NATO – sfide a 75 anni dalla fondazione
L’anniversario dei 75 anni di esistenza ha trovato la NATO in un contesto di turbolenze internazionali – la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, ma anche il ritorno del terrorismo.
Corina Cristea, 18.04.2024, 21:49
L’anniversario dei 75 anni di esistenza ha trovato la NATO in un contesto di turbolenze internazionali – la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, ma anche il ritorno del terrorismo. Le sfide sono complesse e varie, e l’Alleanza deve essere preparata a rispondere agli attacchi informatici, alla disinformazione e alle campagne progettate per minare la stabilità dei suoi membri. Le minacce ibride, che combinano elementi militari, politici, economici e informativi, rappresentano un grave problema. “È un momento critico, ricordiamoci l’obiettivo con cui è stata fondata la NATO – ha commentato a Euronews il giornalista Cătălin Lența. Quello di cercare di trovare una risposta adeguata, se necessario militarmente, alle minacce esterne. E ricordiamoci che dopo la Seconda Guerra Mondiale gli Stati Uniti erano già meno amici dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. E questa alleanza è nata per contrastare possibili azioni militari dell’URSS in Europa. Dove siamo oggi?
Sfortunatamente, più o meno nella stessa situazione. Un tentativo di contrastare l’aggressione russa in Europa. E assistiamo a questa aggressione dal 2014, quando la Russia ha annesso illegalmente la Crimea, e da allora sono trascorsi 10 anni. Lo abbiamo visto nel 2022, a febbraio, quando ha invaso l’Ucraina e conquistato un’area piuttosto vasta, circa un sesto del territorio ucraino. Lo vediamo ogni giorno attraverso le dichiarazioni estremamente bellicose e vendicative della Russia nei confronti della Polonia, dei Paesi baltici, della Romania e della Bulgaria. Meno dell’Ungheria, che mantiene buoni rapporti con Mosca”, sottolinea Cătălin Lența. L’Alleanza del Nord Atlantico si è mantenuta forte contro il Patto di Varsavia e si è costantemente adattata alle sfide alla sicurezza che non hanno smesso di presentarsi, afferma il vicepresidente del Centro euro-atlantico per la resilienza, generale di squadra aerea a riposo Adrian Duţă, accennando al ruolo della NATO negli ultimi 75 anni di pace.
“La NATO non solo si è adattata alle minacce imposte dall’Unione Sovietica, ma ha anche saputo svilupparsi sulla base del fatto che gli Stati membri, gli Stati partner, condividevano gli stessi valori e gli stessi interessi. Come sapete, l’Alleanza è passata dai 12 Stati iniziali ai 32 di oggi, e il contesto di sicurezza particolarmente complesso dell’ultimo periodo e le sfide che dobbiamo affrontare ogni giorno sono molti di più. Ecco perché paesi come la Svezia e la Finlandia, dopo molti anni di neutralità, hanno deciso molto rapidamente di chiedere l’integrazione nella NATO.”
Com’era prevedibile, l’Ucraina e il suo sostegno di fronte all’aggressione russa hanno dominato la celebrazione dei 75 anni di esistenza dell’Alleanza Nord Atlantica, soprattutto nel contesto del mantenimento della pressione militare di Mosca e in un contesto di rallentamento del sostegno militare occidentale. Attualmente gli alleati stanno analizzando un quadro finanziario di 100 miliardi di dollari che consentirebbe alla NATO di mantenere la difesa dell’Ucraina nella prospettiva della vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. Alcuni alleati hanno anche annunciato il sostegno finanziario all’iniziativa ceca di acquistare armamenti da paesi terzi per aumentare il volume delle consegne a Kiev. La migliore difesa è l’attacco, per noi la migliore difesa è la deterrenza ed è allora che tutti abbiamo deciso, con i nostri leader, a Vilnius, quasi un anno fa, di elaborare una nuova generazione di piani di difesa e deterrenza della NATO, inclusivamente in Romania, ha dichiarato il vice segretario generale della NATO, Mircea Geoană, ospite a Radio Romania il 2 aprile, proprio il giorno in cui sono ricorsi 20 anni dall’adesione della Romania alla Nato.
“Non stiamo realizzando esclusivamente una difesa molto più forte, una presenza militare, una tecnica militare, una tecnologia di ultima generazione, ma in realtà stiamo facendo un gesto di deterrenza anche perché la Russia sa di cosa disponiamo come forza militare. Ed è per questo che, se necessario, attiveremo ovviamente l’articolo 5, ma speriamo comunque che l’articolo 5 non sia necessario. È stato attivato solo una volta quando l’America fu attaccata l’11 settembre 2001. Non c’è mai stata una guerra sul territorio della NATO. Non c’è mai stata una guerra sul territorio della NATO in 75 anni. E credo che questa bellissima storia della NATO continuerà per molti decenni.”
Per l’Esercito romeno, il periodo compreso tra l’uscita dal totalitarismo e il vertice della NATO a Praga del 2002 ha significato un ampio processo di riforme e modernizzazione che gli avrebbe consentito di allinearsi agli standard dell’Alleanza. Una volta che la Romania è diventata membro a pieno titolo della NATO, i militari romeni hanno messo alla prova le loro qualità nei teatri operativi, accanto ad eserciti con i quali sono ormai pienamente compatibili. In 20 anni, circa 50.000 militari romeni sono stati impegnati nei teatri operativi in Afghanistan, Iraq e nei Balcani occidentali. Attualmente la Romania è una base militare dell’Alleanza, con lo scudo strategico antimissile a Deveselu (sud), l’aeroporto di Kogălniceanu (sud-est) e i centri di addestramento in Transilvania (centro). Con la guerra in Ucraina, Bucarest ha ottenuto un riconoscimento strategico nel gioco geopolitico, dimostrando che l’area del Mar Nero non deve essere dimenticata dalle potenze mondiali, come ha costantemente ammonito la Romania, insieme ad alleati come la Polonia, la Repubblica Ceca o gli Stati baltici. Rispetto a 20 anni fa, la Romania è un fornitore di sicurezza, un fornitore di aiuti all’Ucraina, un centro di addestramento per i futuri piloti F-16 di Kiev e un attore principale nel tentativo di sminare il Mar Nero, e sul territorio del paese c’è una presenza militare internazionale della NATO.