Posizione scomoda per la NATO?
Il calo degli investimenti nel campo della ricerca e dello sviluppo può spingere l'Alleanza Nord-Atlantica in una posizione scomoda, soprattutto nei confronti della Russia e della Cina.
Corina Cristea, 20.10.2017, 12:12
Il calo degli investimenti nel campo della ricerca e dello sviluppo può spingere l’Alleanza Nord-Atlantica in una posizione scomoda, soprattutto nei confronti della Russia e della Cina. La conclusione emerge da un documento presentato in occasione della recente sessione dell’Assemblea Parlamentare della NATO, svoltasi a Bucarest, dal relatore generale Thomas Marino (USA). Il documento paragona la situazione delle due grandi potenze dell’est a quella dei Paesi membri dell’Alleanza Nord-Atlantica e richiama l’attenzione sul fatto che il vantaggio tecnologico della NATO è in via di erosione. Appaiono cambiamenti notevoli nel campo della scienza e della tecnologia, e alcune tendenze potrebbero ledere l’equilibrio strategico in materia di produzione, a breve termine, e l’intelligenza artificiale, a lungo termine, considera Marino, stando al quale, per ora, la NATO non è pronta a far fronte a tutte queste sfide.
E un principale motivo individuato sarebbero i bassi investimenti, in alcuni stati membri dell’Alleanza, nel campo della ricerca e dello sviluppo nel settore della difesa. In contropartita, le cifre per la Russia e la Cina parlano da sè: il budget destinato da Mosca alla ricerca e allo sviluppo nel campo della difesa è raddoppiato dal 2012 al 2015, mentre quello di Pechino supererà entro il 2022 quello di Washington che attualmente regge due terzi delle spese totali della NATO. Perchè sono importanti queste coordinate? Una possibile risposta può essere considerata la valutazione della Commissione politica dell’Assemblea Parlamentare della NATO, la quale indica in un rapporto che la Russia sta rafforzando le capacità militari ed estende le azioni al confine orientale dell’Alleanza Nord-Atlantica, portando pressione nello spazio euroatlantico.
Ospite a Radio Romania, Vergil Chitac, il capo della delegazione della Romania presso l’AP della NATO, delinea il quadro geostrategico della zona: E’ chiaro che dopo l’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa nel 2014, è finita la vacanza geostrategica che noi, in questa zona, abbiamo avuto per un quarto di secolo, dalla fine della Guerra Fredda finora. In questo momento, la Russia è un attore, diciamolo, scontento del posto che gli viene offerto al tavolo della geopolitica mondiale. La Russia crede – questa è la sua tesi – che le grandi potenze devono avere una parola da dire nelle loro aree di egemonia. Dal momento dell’annessione della Crimea sono state avviate delle azioni provocatorie nei confronti dell’Alleanza Nord-Atlantica – la militarizzazione della Crimea è una realtà. Dopo l’Esercitazione Caucaso 2016, il capo dello stato maggiore dell’esercito russo, il generale Gherasimov, ha detto – e cito dalla memoria – la Russia domina interamente il bacino del Mar Nero ed è capace di distruggere qualsiasi target dal momento in cui si mette in moto dal porto di dislocamento. Lo scopo strategico della militarizzazione della Crimea è stato il seguente: il complesso militare e la potenza militare della Crimea proietta il potere militare della Russia nell’est del Mediterraneo. In questo momento la Russia ha una presenza molto attiva nella zona di conflitto Siria-Iraq. Però più della militarizzazione della Crimea, la destabilizzazione dell’Ucraina, le azioni provocatorie attraverso esercitazioni militari, la Russia è una presenza attiva nei Balcani occidentali. Fa di tutto affinchè questi Paesi non possano aderire all’Unione Europea, tramite vari metodi – concede loro dei prestiti, progetti energetici, desta sentimenti anti-occidentali, soprattutto in Serbia. Non dobbiamo dimenticare questa guerra asimmetrica, la propagada, la diffusione di notizie false. Tutte le azioni della Russia altro non fanno che minare l’Alleanza Nord-Atlantica e tentare di dividere l’Europa, e persino di destrutturarla.
La sicurezza nella zona del Mar Nero e la minaccia russa hanno costituito alcuni dei temi più ricordati nei discorsi dei partecipanti all’Assemblea Parlamentare dell’Alleanza Nord-Atlantica di Bucarest. Il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, ha espresso la gratitudine alla Romania per i contributi alla difesa collettiva, e ha precisato che la NATO mantiene le promesse e si adatta alle nuove sfide e a una nuova minaccia sulla sicurezza. Nel contesto della guerra informazionale della Russia, Jens Stoltenberg ha parlato della libertà di stampa ora che, precisava il responsabile NATO – siamo il target di tentativi dall’esterno, di interferenza o disinformazione. Siamo preoccupati della crescita militare della Russia nelle aree di confine e della mancanza di trasparenza delle esercitazioni militari di quest’anno, aggiungeva Stoltenberg, sottolineando che l’Alleanza non vuole isolare la Russia e neanche auspica una nuova guerra fredda.
Alla minaccia della Russia ha fatto riferimento anche il presidente romeno, Klaus Iohannis, il quale si è pronunciato per il consolidamento del fianco est dell’Alleanza Nord-Atlantica. Va consolidato anche il Partenariato Nord-Atlantico, come pure quello tra la NATO e l’Unione Europea, alla luce dell’aggravarsi del clima di sicurezza, ha detto inoltre il capo dello stato, assicurando che la Romania continuerà a confermarsi un alleato affidabile.