Immunizzazione e benefici
La stagione fredda è sempre accompagata da virus influenzali, e il suo avvicinamento riporta in primo piano le discussioni sulla vaccinazione, soprattutto nel contesto della crisi pandemica.
Corina Cristea, 19.10.2020, 18:55
La stagione fredda è sempre accompagata da virus influenzali, e il suo avvicinamento riporta in primo piano le discussioni sulla vaccinazione. Attualmente, le preoccupazioni sono ancora più forti, e alle solite domande cui gli specialisti devono rispondere ogni anno si aggiungono anche quelle che derivano dal contesto pandemico. Cosa succede nel caso di una sovrapposizione tra il contagio con Covid-19 e il contagio con un virus influenzale, ad esempio, soprattutto nel caso delle persone con comorbidità oppure dei gruppi di rischio? Influisce il nuovo coronavirus sulla difusione dei virus influenzali? Ospite a Radio Romania, la docente universitaria Doina Azoicăi, presidente della Società Romena di Epidemiologia, porta chiarimenti e sottolinea un elemento positivo molto interessante – nell’emisfero australe, dove la stagione fredda sta per finire, i casi di influenza non sono stati moltissimi quest’anno. Cosa aspettarsi?
Ci saranno moltissime infezioni respiratorie acute banali. Possiamo aspettarci a una circolazione dei diversi virus, a partire dai rhinovirus fino ad altri ceppi di coronavirus, in circolazione ogni anno e che hanno provocato i cosiddetti raffreddori banali e, oltre a ciò, ci aspettiamo di avere in circolazione anche il virus influenzale. Una cosa molto interessante – nell’emisfero australe, l’attività influenzale non è stata molto intensa. Questo aspetto può avere molte spiegazioni. Sia che i due virus sono in competizione e vince il più forte, il più giovane, anche se il virus influenzale ha ogni anno un’altra struttura, non del tutto diversa, ma è, ovviamente, un altro ceppo rispetto all’anno precedente. Sia si tratta del fatto che la popolazione ha adottato alcune misure di contenimento del rischio di contagio con un agente patogeno respiratorio, quindi ha indossato la mascherina di protezione, ha evitato l’affollamento e ciò potrebbe recare un beneficio nel senso che è possibile che non abbiamo più una crescita del numero dei casi di influenza stagionale. Ma ciò non significa che non avremo casi di influenza. Nell’emisfero meridionale, è prevalso, anche se a un basso livello, il ceppo AH1N1 rispetto al B, diversamente da come era successo nell’anno precedente, ha spiegato Doina Azoicăi.
Tra i virus influenzali, quelli di tipo A e B possono provocare epidemie e persino pandemie, i ceppi in circolazione variando da un anno all’altro. Ogni primavera, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce quali ceppi saranno adoperati per realizzare i vaccini per la prossima stagione, tramite un programma di previsioni e un’analisi quanto più esatta dei ceppi in circolazione. I virus influenzali e i coronavirus sono famiglie diverse. In questo contesto, può risultare dal loro incontro un altro tipo di virus? Il medico Adrian Marinescu dell’Instituto ”Matei Balş” di Bucarest precisa che i pazienti che si contagiano con il virus influenzale e, in concomitanza, con il nuovo coronavirus possono sviluppare forme più severe di Covid-19 e un vaccino antinfluenzale non protegge dal nuovo coronavirus.
Non c’è alcuna prova sull’esistenza di un legame, i virus influenzali sono una cosa, i coronavirus, la famiglia di cui fa parte anche SARS-CoV-2, sono un’altra cosa. Non c’è alcun legame. Se ci facciamo vaccinare contro l’influenza, è una cosa buona perchè non contrarremo l’influenza. Da qesto punto di vista, sì, ci aiuta, ma un legame diretto non esiste. Il nuovo coronavirus, anche se non più nuovo, subisce mutazioni minori in qualsiasi momento, e persino mutazioni maggiori. Ad esempio, si sa attualmente che probabilmente negli Usa e in Europa parliamo di una variante virale, che non è che sia più aggressiva, è che si diffonde più facilmente. Questo il motivo per cui parliamo della seconda ondata e del modo in cui avviene il contagio adesso, ha precisato Adrian Marinescu.
Un numero quanto più basso di casi di influenza significa una minore pressione sul sistema sanitario, confrontato con una pandemia che non si sa quando finirà, nel contesto in cui non abbiamo ancora un vaccino contro la Covid-19. Per i virus influenzali, però, ci sono vaccini, ricordano i medici, e la vaccinazione è la più efficace misura di prevenzione. Virgil Musta, capo del Reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Victor Babeş di Timişoara (ovest) ci ha fornito maggiori dettagli. Nella prevenzione di una malattia infettiva contagiosa, a prescindere dal suo tipo, ci sono i metodi specifici – i vaccini – che sono i migliori. In assenza dei vaccini, ci sono le misure che riguardano l’igiene, lavarsi le mani, rispettare il distanziamento sociale e indossare la mascherina, e certe misure generali che sono molto molto importanti e che non dobbiamo trascurare. Un’alimentazione sana rende l’organismo più resistente e meglio preparato a far fronte a un contagio. Si sa che lo stress influisca sull’immunità. Perciò, è consigliabile che le persone cerchino di gestire il proprio stress, possono scegliere i rimedi naturali antistress oppure farmaci raccomandati dai medici. Perchè abbiamo constatato che le persone depresse o pre-ansiose, che hanno uno stress legato a una malattia e non solo, anche alla vita quotidiana, sono giunte a forme molto più severe della malattia e questi due elementi influiscono sul decorso della malattia. Poi, sono benvenute le vitamine che preparano l’organismo per qualsasi infezione, come le vitamine del gruppo A, D, lo zinco, il selenio. E non in ultimo il riposo – un organismo riposato è molto più resistente di uno stanco. Perciò è bene gestire le nostre attività quotidiane, gli sforzi che facciamo, non solo fisici, ma anche psichici e intelletuali, perchè tutto ciò influisce sull’immunità e, in realtà, la battaglia si dà tra i fattori di aggressività dell’agente patogeno e i fattori di difesa dell’organismo, ci ha detto Virgil Musta.
È bene avere un’educazione per una salute migliore, aggiunge Virgil Musta – ciò significa farci valutare le condizioni di salute ogni anno, cercare di tenere sotto controllo le eventuali malattie che abbiamo ed evitare i fattori di rischio legati all’alimentazione, al fumo, all’inquinamento – militare per un’aria più pulita.