Le sfide della migrazione
Confrontata con la più grave crisi dei rifugiati dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'Ue è riuscita a portare un cambiamento radicale nella gestione della migrazione e la protezione delle frontiere. Ciononostante, sono necessari sforzi supplementari.
Corina Cristea, 20.03.2019, 17:09
Confrontata con la più grave crisi dei rifugiati
dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Ue è riuscita a portare un cambiamento
radicale nella gestione della migrazione e la protezione delle frontiere. Ciononostante,
sono necessari sforzi supplementari affinchè la politica dell’Ue in materia di
migrazione possa fare veramente fronte alle future sfide. Di recente, la
Commissione Europea ha ribadito il suo appello per l’elaborazione di una
strategia comune dell’Ue sulla migrazione, inclusivamente la questione delicata
dell’accoglienza dei migranti dopo il loro sbarco nello spazio comunitario. In
un comunicato, la Commissione Europea ha preciato che la migrazione resta un
argomento delicato nel contesto delle elezioni europee che destano timori sulla
crescita della popolarità dei partiti euroscettici, mentre gli stati Ue restano
su posizioni divergenti per quanto riguarda la riforma del regolamento di
Dublino e l’elaborazione di una politica comune di asilo, soprattutto a causa
dei punti di vista diversi sulla ripartizione obbligatoria dei migranti tra gli
stati membri, iniziativa respinta da alcuni Paesi dell’Europa Orientale,
soprattutto quelli del Gruppo di Visegrad.
L’Europa non si confronta più attualmente con una crisi
della migrazione paragonabile a quella vissuta nel 2015, ma persistono problemi strutturali, ha ammonito il primo vicepresidente
della Commissione, Frans Timmermans, ricordando che, negli ultimi 4 anni, l’Ue
ha registrato progressi significativi e ha ottenuto risultati concreti per
quanto riguarda le risposte alla sfida della migrazione. Abbiamo agito
all’unisono nonostante le circostanze estremamente difficili, continueremo a
collaborare con un approccio esaustivo, basato sulla solidarietà e la ripartizione
equa della responsabilità – è l’unica soluzione affinchè l’Ue possa fare fronte
meglio alle sfide della migrazione, ritiene Timmermans.
Nel suo più
recente rapporto, la Commissione mostra che, nel 2018, si è
registrato un calo di quasi il 90% del numero di persone che hanno cercato di
attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. I dati centralizzati
mostrano anche che l’ondata migratoria verso l’Ue si è ridotta in Grecia e
Italia, ma è cresciuta in Spagna, nella zona ovest del Mediterraneo.
Nella parte ovest del Mediterraneo, la Spagna è colpita
da una pressione migratoria particolare. Continueremo a essere accanto alla
Spagna, cosi’ come l’abbiamo fatto anche nel passato e cosi’ come lo faremo
anche nel futuro, cosi’ come aiutiamo tutti gli stati membri sottoposti a
queste pressioni. Abbiamo già assicurato assistenza d’urgenza per un valore di
36 milioni di euro lo scorso anno e
siamo pronti ad offrire alla Spagna sostegno tecnico, finanziario e politico, se
necessario. Allo stesso tempo, è ovvio che dovremo consolidare la nostra
relazione di cooperazione con il Marocco. Aspettiamo con interesse di
sviluppare un partenariato molto più stretto, molto più approfondito e più
ambizioso accanto al Marocco. Ciò inizierà con l’ultimazione dell’esecuzione di
bilancio di un pacchetto di assistenza finanziaria di 140 milioni di euro per
il Marocco, che punta soprattutto sul miglioramento della capacità di gestione
delle frontiere, ha spiegato Il commissario europeo alla Migrazione, Dimitris
Avramopoulos.
Negli ultimi 3 anni, il numero degli arrivi è calato costantemente,
giungendo attualmente ad una cifra pari al 10% del livello massimo toccato nel 2015.
Ma questo calo non è garantito per il futuro, nell’ipotesi probabile del
mantenimento della pressione migratoria ai confini. Perciò, è essenziale che
siano adottate misure per ciascuno dei 4 pilastri dell’Agenda europea per la
migrazione. Si tratta del contrasto dei fattori che favoriscono la migrazione
illegale, della più severa gestione delle frontiere, di misure di protezione e
asilo, e di misure riguardanti la migrazione legale e l’integrazione.
Le nostre frontiere esterne sono meglio gestite e meglio
protette che mai. L’Agenzia Europea per la Guardia di Frontiera e Costiera ha
introdotto una modifica radicale nella nostra cultura di gestione comune del
confine, ma vogliamo aiutare gli stati membri, sostenerli persino di più al
fine di garantire la sicurezza ai nostri confini esterni. Ma, a prescindere da
quanto bene saranno securizzate e protette le nostre frontiere esterne,
l’Europa dovrà portare a termine il suo compito di garantire assistenza e aiuto
a tutti quelli che cercano di scappare via dai conflitti, dalle guerre e
persecuzioni. L’Europa deve gestire meglio la migrazione anche all’interno
dell’Europa per chi ha il diritto legale di soggiorno e per chi soggiorna
illegalmente. Ad esempio, dovremo porre fine ai movimenti secondari e alla
ricerca delle più favorevoli condizioni di asilo. A tal fine significa che
dobbiamo ultimare il processo di riforma del sistema comune europeo di asilo. Saluto
il fatto che la Presidenza romena del Consiglio dell’Ue abbia già iniziato ad
occuparsi di queste disposizioni e conto sugli stati membri affinchè rispondano
adeguatamente, ha detto il commissario Avramopoulos.
Inoltre, la Commissione Europea chiede agli stati membri
di incoraggiare la migrazione legale e l’integrazione, come fattori di
scoraggiamento degli arrivi irregolari.