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Ucraina: il terzo anno di guerra

La guerra in Ucraina, che la Russia stimava sarebbe durata 30 giorni, è entrata nel suo terzo anno il 24 febbraio.

foto: pixabay.com
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, 18.03.2024, 18:40

La guerra in Ucraina, che la Russia stimava sarebbe durata 30 giorni, è entrata nel suo terzo anno il 24 febbraio. Le perdite umane e materiali sono enormi, così come lo sono le implicazioni geostrategiche. Kiev riconosce che la situazione è estremamente difficile per le sue forze: il numero delle vittime aumenta a causa della carenza di munizioni, armi e truppe, e gli aiuti finanziari statunitensi richiesti dal presidente democratico Joe Biden, ma bloccati dai repubblicani, tardano e potrebbero addirittura non arrivare mai. Tanto più quanto la prospettiva del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca diventa sempre più plausibile con ogni vittoria nella corsa interna dei repubblicani per l’elezione del candidato presidenziale.

Come appare la situazione sul fronte ucraino? Lo apprendiamo a Radio Romania dal professore universitario Ștefan Popescu, dottore in storia delle relazioni internazionali contemporanee alla Sorbona. “La guerra in Ucraina è diventata una guerra di logoramento, una guerra di posizioni, una guerra che consuma persone, materiali, munizioni. Le vittime civili e militari da una parte e dall’altra si contano a centinaia di migliaia, i veicoli blindati vengono distrutti a migliaia, i proiettili sono milioni – una guerra come quella che l’Europa ha conosciuto nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale. l’Ucraina è tagliata da una linea del fronte lunga più di 1.000 chilometri e, insieme alla Crimea, l’esercito russo occupa quasi il 20% del territorio ucraino. Ma per vincere una guerra di logoramento, di cosa abbiamo bisogno? Abbiamo bisogno di più combattenti, centinaia di migliaia di combattenti, materiali, munizioni. Ma è il vantaggio della Russia, perché il vantaggio è dato da che cosa? Dalla profondità strategica: ha da quattro a cinque volte più abitanti dell’Ucraina, fabbriche di armi lontane dal fronte e, sfortunatamente, la Russia beneficia anche del sostegno militare dei suoi alleati: Cina, Iran, Corea del Nord. Quest’anno penso che l’Ucraina giochi in gran parte, non direi, la sopravvivenza, ma in ogni caso si trova in un momento cruciale, nelle condizioni in cui, se gli europei sono disposti ad aiutarli, tuttavia non hanno la capacità degli Stati Uniti, capacità che attualmente si trova nel fuoco incrociato tra i democratici e la maggioranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti.”

Dopo due anni di scontri militari e nell’attuale contesto difficile, l’Ucraina resiste. “L’Ucraina ce la farà”, grida ora, come nel 2022, il leader di Kiev, Volodymyr Zelenskyj. Conta sul fermo sostegno dell’UE e della NATO e sulla determinazione degli ucraini a non farsi sconfiggere da questo confronto ingiusto. “Più che mai, sosteniamo con forza l’Ucraina – finanziariamente, economicamente, militarmente, moralmente. Fino a quando il Paese non sarà finalmente libero”, ha affermato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, a Kiev, dove ha accolto con favore “la straordinaria resistenza del popolo ucraino”.

Al termine del vertice del G7 in videoconferenza, organizzato il 24 febbraio, i leader dei sette paesi più sviluppati hanno promesso di sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario e di cercare modi per far pagare alla Russia i danni causati dall’invasione. Per quanto tempo i russi resisteranno a questa guerra iniziata da Vladimir Putin? Perché senza essere in prima linea, la popolazione russa sente già le conseguenze delle sanzioni imposte dall’Ue, che hanno già raggiunto il 13° pacchetto. Inoltre, il conflitto ha provocato molte vittime nell’esercito russo.

Il professore universitario Ștefan Popescu: “Vediamo che i russi sono un popolo abituato ad assorbire shock molto grandi nel corso della storia, lo abbiamo visto nella Prima Guerra Mondiale e nel caos che segui’, nella guerra civile che attraversò l’intero spazio imperiale, poi nella Seconda Guerra Mondiale. In secondo luogo, sono un popolo che ascolta molto la figura paterna, se posso usare questo termine. Allo stesso tempo, va notato che Vladimir Putin non ha reclutato nelle aree urbane, direi, nelle vetrine della Federazione Russa, soprattutto a Mosca, San Pietroburgo, ma nelle zone periferiche, nella Russia profonda, dove si è generata anche una vera economia di questa guerra, che ha portato all’innalzamento del tenore di vita, nel senso che ha dato molti soldi alle famiglie, ha pagato generosamente coloro che ha reclutato. Quindi, da questo punto di vista, penso che la Russia possa combattere una guerra, almeno quest’anno, nel 2024, per vedere cosa succede anche con le elezioni americane, forse con l’insediamento di un’altra amministrazione, non penso che ciò possa essere messo in discussione. Anche l’industria degli armamenti è stata, a mio avviso, sottovalutata da noi, analisti. La Russia, tuttavia produce, riesce ad eludere le sanzioni occidentali attraverso la Cina, attraverso la Turchia. Inoltre, la Russia ha beneficiato dell’atteggiamento ambiguo di diversi paesi, come l’India, la Turchia, i paesi del Caucaso e dell’Asia centrale, che hanno permesso la diffusione dei prodotti russi e il commercio anche con l’Occidente, indirettamente, attraverso questi paesi”.

Cosa impara l’Europa da questo conflitto? Che deve fare di più per la sua difesa: dotare le sue industrie della difesa – nel senso di produrre in maggiore quantità – finanziare di più i suoi corpi militari per essere pronta a difendere i suoi interessi e, se necessario, per poter assecondare il suo grande alleato americano. Quella in Ucraina, lungi dall’essere risolta, è una guerra con una posta in gioco alta: è in gioco la credibilità del mondo occidentale, spiega il professor Ștefan Popescu.

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