L’andamento dell’economia romena
Il 2023 è iniziato all'insegna dei moniti lanciati dalle istituzioni finanziarie internazionali sul rischio di recessione di molte economie.
Corina Cristea, 31.01.2023, 00:26
Il 2023 è iniziato allinsegna dei moniti lanciati dalle istituzioni finanziarie internazionali sul rischio di recessione di molte economie. Anche in assenza di unaltra crisi, la crescita economica globale questanno “dovrebbe rallentare in modo significativo, riflettendo, in modo sincronizzato, linasprimento della politica monetaria per contrastare lelevata inflazione, il peggioramento delle condizioni finanziarie e la continua perturbazione causata dallinvasione russa dellUcraina”, afferma la Banca Mondiale. Listituzione ammonisce che sono necessari sforzi globali e nazionali urgenti per mitigare i rischi causati dal declino dellattività economica e dallonere del debito affrontato dai mercati emergenti e dalle economie in via di sviluppo, dove la crescita degli investimenti rimarrebbe al di sotto della media degli ultimi due decenni. Valutando leconomia globale in unintervista al canale televisivo americano CBS, la direttrice generale del FMI, Kristalina Georgieva, ha affermato che si prevede che un terzo delleconomia mondiale entrerà in recessione e ha sottolineato che per la prima volta negli ultimi 40 anni la crescita economica della Cina sarà probabilmente inferiore alla crescita economica globale.
“Per la maggior parte delleconomia mondiale, questo sarà un anno difficile, più difficile di quello che ci siamo lasciati alle spalle. Come mai? Perché le tre grandi economie, gli Stati Uniti, lUnione Europea e la Cina, stanno rallentando tutte contemporaneamente. Gli Stati Uniti sono i più resilienti e potrebbero evitare la recessione. Vediamo che il mercato del lavoro rimane piuttosto forte. Questa è, tuttavia, una benedizione mista, perché se il mercato del lavoro è molto forte, la Riserva Federale americana potrebbe essere costretta a mantenere i tassi di interesse alti più a lungo per ridurre linflazione. LUnione Europea è stata duramente colpita dalla guerra in Ucraina. La metà degli stati membri entrerà in recessione. Leconomia cinese continuerà a rallentare. Si preannuncia un anno difficile per questo Paese e questo si traduce in trend negativi a livello globale. Quando guardiamo ai mercati emergenti delle economie in via di sviluppo, il quadro è ancora peggiore. Come mai? Perché, oltre a tutto, sono colpiti dagli alti tassi di interesse e dallapprezzamento del dollaro. Per queste economie sarà un vero disastro”.
Secondo il capo del Fmi, la crescita delleconomia mondiale rallenterà al 2,7%, dal 3,2% dello scorso anno. Per quanto riguarda la Romania, questanno la crescita economica sarà del 2,8%, rispetto a oltre il 5% dellanno scorso. Ospite a Radio Romania, il professore di economia Mircea Coșea ha fatto unanalisi dellandamento delleconomia romena. “Viviamo di più attraverso i servizi, attraverso i consumi, in una certa misura attraverso lagricoltura. Ma gli ultimi studi fatti dalla Howard University dimostrano che ci collochiamo su un ottimo posto, il 19° nel mondo, dal punto di vista della diversificazione e della modernizzazione delleconomia. Le cose sono discutibili, perché è molto difficile dire fino a che punto la Romania sia un paese sviluppato, visto che il potere dacquisto è costantemente diminuito nellultimo anno, abbiamo due grandi deficit che minano il nostro sviluppo, il deficit del conto corrente e il disavanzo commerciale. Ma la verità è molto chiara: leconomia romena ha bisogno di una rapida riforma, perché non può far fronte agli importanti cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo”.
Nellultimo anno, simili cambiamenti hanno cominciato a manifestarsi e il 2023 sarà un anno di grandi cambiamenti dal punto di vista del modello di sviluppo globale, spiega il professor Mircea Coșea: cominciano a comparire nuovi importanti attori economici, che non abbiamo finora conosciuti, come lIndia, ad esempio, la guerra tra Cina e Stati Uniti ha iniziato a essere a favore degli Stati Uniti, la Cina è rimasta indietro e, daltra parte, i paesi che valorizzano maggiormente le proprie risorse interne e riducono le proprie dipendenza dalle importazioni hanno da guadagnare. In Romania le cose stanno al contrario, dice Mircea Coșea. “Le importazioni sono molto elevate. La produzione interna, specialmente di merci in cui potremmo avere successo, come il cibo, non sta progredendo. Non vengono prese misure economiche importanti di ammodernamento e ristrutturazione, nel senso di sostenere il settore delleconomia reale, il settore privato. Al contrario, le tasse e le sanzioni gli vengono applicate sotto tutti i punti di vista in funzione delle sue possibilità di alimentare il bilancio. Quindi, leconomia romena, per quanto piccola, subirà due shock importanti. Da un lato lo shock esterno, che non è affatto favorevole, leconomia europea non cresce, ha grossi problemi, non solo di natura strutturale, diciamo, ma anche per quanto riguarda la dipendenza dallenergia e dalle materie prime, e allinterno non ci sono misure economiche importanti. Si prendono misure solo per alleviare la situazione di alcune categorie molto svantaggiate, ma questa non è una via di sviluppo, bensi una via di sopravvivenza di alcune categorie a scapito di altre”.
La Romania ha registrato, nei primi 11 mesi dello scorso anno, un deficit record della bilancia commerciale – oltre 31 miliardi di euro. Il commercio internazionale della Romania continua ad essere dominato dai rapporti commerciali con gli stati membri dellUE, che detengono oltre il 72% del totale nel caso delle esportazioni e circa il 70% in termini di importazioni.