Prospettive dell’industria estrattiva romena
Presentato a dicembre 2019, il Patto Ecologico Europeo rappresenta una strategia di trasformazione graduale dell'Europa in una zona neutrale dal punto di vista delle emissioni di gas a effetto serra, entro il 2050.
Corina Cristea, 12.03.2021, 16:43
Presentato a dicembre 2019, il Patto Ecologico Europeo rappresenta una strategia di trasformazione graduale dellEuropa in una zona neutrale dal punto di vista delle emissioni di gas a effetto serra, entro il 2050. Come? Tramite numerose iniziative, come gli investimenti in tecnologie a basso costo, il sostegno al settore industriale, lintroduzione di mezzi di trasporto meno inquinanti, laumento dellefficienza energetica degli edifici e la collaborazione con i partner internazionali al fine di migliorare gli standard ambientali a livello mondiale. Ma anche tramite la decarbonizzazione del settore energetico – un obiettivo con implicazioni notevoli in Romania, Paese con una lunga tradizione mineraria e che continua a coprire buona parte del suo fabbisogno energetico attraverso centrali termoelettriche a carbone. Attualmente, la Romania valorizza il carbone che estrae presso le centrali termoelettriche di due compagnie nel sud del Paese – Oltenia e Hunedoara. Se prima del 1989 nel settore minerario in Romania lavoravano intorno a 100 mila persone, in circa 450 miniere, negli ultimi 3 decenni la situazione è cambiata drasticamente. La maggioranza delle miniere sono state chiuse, compresa la più antica miniera di carbone in Romania, aperta a Petrila nel 1859. I dati ufficiali rilevano che, nel 2017, ad esempio, il numero di coloro che lavoravano nel settore minerario era calato a circa 3 mila. E da allora sono state chiuse anche altre miniere. Il basso valore del carbone estratto e gli alti costi di produzione generati dalla tecnologia obsoleta di estrazione mineraria, lassenza degli investimenti per laumento dellefficienza, i costi sempre più alti delladeguamento agli standard ambientali e la bassa domanda interna di carbone sono i principali motivi di chiusura delle miniere.
La Romania dovrebbe proporre presto un piano di rinuncia totale al carbone per la produzione di energia, in quanto una risorsa senza futuro, afferma il primo vicepresidente della Comissione Europea, Frans Timmermans. La Romania ha a disposizione fondi per raggiungere questo obiettivo, aggiunge Timmermans, e, se i soldi per una transizione giusta saranno utilizzati in modo intelligente, saranno creati anche posti di lavoro per i lavoratori licenziati. Delle prospettive dellindustria estrattiva in Romania ha parlato a RRI Mihai Melczer, perito minerario, ex direttore generale del Complesso Energetico Hunedoara.
“Normalmente, nel momento in cui crescono troppo i costi e si constata che estrarre carbone non è redditizio, non si continua allinfinito, per amore del carbone! Ci si riorienta verso segmenti energetici che possono portare alla riduzione dei costi, allaumento dei redditi e a una vita prospera. I giacimenti di carbone della Valle del Jiu sono difficili da sfruttare. Non consentono lutilizzo di tecnologie molto avanzate. Noi non abbiamo avuto la fortuna della Polonia, ad esempio, in campo minerario. Da noi le cose sono un po più complicate. E coloro che lavorano in questa industria lo sanno benissimo. Una continuazione dellattività mineraria signficherebbe lo spreco di ingenti somme di denaro, effettivamente ingiustificato”, ha spiegato Mihai Melczer.
Queste somme possono essere spese per nuove fonti energetiche atte a offrire un futuro sostenibile. Ciò che è certo a questo punto, spiega Mihai Melczer, ex consigliere al Ministero dellEnergia, è che il Complesso Energetico Hunedoara ha i giorni contati. “È un organismo in morte cerebrale, sostenuto tramite sovvenzioni, tramite aiuti statali, dal Governo e implicitamente dai contribuenti romeni. E, da ciò che ho capito, il Ministero dellEnergia desidera creare due nuove entità sulla sua struttura: da una parte, il futuro Complesso energetico La Valle del Jiu, con 4 sfruttamenti minerari, e la centrale termoelettrica Paroşeni, e, daltra parte, la centrale termoelettrica Mintia. Lo dico con rammarico, dal primo momento registreranno perdite, e queste entità continueranno ad avere bisogno di sovvenzioni dallo stato direttamente o indirettamente, perchè altrimenti non potranno proseguire la loro attività. Sarei contento se continuassero a riceverle a patto che vengano proposti in concomitanza programmi di diversificazione della loro attività”, ha precisato Melczer.
Mihai Melczer ammonisce, daltra parte, sulle conseguenze sociali. È normale, afferma lui, quando unindustria è in declino e restringe la sua attività, rimpiazzarla con qualcosaltro. Si tratta delle persone, delle loro vite, ciascun abitante della zona ha il diritto a una vita onesta e prospera. Tra i progetti elaborati per venire incontro a queste zone che devono concentrarsi su unaltra attività produttiva si annovera la creazione a Petroșani della Renew Acad – unistituzione di formazione professionale per le fonti energetiche rinnovabili e la distribuzione di energia elettrica. Questo ampio progetto è un centro zonale che dovrebbe offrire la possibilità agli abitanti della Valle del Jiu di scegliere unaltra carriera, diversa da quella nellindustria di estrazione mineraria. Un altro progetto si concentra sullidrogeno, il combustibile del futuro, spiega, Mihai Melczer. “Un altro progetto molto importante, ma che si è fermato a una certa fase, è sviluppato assieme allIstituto di Criogenia di Vâlcea. Si tratta dellhub di idrogeno costruito intorno alla Centrale termoelettrica Paroşeni. La Valle del Jiu ha uninfrastruttura energetica molto importante: la Centrale termoelettrica Paroşeni, stazioni di trasformazione, linee di alta tensione. Nella mia visione, esse vanno valorizzate, non vanno sprecate”, ha concluso Mihai Melczer.
A tal fine è stato ideato il progetto dellhub di idrogeno, destinato a essere una componente del Complesso energetico La Valea del Jiu.