Inoltre, siccome i romeni non sono più andati in gran numero a passare le vacanze all’estero, è normale che i consumi interni abbiano registrato una ripresa. In assenza di viaggi in altri Paesi, consumiamo di più nel nostro, aggiunge Bogdan Voicu.
Sui canali social è in aumento anche il numero di romeni che si fanno vedere impegnati in cucina. Un cambiamento che difficilmente potrà durare e diventare una moda, osserva il nostro ospite. È una situazione che si è verificata durante il lockdown, quando la gente ha cucinato di più in casa, diventata anche posto di lavoro. Ma resta da vedere se questa tendenza durerà a lungo termine. Non ci credo. Al contrario, preferirei vedere un aumento del numero di coloro che preferiscono mangiare in città, perché questa è infatti la tendenza che caratterizza oggi la nostra società, spiega ancora Bogdan Voicu, che condivide con noi anche le sue conclusioni.
Sono piuttosto scettico sulla possibilità che i cambiamenti avvenuti negli ultimi mesi e durante il lockdown possano portare a profondi mutamenti nelle abitudini di consumo dei romeni. Mi aspetto che la maggioranza riprenda le proprie strade una volta finita la pandemia. D’altra parte, c’è un altro aspetto interessante in corso che influenzerà sicuramente le abitudini delle persone: sia i datori di lavoro che i dipendenti hanno scoperto i vantaggi dello smart working, il che significa che una percentuale significativa di dipendenti non tornerà in ufficio. Questo tipo di lavoro esisteva già, ma la pandemia ha accelerato la sua istituzione. Abbiamo più flessibilità, ma abbiamo perso la pausa pranzo che prima trascorrevamo con i colleghi. Ecco perché penso che i ristoranti che consegnano a domicilio avranno il vento in poppa e che i loro clienti diventeranno molto più numerosi di prima. Questo è un aspetto che possiamo già vedere, dal momento che sempre più ristoratori stanno aprendo attività in Romania, ha concluso Bogdan Voicu.