Insegnamenti della pandemia
La crisi provocata dal nuovo coronavirus ha portato a galla vulnerabilità, ha cambiato comportamenti, ha scosso fortemente le economie nell'intero mondo e fa sorgere tantissimi punti interrogativi sul futuro.
Corina Cristea, 06.05.2020, 19:00
La crisi provocata dal nuovo coronavirus ha portato a galla vulnerabilità, ha cambiato comportamenti, ha scosso fortemente le economie nell’intero mondo e fa sorgere tantissimi punti interrogativi sul futuro. Già per centinaia di migliaia di famiglie in lutto la vita non è più come finora, e, se nella prima fase le principali conseguenze si sono riflettute nella perdita di vite umane, quello che verrà riguarda soprattutto la crisi economica, la peggiore dalla Grande Depressione dello scorso secolo, secondo le stime degli esperti. Il futuro establishment sarà segnato dal modo in cui si riprenderanno le economie del mondo, e ogni riassestamento avrà un’influenza maggiore o minore sulla vita di ogni singolo cittadino.
Ne uscirà indebolito l’intero mondo, ritiene il caporedattore della Redazione romena di Radio France International, Ovidiu Nahoi, analizzando in una trasmissione di Radio Romania le possibili conseguenze. E’ difficile dire in questo momento chi ne uscirà più indebolito e chi di meno, o chi avrà le premesse di riprendersi più velocemente. Sicuramente ci auguriamo uno sviluppo e una ripresa più veloce per le economie liberali e le economie creative rispetto ai regimi autoritari. Soprattutto all’inizio della crisi – e a questo punto parliamo dell’aspetto della guerra informazionale – abbiamo visto anche quell’approccio secondo cui i regimi autoritari fossero più efficienti nell’affrontare la crisi rispetto ai regimi democratici. Ma questa asserzione comincia a far vedere chiaramente la sua falsità. Resta da vedere come ci alzeremo d’ora in avanti e quali saranno anche la modalità di consumo, come cambieranno le abitudini delle persone, come sarà organizzata l’economia e quanti soldi ci vorranno. Nessuno può dire in questo momento quanto veloce sarà e come si presenterà la ripresa. Sappiamo che le crisi sono seguite da riprese. Abbiamo attraversato una crisi finanziaria, seguita da un decennio di crescita. Speriamo che questo modello sia ripreso e che la crisi sia seguita da ripresa. Come sarà e quanto veloce, nemmeno gli economisti sono in grado di dirlo, afferma Ovidiu Nahoi.
Da parte sua, il professore universitario di scienze economiche Mircea Coşea parla di mutamenti profondi nella cosiddetta catena del valore, una nozione apparsa nell’economia occidentale, principalmente americana, poco più di un anno fa, in base ad una teoria più vecchia. La catena del valore fa riferimento al fatto che un prodotto, dal primo all’ultimo pezzo componente, passa per circa 35-40 produttori di Paesi diversi, spiega Mircea Coșea. Nell’economia dei nostri giorni, non si può più fabbricare nulla al livello della tecnica moderna in un unico Paese. Sorge il problema della leadership, precisamente chi tiene le redini di questa catena del valore, che, alla fine, arriverà anche a guidare il mondo, poichè la catena del valore presenta componenti con valori diversi. Chi assembla un prodotto incassa meno di quello che ne fa un piccolo pezzo, che, però, rappresenta il più alto livello tecnico. Per ora questa leadership spetta agli USA che persino in un telefonino cinese recano un contributo che riguarda le idee, i concetti e la ricerca americana, che i cinesi non possono fare. Se le cose fossero andate in questo modo per altri 20 anni, fino al punto in cui Made in China avrebbe significato Made by China, allora la Cina sarebbe diventata il leader mondiale. E questo ritorno dell’America, a volte contraddittorio, a volte controverso, come la guerra commerciale del presidente Trump, è cominciato qualche anno fa, per fermare in un certo qual modo la Cina. Certo, non sappiamo se questo virus sia venuto da un serpente o da un laboratorio, però esso ricostituisce questa catena del valore, nel senso che viene mantenuta la supremazia di Paesi che ragionano rispetto ad alcuni Paesi che lavorano, spiega il prof. Mircea Coșea.
Sono tanti gli insegnamenti da trarre da questa pandemia, afferma l’eurodeputato Cristian Bușoi, riferendosi principalmente alla situazione nell’UE. Forse il più importante è quello che, nonostante l’importanza del sistema sanitario sia reclamata da anni, si è dimostrato che nessuno è stato totalmente preparato davanti ad una simile prova, spiega Cristian Bușoi. Mi auguro che tale fatto cambi, poichè oggi c’è la crisi del coronavirus, ma nel futuro potrebbero apparire anche altre pandemie. Tutt’una serie di teorie indica che nei prossimi decenni saranno queste le più serie minacce alla salute, alla stabilità, all’economia mondiale. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che, al di là della pandemia, non abbiamo ancora sconfitto interamente HIV/AIDS, e che ci sono ancora tantissimi decessi provocati dal cancro. Quindi, sono in tante le sfide cui dobbiamo rispondere e forse questa crisi farà capire ai fattori decisionali politici di tutti i Paesi del mondo che il sistema sanitario si merita una maggiore attenzione. E forse la seconda grande prova sarà quella che riguarda l’economia e la ripresa delle economie dell’intera Unione. E’ dalla seconda Guerra Mondiale che non si vede una simile prova e una simile pressione sulle economie. Alcuni analisti ed economisti ritengono ancora più dura questa prova. E’ vero che anche allora la realtà era completamente cambiata, ma tutto avvenne in un lasso di tempo più lungo e non tutte le economie si sono fermate in contemporanea, afferma l’eurodeputato Cristian Bușoi. Ora, però, nel giro di poche settimane, quasi tutta l’economia dell’UE si è fermata o certi settori hanno rallentato notevolmente le attività e, aggiunge l’eurodeputato Cristian Bușoi, anche se esiste un importante piano di ripresa comunitario, sovrapposto ai piani stabiliti da ogni singolo Paese, resta da vedere, a seconda della durata della crisi, quanto dura sarà la prova di tornare al livello precedente.