La candidatura della Romania al Consiglio di Sicurezza
Nel 2016, la Romania ha inoltrato la sua candidatura a membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per il periodo 2020 - 2021.
Corina Cristea, 18.12.2018, 18:50
Nel 2016, la Romania ha inoltrato la sua candidatura a membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per il periodo 2020 – 2021, sul seggio assegnato al Gruppo dell’Europa Orientale di cui fa parte. Dal momento della sua adesione all’Onu, nel 1955, la Romania ha già avuto 4 mandati di membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu – nel 1962, 1976-1977, 1990-1991, e tra il 2004-2005. L’attuale campagnia di sostegno della candidatura per un nuovo mandato di membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu si svolge all’insegna di Romania: un impegno duraturo per la Pace, la Giustizia e lo Sviluppo.
Ospite a Radio Romania, il rappresentante permanente della Romania presso l’Onu, l’ambasciatore Ion Jinga ha spiegato. Siamo già stati membri del Consiglio di Sicurezza quattro volte. Siamo anche stati, otto volte, membri del Consiglio Economico e Sociale. Attualmente, nel periodo 2017 – 2018, per due anni, siamo membri dell’ECOSOC (il Consiglio Economico e Sociale). Siamo stati due volte membri del Consiglio per i Diritti Umani. Abbiamo presieduto una serie di commissioni e comitati ONU, alcuni di grande importanza. Siamo un giocatore. Certo che non siamo un grande giocatore, ma siamo un giocatore di media importanza, che, oso dire, con la forza e le competenze, con l’intelligenza, in fin dei conti, della diplomazia romena, siamo riusciti non poche volte in questi anni in cui abbiamo giocato sull’arena internazionale multilaterale, a superare, con la forza delle nostre idee e i nostri progetti, lo statuto conferito dalla dimensione geografica o dalla forza economica. Qui si tratta del contributo umano.
Le elezioni per questo mandato si terranno nell’ambito dell’Assemblea Generale dell’Onu, a giugno 2019, e, in conformità ai provvedimenti della Carta Onu, per ottenere il mandato occorre il sostegno di 2/3 degli stati membri dell’ONU espresso tramite voto nell’Assemblea Generale. Attualmente, gli stati membri sono 193, e per questo mandato hanno inoltrato la candidatura la Romania e l’Estonia. Sul sostegno di quale Paese può contare la Romania?
Occorre il voto di due terzi dei Paesi ONU, il che in linguaggio aritmetico significa almeno 129 Paesi. Orbene, per trovare 129 Paesi o di più che ti votino hai bisogno di argomenti e forza di convinzione, perchè il voto viene concesso in una certa misura in base a intese reciproche, ma in gran misura in base a quello che uno è capace di fare, a quello che uno dice che farà e in base al biglietto di vista, che dimostri che veramente anche nel passato, in altre occasioni, ha fatto ciò che ha promesso. E un altro dettaglio, il voto è segreto. Quando il voto è segreto, per citare un egregio ambasciatore di un Paese importante, un Paese membro permanente del Consiglio di Sicurezza, davanti alla scheda elettorale, diceva la rispettiva persona, solo io e Dio sappiamo con chi voterò. Quindi, uno deve avere veramente forza di convinzione affinchè quelle persone, gli ambasciatori che votano tramite voto segreto, votino te, al di là delle intese che si possono fare in una forma o un’altra, precisa sempre l’ambasciatore Ion Jinga.
Dal 1 gennaio del 2019, la Romania ricoprirà la presidenza del Consiglio dell’Ue per sei mesi. In che modo può influire ciò la candidatura di Bucarest ad un posto di membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza?
Credo che la Presidenza romena del Consiglio dell’Ue possa svolgere un ruolo positivo per la campagnia per la presidenza del Consiglio di Sicurezza. Non ho nessun dubbio che sarà una Presidenza di successo. Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha menzionato anche nel 2017 e nel 2018, nella plenaria generale dell’ONU, la candidatura della Romania al Consiglio di Sicurezza. È un messaggio di sostegno politico al vertice che, praticamente, legittima qualsiasi sforzo che noi facciamo per la promozione della candidatura. Allo stesso tempo, il ministro degli Esteri, Teodor Meleșcanu, a settembre, ha avuto circa 40 incontri bilaterali, tutti dedicati alle iniziative di promozione della candidatura. Cerchiamo di valorizzare una certa tradizione, in certi spazi. Ad esempio, attualmente, presidiamo la Commissione per il consolidamento della pace. È per la prima volta che la Romania è membro della commissione e la presidia. In veste di presidente di questa commissione, ho effettuato due viaggi in Africa, assieme ad un’equipe dell’Onu, ho visitato cinque-sei Paesi li’. Ci sono una serie di riunioni qui. Noi, ad esempio, siamo riusciti a mettere sull’agenda della Commissione per il consolidamento della pace, tramite una riunione congiunta assieme all’ECOSOC – il Consiglio Economico e Sociale, un dibattito che lega le implicazioni delle sfere climatiche ai rischi di sicurezza. È un argomento che finora non c’è mai stato su questa agenda, ma che ha un’importanza massima, quasi vitale, per alcuni Paesi, spiega l’ambasciatore Ion Jinga.
Io non voglio essere più ottimista del necessario, perchè da ciò uno può guadagnare o perdere, afferma Ion Jinga, ma, aggiunge l’ambasciatore, l’importante è fare bene il proprio lavoro, credere a ciò che fai ed essere convinto che ciò che fai è al servizio del tuo Paese, e che, se si guadagna, il guadagno è della Romania e gli echi di un simile fatto, della presenza della Romania, un’altra volta, nel Consiglio di Sicurezza, si faranno sentire, sicuramente, per altri 10 anni.