Priorità per la Romania (1)
Per la Romania, seguirà tutt'una serie di anniversari e mandati di massima responsabilità a livello europeo e internazionale, in un mondo estremamente complicato, come forse non lo era da tanto tempo.
Corina Cristea, 15.12.2017, 13:52
Per la Romania, seguirà tutt’una serie di anniversari e mandati di massima responsabilità a livello europeo e internazionale, in un mondo estremamente complicato, come forse non lo era da tanto tempo. Lo ha dichiarato il capo della diplomazia di Bucarest, Teodor Melescanu, in un’ampia intervista rilasciata di recente a Radio Romania. Vi presentiamo alcune delle priorità di politica estera di Bucarest, puntando sul decennale di membership comunitaria della Romania. Altri temi, come l’ingresso nell’Area Schengen, le relazioni con gli USA, la Federazione Russa o la Moldova, la posizione di Bucarest nella questione dei rifugiati, gli attacchi terroristici o gli obiettivi economici saranno affrontati prossimamente. Il ministro Teodor Melescanu ha fatto riferimento per primo alle grandi priorità di politica estera della Romania.
Quest’anno ricorrono il decennale di appartenenza all’Unione Europea e quasi un altro decennio e mezzo di membership NATO. Ci siamo ritrovati nella connessione con la storia più profonda, a proposito delle celebrazioni legate al Novecento, nella nostra collocazione naturale, direi, della famiglia occidentale, europea ed euroatlantica. Dalla posizione di prosperità e sicurezza senza precedenti nella nostra storia, dobbiamo assicurarci, però, di restare in maniera strategica attaccati al centro di questa comunità. Conoscete i nostri obiettivi prioritari: il grande Centenario, la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea nel 2019, la candidatura per un seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU alle elezioni che si terranno sempre nel 2019, e l’obiettivo speciale di entrare nell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Comincerò con l’Europa, poichè è il continente in cui viviamo. Dal nostro punto di vista, il primissimo compito è quello di svilupparci verso una convergenza e un’integrazione solidamente e durevolmente approfondite. Sono di nostra particolare attenzione i diritti dei cittadini romeni nell’Unione Europea, anche nel contesto della Brexit, l’ingresso nell’Area Schengen, la sicurezza europea nella linea fondamentale interno-esterno, la politica di coesione, la politica agricola comune e l’approfondimento del mercato unico, la fine del Meccanismo di Cooperazione e Verifica, la gestione della migrazione, il contrasto ai cambiamenti climatici, il pilone sociale e tanti altri aspetti, ha detto il ministro.
Gli interessi europei della Romania non possono essere separati dagli interessi di sicurezza, in prospettiva transatlantica e globale. Oggi, la Romania è non solo un beneficiario della NATO, ma anche un partecipante notevole al processo decisionale e al perseguimento degli obiettivi alleati, sia che si tratti del consolidamento della postura di difesa e deterrenza della NATO sul fianco est, in equilibrio e coerenza tra nord e sud, dell’accoglienza del sistema di difesa antimissile o dei contributi molto seri della Romania in Afghanistan e del sostegno offerto alla sicurezza cibernetica dell’Ucraina, ha aggiunto il ministro degli Esteri romeno.
In riferimento ai 10 anni trascorsi dall’ingresso della Romania nell’UE, Teodor Melescanu ha valutato che, al livello della società romena, le trasformazioni sono enormi. Questi anni hanno consentito uno sviluppo senza precedenti della Romania da tutti i punti di vista: consolidamento della democrazia, lo sviluppo della capacità istituzionale e amministrativa e soprattutto prosperità economica. I cittadini romeni esercitano oggi i diritti e le libertà associati alla cittadinanza europea. Gli scambi culturali, l’accesso alla rete di sistemi educazionali europei per gli studenti sono solo alcuni esempi che vorrei ricordare. Dal punto di vista economico, il PIL della Romania è quasi raddoppiato in questi 10 anni di appartenenza all’UE, e ciò nelle condizioni in cui l’Unione si è confrontata ultimamente con una crisi economica e finanziaria abbastanza difficile. A 10 anni dall’ingresso, la Romania si propone di sviluppare la sua capacità di utilizzare in una maniera efficace tutti gli strumenti resi disponibili dall’UE per ridurre le differenze di sviluppo tra le varie regioni e assicurare un tenore di vita più alto per tutti i cittadini, ha aggiunto il ministro.
Dal punto di vista della diplomazia bilaterale, la Romania si propone di impegnarsi su tre assi importanti. La prima – la cooperazione sempre più stretta e strutturata con gli stati dell’UE confinanti, come Bulgaria e Ungheria, ma anche con la Moldova e l’Ucraina. La seconda – consolidare le relazioni con i partner strategici, come la Francia e la Germania, ma anche la Gran Bretagna in vista della Brexit e degli interessi comuni e di sicurezza, la Polonia, la Spagna e l’Italia. La terza asse – approfondire il dialogo bilaterale con gli altri stati membri dell’UE – Slovacchia e R. Ceca, i Paesi del Benelux, gli stati baltici, l’Austria, che avrà la presidenza di turno precedente, la Finlandia e la Croazia come stati partner della Romania nel trio di presidenza, nonchè gli stati candidati e partner dell’UE, ha aggiunto il capo della diplomazia di Bucarest.