Passi verso l’allargamento dell’UE
Candidate dall'estate dell'anno scorso, l'Ucraina e la Repubblica di Moldova hanno ottenuto, all'inizio di novembre, la raccomandazione della Commissione Europea per l'avvio dei negoziati di adesione all'UE.
Corina Cristea, 08.12.2023, 18:09
Candidate dallestate dellanno scorso, lUcraina e la Repubblica di Moldova hanno ottenuto, allinizio di novembre, la raccomandazione della Commissione Europea per lavvio dei negoziati di adesione allUE. Una notizia accolta con gioia dai leader filo-occidentali dei due Paesi ex sovietici, ma ci sono ancora dei passi da compiere prima dellintegrazione. Il primo è legato alla decisione del Consiglio europeo di metà dicembre. Per adottare la raccomandazione della Commissione, tutti gli Stati devono essere daccordo, e alcuni, come lUngheria, hanno già messo in dubbio lopportunita di questo approccio. E, se ottengono il via libera a dicembre, nel marzo 2024 la Commissione Europea presenterà un nuovo rapporto sui progressi compiuti dallUcraina e dalla Repubblica di Moldova verso gli obiettivi prefissati. Ora, nel caso dellUcraina, la Commissione raccomanda che i negoziati inizino una volta che Kiev avrà soddisfatto le restanti condizioni sulla lotta alla corruzione e sul rafforzamento degli standard di tutela delle minoranze. Nel caso della Repubblica di Moldova, queste condizioni si riferiscono alla lotta alla corruzione e al miglioramento della regolamentazione finanziaria.
“LUcraina entrerà nellUnione Europea. E raggiungeremo questo obiettivo, in particolare, trasformando il nostro Paese, una trasformazione interna che è certamente nellinteresse del nostro popolo. Per lUcraina, lUE significa sicurezza economica e stabilità sociale, e per lUE Ucraina significa il rafforzamento dellintera comunità”, ha apprezzato da Kiev il presidente Volodymyr Zelensky. “La decisione della Commissione Europea ci incoraggia e ci responsabilizza a continuare le cose che abbiamo iniziato: rendere la Moldova più forte, uno Stato che garantisca la pace interna e contribuisca alla sicurezza regionale e si prenda cura del benessere dei suoi cittadini. “Cè molto lavoro. Il percorso che abbiamo scelto è pieno di sfide. Non abbiamo paura del nostro lavoro e il nostro obiettivo è che la Moldova sia pronta ad aderire allUE entro il 2030”, ha affermato la presidente Maia Sandu.
Quanto è fattibile questa scadenza per ladesione, il 2030? Dipende da ogni singolo Paese, spiega il professore universitario Adrian Cioroianu, ex ministro degli Esteri. “Il calendario è fissato come linea guida, ovviamente non cè lobbligo da parte di nessuno che il 2030 sia il punto finale, ma stiamo parlando di un incoraggiamento. Daltra parte, è il modo dellUE di tenere questi paesi vicini, di dare loro un obiettivo. Guardate le reali difficoltà politiche che la Repubblica di Moldova sta affrontando, ad ogni sessione di voto aspettiamo con emozione dato il panorama politico del paese. Guardate cosa sta succedendo in Serbia, guardate la difficoltà nel risolvere questa disputa e questo trauma che i serbi ancora provano nel loro rapporto con il Kosovo, ecc. Bisogna dare uno scopo a questi paesi. Linizio del viaggio parla piuttosto di unintenzione e in un certo senso una promessa reciproca. LUE riconosce di aver bisogno di questi Stati, ma questi Stati devono anche rendersi conto che possono modellarsi secondo i principi e i valori europei. E ovviamente alla fine vogliamo essere più simili che diversi, anche se anche allinterno dellUe le differenze persistono, ma speriamo che le somiglianze siano più numerose delle differenze.”
Il rispetto delle raccomandazioni della Commissione di Venezia è sulla lista delle cose da fare per lUcraina. Sono determinate le autorità di Kiev a seguire queste raccomandazioni? Il giornalista Marin Gherman, direttore dellIstituto di studi politici e capitale sociale di Cernauti: “Dal mio punto di vista ci saranno una serie di tentativi da parte di Kiev, soprattutto per quanto riguarda le raccomandazioni riguardanti la legislazione in materia di minoranze nazionali da non rispettare. Abbiamo anche dichiarazioni ad alto livello riguardo a queste raccomandazioni. Perché? Perché nellambiente parlamentare ucraino cè opposizione allidea di modificare la legislazione sulle minoranze nazionali, vedendo la questione rigorosamente attraverso occhiali da guerra in Ucraina, nel contesto della minoranza russa. È un argomento doloroso, cè la guerra con la Russia, linvasione su larga scala della Russia, e quando si solleva la questione delle minoranze, la maggioranza degli ucraini pensa ai russi, alla russificazione, alla tutto ciò che significa guerra. Ed è molto difficile che lélite politica ucraina sfugga a questa visione.” LUcraina ha bisogno anche di una riforma dei servizi, spiega Marin Gherman, e ci sono problemi anche nella lotta alla corruzione.
Cosa accadrà invece in Transnistria, dove Chisinau non ha più alcun controllo su questa regione separatista? Chisinau si impegna ad attuare lacquis comunitario su tutto il territorio della Repubblica di Moldova? Iulian Groza, direttore esecutivo dellIstituto per le politiche e le riforme europee di Chisinau: “Sì. E abbiamo un precedente: laccordo di associazione con lUE. Quando fu firmato, si è concordato che lapplicazione di questo accordo sarebbe stata a carico dellintero territorio del paese. La parte più importante dellaccordo, che riguarda il commercio, è entrata in vigore due anni dopo lentrata provvisoria. La regione della Transnistria oggi, grazie allaccesso al mercato dellUE, è molto più saldamente ancorata allo Spazio europeo. Anche oggi, nel contesto della guerra e nel contesto delle turbolenze nella regione, questo è un importante elemento di controbilanciamento dellinfluenza della Russia nella regione della Transnistria.”
Il pacchetto allargamento 2023 presentato dalla Commissione Europea offre un bilancio dettagliato dello stato attuale e dei progressi compiuti non solo da Ucraina e Repubblica di Moldova, ma anche dagli altri paesi aspiranti alladesione – Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Turchia e Georgia, questultima avendo ottenuto, del resto, lo status di paese candidato.