Volo intorno alla Luna
Sfruttando una finestra di opportunità, la NASA ha lanciato, nell'autunno del 2022, Artemis 1, la prima missione del programma dell'Agenzia spaziale americana per tornare sulla Luna
Corina Cristea, 13.01.2023, 18:10
Sfruttando una finestra di opportunità, la NASA ha lanciato, nellautunno del 2022, Artemis 1, la prima missione del programma dellAgenzia spaziale americana per tornare sulla Luna. Questo primo volo di prova è avvenuto senza astronauti a bordo: il 16 novembre il nuovo gigantesco razzo vettore della NASA, chiamato SLS, Space Launch System, ha spinto la capsula Orion verso la Luna dopo diversi tentativi segnati da problemi. Poi, il 21 novembre, dopo un viaggio di circa 400.000 chilometri, la capsula è arrivata vicino alla Luna, esattamente a 128 chilometri dalla superficie lunare. Al ritorno sulla Terra, lammaraggio è avvenuto al largo dellisola messicana di Guadalupe. Artemis ha avuto diversi obiettivi: dimostrare la capacità della capsula Orion di tornare dalla Luna e di viaggiare cosi lontano, dove le temperature sono molto più basse rispetto allorbita terrestre bassa, e recuperare con successo il razzo vettore.
Ospite a Radio Romania, Alexandru Mironov, divulgatore scientifico e giornalista, ha parlato dellimportanza di questa missione. “Mezzo secolo dopo lultimo passo sulla Luna, ci avviamo ancora una volta alla riconquista della Luna. Il programma Artemis significa questo tentativo di assicurarci che sappiamo come inviare una nave abbastanza potente da percorrere la rotta Terra-Luna. La nave ha lasciato la Terra, ha fatto il giro della Terra due o tre volte per aumentare laccelerazione, ed è partita seguendo un percorso, è arrivata intorno alla luna, ha orbitato attorno alla luna con manichini a bordo che avevano tutti i tipi di sensori ed è tornata dopo 26 giorni da quel viaggio.”
La capsula non ha avuto astronauti a bordo. Ne avrà a partire dalla seconda fase del progetto Artemis, che gli specialisti dellEnte Nazionale per le Attività Spaziali e Aeronautiche stanno già preparando. “Artemis 2 avverà il prossimo anno. Ripeterà esattamente il percorso che ha fatto Artemis 1 e avrà a bordo quattro cittadini planetari, inclusa una donna. Gireranno intorno alla Luna – ed è qui che cerco sempre, quando lo racconto, di immaginare la frustrazione che sentiranno quando solo gireranno intorno alla luna, la vedranno a due passi da loro, ovviamente vedranno la terra sorgere da dietro la luna, ma non potranno mettere piede sulla Luna. Questa è la seconda parte del progetto planetario di ritorno sulla luna. La terza parte dovrebbe essere tra due anni, io credo che saranno infatti tre anni, quando finalmente è previsto lallunaggio. Non faremo più un esperimento, come avveniva ai tempi del Programma Apollo, ma conquisteremo la Luna, nel senso che numerosi minerali di cui abbiamo bisogno, i pezzi di ghiacciai che stanno sotto la crosta lunare si possono usare, si può usare lacqua, ci sono quindi molti elementi che ci fanno dire che è un grande guadagno per lumanità. Inoltre, ci sarà un gateway, una specie di porta dingresso, un satellite che vedo come una specie di cantiere planetario, perché lì inizierà la costruzione vera e propria delle navi che potranno decollare con pochissimo dispendio di energia verso Marte, il nostro prossimo passo. Questa sonda Orion, che ha fatto tutta questa strada, è uscita nel Cosmo da unenorme nave. Per ora è una nave della NASA e lanno prossimo sarà ancora una nave della NASA, dopodiché ci sarà la collaborazione tra lo stato e privati, Elon Musk, per esempio, e sarà avviata davvero una navetta permanente verso la Luna”, ci ha spiegato Alexandru Mironov.
Orion era già stato nello spazio nel 2014 spinto da un razzo Delta IV. Ha fatto allora il giro della Terra due volte per testare in modo specifico lo scudo termico al rientro nellatmosfera. Ora, tuttavia, la velocità è stata molto più elevata: il rientro nellatmosfera è avvenuto a una velocità di quasi 40.000 chilometri allora. Fondamentalmente, la capsula ha raggiunto una velocità diverse decine di volte superiore alla velocità del suono. E questa volta lattenzione si è concentrata sullo scudo termico della capsula Orion, che durante il rientro nellatmosfera terrestre ha dovuto sopportare temperature di 2.800 gradi centigradi, cioè quasi la metà di quella sulla superficie del Sole.
“Grazie allattrito con laria, la temperatura sale moltissimo. Ci sono ceramiche speciali che vengono calcolate. Qui cerchiamo di risolvere alcuni problemi che le navette spaziali del passato non hanno risolto in tempo. Ecco perché abbiamo avuto i due grandi incidenti e penso che a poco a poco la NASA, gli astrofisici, gli ingegneri specializzati in astrofisica, padroneggeranno completamente la soluzione. Siamo sulla strada giusta, verso la luna e poi oltre”, ci ha raccontato Alexandru Mironov.
Al ritorno, telecamere ad alte prestazioni sono riuscite a catturare Orion e la spettacolare immagine con i suoi 11 paracadute che si aprivano a turno, il che ha dimostrato che tutto è andato secondo i piani. La missione ha anche stabilito un record: il 28 novembre Orion ha superato la distanza percorsa dallo shuttle Apollo 13 nel 1970, raggiungendo ora i 430.000 chilometri, il punto più lontano mai raggiunto da un veicolo spaziale in grado di trasportare esseri umani.